Web e politica: blog e social network stimolano l’impegno dei più giovani, ma l’attivismo è ancora roba da ricchi

di Alessandra Talarico |

Secondo uno studio Pew Internet & American Life Project internet non ha ancora mitigato l’accento decisamente ‘upper-class’ dell’attivismo politico americano.

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L’impegno civile e politico è stato sempre considerato una affare per gente ricca e colta, ma in molti sostenevano che con l’avvento di internet tutto sarebbe cambiato. Beh, non è così, almeno stando ai risultati di una ricerca condotta negli Usa da Pew Internet & American Life Project, secondo cui il web non ha apportato sostanziali cambiamenti al carattere socio-economico dell’impegno civile.

 

Quando si tratta insomma di contribuire economicamente a una causa o firmare una petizione online, sono sempre le persone benestanti e colte a fare da guida.

 

Un risultato che ha sorpreso i curatori dello studio, che hanno considerato – nell’elaborazione dei risultati – anche il digital divide.

Lo stesso, ha affermato l’autore della ricerca Kay Lehman Schlozman (docente di scienze politiche al Boston College) “le persone colte e con un alto grado di istruzione sono sempre più attive politicamente su internet, così come lo sono nel mondo reale”.

 

Vi sono tuttavia indizi evidenti del fatto che le nuove forme di impegno civile ancorate in blog e social networks possano modificare modelli di lunga data: il 19% degli utenti internet ha pubblicato online materiale su temi politici o sociali o ha usato un sito di social network per manifestare una qualche forma di impegno civile o politico.

A questo gruppo appartengono persone prevalentemente molto giovani.

 

Si tratta – ha spiegato Schlozman – di uno sviluppo interessante “perché i giovani adulti non sono di solito un gruppo politicamente molto attivo, eppure sono più propensi ad esercitare una qualche forma di attivismo su blog e social network rispetto ai più grandi”.

 

È troppo presto, però, per capire se queste esperienze online si trasformeranno più in la in forme di partecipazione politica diretta o per affermare con certezza che l’impegno politico virtuale possa in qualche modo alzare il livello socio-economico dell’attività politica.

 

“Sarà interessante vedere se queste attività online si tradurranno in un maggiore impegno civico sul lungo periodo o se col passare del tempo si affermeranno i modelli tradizionali di partecipazione”, ha affermato Sidney Verba, coautore del rapporto e docente alla Harvard University.

 

Anche se internet non ha ancora mitigato l’accento decisamente ‘upper-class’ dell’attivismo politico americano, “Stiamo assistendo a cambiamenti importanti nella partecipazione del pubblico alla politica, nei modi di comunicare con i concittadini e con il governo”, ha aggiunto Verba, sottolineando che i dati raccolti nel corso dell’indagine rinforzano la convinzione che internet possa apportare grandi cambiamenti alla politica americana.

 

Il risultato finale di questa trasformazione in atto resta tuttavia ancora da vedere.