Telecom Argentina: parte la corsa all’acquisizione della quota di Telecom Italia

di Alessandra Talarico |

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Franco Bernabè

Sarebbero tre i gruppi interessati ad acquistare la quota detenuta da Telecom Italia nella holding Sofora, che controlla l’operatore telefonico Telecom Argentina.

Secondo quanto riferito dal quotidiano finanziario di Buenos Aires ‘Cronista Comercial’, in corsa ci sarebbero il fondo d’investimento Pegasus, l’emittente televisiva via cavo Telecentro e un gruppo media non precisato. Le nuove indiscrezioni si sommano a quelle che darebbero in lizza il gruppo Clarín, la partnership tra la Corporacion America del magnate Eduardo Eurnekian e il presidente di Aeropuertos Argentina 2000 Ernesto Gutierrez, il magnate messicano Carlos Slim e il gruppo Werthein, già proprietario del 50% di Telecom Argentina.

 

La quota di Telecom Italia nel gruppo telefonico argentino è valutata circa 300 milioni di euro: sempre secondo il ‘Cronista Comercial’, le offerte presentate dai tre contendenti si aggirerebbero ciascuna intorno al mezzo miliardo di dollari.

 

Telecom Italia, in base a quanto stabilito dall’antitrust argentino alla fine di agosto, dovrà cedere entro un anno la propria quota in Sofora – compresi tutti gli asset e i diritti su Sofora e le sue controllate e l’opzione di acquisto siglata nel 2003 con il gruppo Werthein – e ha due mesi di tempo per definire le modalità di disinvestimento.

 

A pesare sulla posizione di Telecom Italia nel Paese, è stato l’ingresso di Telefonica in Telco, la holding di controllo del gruppo italiano, di cui possiede il 42%: la decisione dell’antitrust tiene infatti conto della situazione di monopolio che si verrebbe a creare a causa della contemporanea presenza del gruppo spagnolo in Telecom Argentina (attraverso Telecom Italia, che controlla il 50% di Sofora) e nel suo principale concorrente Telefonica Argentina (di cui è proprietario).

 

Il vicepresidente della Comision Nacional de Defensa de la Competencia, Humberto Guardia Mendonca, ha spiegato che la preoccupazione dell’antitrust non è certo quella di danneggiare la società, ma piuttosto “è quella di proteggere i mercati” e ha sottolineato che un’analoga sentenza sarebbe potuta arrivare “da qualsiasi altro ente del settore in Europa”.

 

La decisione, certo, non è certo arrivata inattesa: la scorsa primavera l’antitrust aveva già precluso al gruppo italiano l’esercizio della call option sulle quote detenute dalla famiglia Werthein in Sofora e aveva vietato ai consiglieri di Telecom Argentina nominati dal gruppo italiano la partecipazione ai cda.

Prima dell’estate l’ad della società italiana Franco Bernabè aveva quindi fatto sapere di aver dato mandato a Credit Suisse per verificare l’eventuale interesse del mercato.

 

Nonostante ciò, i soci di Telco, all’indomani della sentenza, hanno comunicato di ritenere infondate “le motivazioni e le conclusioni” dell’antitrust argentino, riservandosi “di adottare i provvedimenti più opportuni nelle sedi competenti”.