Credito residuo: l’Agcom annuncia procedure più semplici. Sulla portabilità del numero, associazioni schierate contro sentenza Tar

di Alessandra Talarico |

Italia


Telefonia mobile

Leggi e direttive emanate da regolatori e autorità di settore, non sempre riescono a fermare gli operatori telefonici che, imperterriti, proseguono con condotte volte a frodare i consumatori, con sotterfugi e trucchetti più volte denunciati dalle associazioni dei consumatori e sanzionati dall’Antitrust.

 

Nei giorni scorsi, ad esempio, il TAR Lazio ha deciso di accogliere il ricorso presentato da Telecom Italia e Vodafone contro la delibera Agcom 78/08, che mirava a ridurre i tempi della number portability da 5 giorni a tre giorni (72 ore), vanificando così gli sforzi dell’Autorità per garantire il rispetto del sacrosanto diritto dei consumatori di cambiare operatore in tempi ‘umani’.

 

Senza contare che, come ha denunciato l’associazione Altroconsumo, nonostante il tempo limite sino all’intervento dell’Agcom fosse di cinque giorni, l’attesa per vedere esaudita una richiesta di portabilità può durare anche un mese.

 

Ma perché se  in Europa, la media per completare la procedura è di otto giorni e mezzo, da noi si devono subire tempi biblici?

Il punto è che, come sottolineato anche dalle recenti sanzioni dell’antitrust, gli operatori tendono a sfruttare la dilatazione dei tempi per cercare di dissuadere i clienti che fanno richiesta di trasferimento con pratiche scorrette e ingannevoli proponendo loro, ad esempio, tariffe vantaggiose che però, restano solo un miraggio.

 

L’Agcom ha già annunciato di voler fare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del tribunale amministrativo e ieri a Roma, nel corso di un incontro nell’ambito del tavolo permanente di confronto, Altroconsumo si è schierata a fianco dell’Autorità, sottolineando che la delibera 78/08 non faceva altro che allineare il nostro paese a quanto avviene nel resto della Ue, dove chi decide di trasferirsi da un operatore all’altro può farlo in tempi rapidi e con pratiche poco onerose.

 

“L’allungamento dei tempi per la portabilità a 33 giorni pregiudicherebbe pesantemente gli interessi dei consumatori”, allontanando definitivamente l’Italia dal panorama europeo e vanificando il fine per cui la portabilità era stata concepita: favorire “la mobilità degli utenti, le offerte concorrenziali più convenienti, allargare il cerchio degli operatori anche a nuovi competitor”.

 

Sempre nell’ambito dei diritti calpestati degli utenti telefonici, l’Agcom ha pubblicato una nota sul proprio sito internet per ricordare che dallo scorso mese di agosto si può cambiare gestore telefonico senza perdere il credito residuo rimasto sulla Sim, chiedendone il trasferimento (con l’opzione di TCR, Trasferimento Credito Residuo) direttamente sulla nuova scheda, così come previsto dalla Legge Bersani.

 

Fino al mese di agosto, infatti, chi decideva di cambiare operatore poteva recuperare il credito residuo trasferendolo su un’altra sim dello stesso operatore o tramite assegno o bonifico, previo invio di raccomandata, ma non trasferirlo presso il nuovo operatore.

Le disposizioni dell’Agcom in materia di credito residuo risalgono al 2001, mentre nel 2007 la Legge Bersani sottolineava che “in caso di ulteriore ritardo da parte degli operatori a realizzare gli accordi e le procedure necessarie per consentire la pratica realizzabilità della trasferibilità del credito residuo in caso di portabilità del numero, gli Uffici competenti interverranno nel breve periodo in tema sia di riconoscimento del credito residuo che di sua trasferibilità, rimuovendo ogni ostacolo all’attuazione dei diritti sanciti dalla Legge n. 40/07 e disciplinando l’adozione di soluzioni efficienti atte a realizzare condizioni di effettiva concorrenza fra gli operatori e di trasparenza nei confronti degli utenti”.

 

Il passo decisivo, sottolinea la nota Agcom , “si è avuto con il recente Trasferimento del Credito Residuo in caso di MNP (Mobile Number Portability – Portabilità del Numero Mobile), che prevede una procedura semplice e snella, certamente più adatta ad importi di credito anche poco elevati, che è stata stabilita da un Accordo interoperatori sotto il monitoraggio dell’Autorità”.

 

Per ottenere il credito, nello stesso momento in cui si rivolge al gestore prescelto per sottoscrivere il nuovo contratto, l’utente dovrà barrare l’opzione di TCR, manifestando così la volontà di trasferire non solo il numero ma anche il credito.

 

La procedura sarà così gestita dall’operatore e il tutto dovrebbe svolgersi in un massimo di 3 giorni dal passaggio sulla nuova rete.

 

“Il Trasferimento del Credito Residuo costituisce una nuova ed apprezzabile frontiera di tutela dell’utenza e di stimolo della concorrenza, assolutamente innovativa nel panorama europeo e mondiale delle comunicazioni mobili, perché permette all’utente che vuole cambiare gestore di superare l’ostacolo – che fino ad oggi poteva senz’altro agire da “freno” – della possibile perdita del credito già ricaricato”, conclude l’Agcom.