Banda larga: per ECTA positiva la volontà della Ue di ‘rafforzare’ il ruolo degli aiuti di Stato e garantire più scelta e nuovi servizi

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Innocenzo Genna

La graduale sostituzione delle vecchie reti in rame con reti in fibra in grado di abilitare una grande varietà di nuovi servizi può “rafforzare” il ruolo degli aiuti di Stato.

Positivo il giudizio dell’Ecta, l’associazione che riunisce i principali operatori alternativi di rete fissa europei, sulle nuove linee guida emanate dalla Ue per garantire che i piani di finanziamento statale della banda larga siano conformi con le norme comunitarie sugli aiuti di Stato e per promuovere gli investimenti pubblici nelle reti a banda larga di nuova generazione senza creare indebite distorsioni della concorrenza.

 

L’Ecta, ribadendo che i soldi dei contribuenti dovrebbero essere utilizzati in reti che durino almeno per i prossimi 50 anni, ha sottolineato che attualmente è importante “favorire la giusta tecnologia”, per garantire a tutti gli utenti una maggiore scelta, prezzi competitivi e nuovi servizi.

 

Secondo le indicazioni della Ue, gli aiuti di Stato dovrebbero concentrarsi esclusivamente nelle aree cosiddette bianche o grigie – cioè in quelle zone meno redditizie o mal servite – ma solo a determinate condizioni.

 

Lo Stato, a giudizio dell’associazione, “in alcuni casi può essere l’unico soggetto che potrebbe realisticamente sostenere gli investimenti in queste reti”.

 

Per il presidente Ecta Innocenzo Genna, è importante attualmente pensare alla giusta infrastruttura nell’ottica del lungo periodo: solo così l’Europa potrà assumere una posizione di primo piano nei servizi online.

 

I governi, ha affermato Genna, “possono e devono stabilire norme ‘a prova di futuro’ e reti aperte dovunque il mercato non stia dando risultati”.

L’importante è, secondo Genna, che i governi non duplichino le infrastrutture private, ma si concentrino con investimenti mirati nelle aree lasciate indietro dagli operatori.

“Investimenti pubblici e privati dovrebbero integrarsi così che ciascuno abbia accesso ai servizi avanzati in condizioni di concorrenza, a prescindere dal luogo in cui vivono”, ha concluso Genna.

 

Il 28 gennaio 2009, la Commissione ha proposto di destinare 1 miliardo di euro dei fondi comunitari per investimenti in nuove infrastrutture a banda larga nell’ambito del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.

L’obiettivo è quello di realizzare una copertura internet ad alta velocità per tutti i cittadini entro il 2010, come parte del piano di recupero economico.

Secondo le valutazioni della Commissione, le tecnologie ICT svolgeranno infatti un ruolo chiave per accelerare la ripresa economica europea e gli investimenti diretti nel settore possono contribuire al mantenimento di posti di lavoro e anche a rendere l’economia più competitiva.

 

Il settore ICT ha contribuito a una crescita del Pil del 25% e alla metà degli aumenti di produttività negli ultimi dieci anni e secondo recenti studi, lo sviluppo della banda larga contribuirà alla creazione di circa un milione di posti di lavoro in Europa e alla crescita delle attività economiche per 850 miliardi di euro tra il 2006 e il 2015.