Biblioteca digitale: Google agli oppositori, ‘L’accordo per i libri online utile a concorrenza’

di Raffaella Natale |

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Google - sede

L’accordo di Google per la sua enorme biblioteca digitale favorirà l’ingresso di altri player sul mercato dell’eBook.

Lo ha detto il direttore dell’ufficio legale della società di Mountain View in una testimonianza preparata per un’udienza in congresso prevista per oggi.

David Drummond, rivolgendosi agli oppositori del progetto, ha spiegato che Google “si attiene completamente alla legge sul diritto d’autore” e che l’accesso a titoli online potrebbe rivoluzionare la ricerca nelle scuole che non dispongono di grandi biblioteche.

 

Intanto il ministero francese della Cultura e della Comunicazione “vuole che sia rispettato il diritto d’autore nel quadro del contenzioso tra Google Book Search e gli editori e gli autori americani”.

Al di là dei singoli casi – prosegue il comunicato – la questione pone un problema di principio al quale la Francia ha già mostrato di essere particolarmente attentata: quello del rispetto del diritto d’autore, che garantisce la remunerazione dei creatori e consente la diversità culturale.

La Francia, presentando obiezione al tribunale di New York che dovrà valutare l’accordo transattivo tra Google e gli editori e gli autori americani, aveva rilevato che “il progetto di transazione non è conforme né al diritto di proprietà intellettuale né al diritto alla libera concorrenza”

Del tema si è occupata anche l’Unione Europea aprendo di fatto un negoziato con Google rispetto al progetto di creare una gigantesca biblioteca online. Mentre l’iniziativa è ad uno stadio molto avanzato negli Usa, dove ancora si attende un difficile passaggio giudiziario, dato che alcuni editori si sono rivolti alla magistratura per bloccare questa intesa, in Europa la questione è solo agli inizi.

Con le audizioni di questi giorni la Commissione Ue , si legge in una nota, vuole individuare una “soluzione europea” della questione “nell’interesse dei consumatori” e nel rispetto delle norme sul copyright. Trovando formule che consentano di procedere alla digitalizzazione del patrimonio letterario europeo attraverso quelle sinergie tra pubblico e privato ‘necessarie per portare avanti questo sforzo erculeo’.

 

Nel 2005 l ‘associazione degli autori, Authors Guild, ha fatto causa a Google, accusandolo di violazione del diritto d’autore per il suo progetto di digitalizzazione.

La proposta di un accordo per risolvere la questione verrà discussa il 7 ottobre presso una corte federale di Manhattan.

 

Più precisamente l’intesa, ancora al vaglio dell’Antitrust Usa, prevede che Google condividerà le entrate provenienti dalla consultazione online delle opere (a Google spetterà il 37% mentre agli autori ed editori il 63%), finanzierà un “Book Rights Registry” per i diritti d’autore e sosterrà insieme ai partner le spese legali (125 milioni di dollari) collegate al procedimento intentato contro il gruppo nel 2005.

Un sistema tuttavia contestato da altri grandi nomi del mercato internet come Amazon, Microsoft e Yahoo!, che allertano le autorità sul rischio di abuso di posizione dominante. Il dipartimento di Giustizia analizzerà la questione.

 

Drummond di Google, sostiene che la digitalizzazione di “opere orfane” (libri i cui autori sono ignoti o introvabili) renderebbe più facile per le altre compagnie fare altrettanto.

Crediamo che chiunque voglia riutilizzare libri abbandonati dovrebbe poterlo fare in un modo giusto e legale. Dal nostro punto di vista, l’accordo potrebbe contribuire“, ha detto.

 

Fino ad ora, il gigante dei motori di ricerca online ha trasformato in formato digitale 10 milioni di libri, molti dei quali ottenuti dalle biblioteche.

Alcuni concorrenti di Google, biblioteche e altri, si dichiarano a favore del progetto di digitalizzazione, ma non dell’accordo.

La Open Book Alliance sostiene infatti che il patto potrebbe portare ad una monopolizzazione dell’accesso, della distribuzione e della fissazione dei prezzi del più grande database privato digitale di libri al mondo.

 

La Federal Trade Commission ne ha sottolineato i rischi per la privacy e nei giorni scorsi ha scritto una lunga lettera alla società nella quale invita il colosso dei motori di ricerca a sviluppare una nuova politica di privacy sui propri libri elettronici e a focalizzare l’attenzione sulla “limitazione di usi secondari dei dati personali raccolti tramite Google Books, compresi gli usi che possano essere contrari alle ragionevoli aspettative dei consumatori”.

Tra gli usi secondari rientra, per esempio, l’utilizzo dei dati sulle preferenze degli utenti per promuovere pubblicità ad hoc.

 

“Siamo convinti che sia importante che Google sviluppi una nuova politica di privacy, in particolar modo per Google Books, che si applichi ai prodotti attuali, che sottolinei anche l’impegno per un’applicazione su futuri servizi, ma che mantenga l’impegno profuso nell’attuale politica di privacy”, ha scritto David Vladeck, direttore del Bureau of Consumer Protection della Ftc.

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