France Telecom: lavoratori in piazza dopo il 24esimo suicidio, ‘Fermiamo il management del terrore’

di Alessandra Talarico |

Francia


Didier Lombard - Presidente France Telecom

Dopo il 24esimo suicidio in un anno e mezzo, sono in molti in Francia a chiedere a gran voce le dimissioni del presidente di France Telecom Didier Lombard: dai sindacati all’opposizione di governo, ma anche la gente comune, profondamente scioccata da quanto sta accadendo in seno a quella che era un tempo l’azienda più amata del paese.

L’ultimo dipendente a togliersi la vita aveva 51 anni e si è gettato da un viadotto ad Annecy, sulle Alpi francesi, lasciando alla moglie e ai due figli un biglietto nel quale spiegava che il gesto disperato era legato alla crescente pressione subita in azienda.

  

Negli ultimi anni, France Telecom ha avviato una massiccia ristrutturazione che si è tradotta in 22.000 ‘dimissioni volontarie’. Attualmente il gruppo conta oltre 100 mila dipendenti, ma il clima per loro è diventato negli ultimi tempi sempre più pesante: molti infatti sono stati costretti a cambiare mansione o città per mantenere il proprio posto di lavoro, sulla base del piano di mobilità forzata ‘Time to Move‘, che costringe i quadri a trasferirsi ogni 3 anni.

  

Il piano è stato ‘immediatamente’ congelato dopo questo nuovo tragico episodio, ma non è bastato a placare le polemiche: recatosi immediatamente in Alta Savoia insieme al suo vice Louis-Pierre Wenes e al responsabile per le risorse umane Olivier Barberet per assicurare che il pacchetto di proposte dei delegati di Annecy verrà preso in esame nei negoziati a livello nazionale sullo stress sul lavoro, Lombard è stato accolto dai fischi dei dipendenti, mentre la moglie dell’uomo che per ultimo si è tolto la vita ha denunciato i metodi ‘impersonali’ adottati dall’azienda, che non “darebbe altra scelta” al marito e non avrebbe in alcun modo calcolato le ripercussioni psicologiche causate dal cambio di mansione – da dirigente a operatore di call center.

  

 I lavoratori intanto sono scesi in Piazza in diverse città per chiedere la fine delle ristrutturazioni e del “management del terrore”, mentre il ministro del Lavoro, Xavier Darcos, ha chiesto a Lombard di accelerare “i negoziati per la prevenzione dei rischi psicosociali”.

  

Anche nel corso dell’audizione alla Commissione Affari Sociali, il clima per Lombard è rimasto molto teso: la sinistra (comunisti e socialisti) ha chiesto le sue dimissioni, come “sola risposta possibile a quest’ultimo tragico caso”, e come “forte gesto simbolico verso i dipendenti”.

Da destra, il presidente ha incassato il sostegno del segretario dell’UMP (il partito del presidente Sarkozy) Xavier Bertrand, secondo cui Lombard ha “agito bene” e le sue dimissioni “non sono all’ordine del giorno” e di Jean-Pierre Raffarin, che, pur “rifiutando ogni operazione di linciaggio e di strumentalizzazione in un momento così grave”, ha chiesto un “cambiamento di strategia sociale a France Telecom, perché l’azienda possa ripartire su basi aperte e rassicuranti”.

  

E dire che poche settimane fa, pressata dal governo per fermare la spirale dei suicidi e adottare metodi di gestione del personale più umani, la società aveva presentato con orgoglio le prime contromisure: l’attivazione di un telefono amico con personale medico esterno a cui i dipendenti avrebbero potuto rivolgersi anche anonimamente per denunciare situazioni stressanti sul lavoro e l’assunzione di un’equipe di psicologi pronta a percepire ulteriori segnali di disagio.

 

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