Pirateria: in visita in Italia il Partito svedese che vuole legalizzare il file-sharing. Quali rischi per il diritto d’autore?

di Raffaella Natale |

Italia


Downloading illegale

Il Partito pirata svedese arriva in visita in Italia. Il suo fondatore, Rick Falkvinge, era presente al primo congresso di Agorà Digitale a Salerno con l’intento di portare avanti anche nel nostro Paese la lotta alla legalizzazione del file-sharing. Ma non solo.

In programma anche la riforma del diritto d’autore, l’abolizione della Siae e l’impegno a costruire una rete libera e democratica, che consenta la difesa della privacy e dica no alla censura in Italia e all’estero, a partire da paesi come la Cina o l’Iran, che impongono il controllo statale su internet.

 

Ricordiamo ai lettori che alle ultime elezioni per l’Europarlamento, il Partito Pirata svedese ha ottenuto un seggio, raccogliendo il 7,1%, un risultato definito “fantastico” dal capolista Christian Engstrom.

Fondato nel 2006, il Partito Pirata aveva ottenuto soltanto lo 0,6% alle elezioni politiche del gennaio scorso.

Falkvinge è convinto che la nuova legislazione svedese che autorizza per esempio i titolari dei diritti d’autore a tracciare gli indirizzi IP dei presunti responsabili del download illegale, spieghi l’improvvisa popolarità del suo partito.

 

Tutta la vicenda è strettamente legata agli interventi, da parte delle autorità giudiziarie svedesi, sul famoso sito di file-sharing The Pirate Bay, i cui fondatori sono stati condannati a un anno di carcere dal tribunale di Stoccolma per violazione delle leggi del copyright.

Più recentemente, a citare in tribunale La Baia dei Pirati sono state le major hollywoodiane come Columbia Pictures, Disney, Universal, che chiedono una multa per i proprietari del sito che ancora distribuisce serie televisive come Lost, Desperate Housewives e anche film come l’ultimo Batman.

 

Pirate Bay è rimasto operativo anche dopo la condanna a Gottfrid Svartholm Warg, Peter Sunde e Fredrik Neij, suoi fondatori, a un anno di carcere più il pagamento di danni per 4,1 milioni di dollari.

Il sito è stato poi acquistato dal gruppo svedese Global Gaming Factory (GGF), produttore di software e gestore di internet cafè, per circa 5,6 milioni di euro.

La GGF ha già annunciato che fornitori di contenuti e titolari di copyright verranno rimborsati per i file scaricati da Pirate Bay, fino a oggi interamente gratuito.

 

Il nuovo timoniere è Hans Pandeya, il Ceo della GGF, che per la Baia ha già un progetto preciso: “Pirate Bay ha bisogno di un nuovo modello di business che soddisfi tutte le parti in causa: i fornitori di contenuti, gli operatori a banda larga, gli utenti e la giustizia. Chi crea e chi fornisce i contenuti  deve essere pagato”.

 

Le parole di Pandeya hanno subito trovato il plauso della discografia. Per il presidente della Federazione dell’industria musicale italiana, Enzo Mazza , “è un’ottima notizia per lo sviluppo dei contenuti digitali legali, non solo musicali. L’era del tutto gratis e illegale sta finendo e la rete si avvia ad essere elemento fondamentale nella distribuzione di contenuti’.

Fimi aveva dato il via in Italia ad un’azione giudiziaria contro il sito svedese che lo scorso anno è stato oggetto di un’indagine della Guardia di Finanza con un sequestro ordinato dal Gip di Bergamo.

 

L’on. Luca Barbareschi ha nel frattempo presentato una nuova proposta di legge sulla pirateria multimediale: il testo regolamenta la diffusione telematica delle opere dell’ingegno. La novità più rilevante riguarda la delega al governo sulle piattaforme telematiche: lo Stato dovrà incentivare la realizzazione di provider per l’immissione e l’utilizzo legittimi e gratuiti di opere dell’ingegno.  

“E’ un primo passo – ha spiegato Barbareschi – verso la regolamentazione del mondo telematico. Oggi viviamo una situazione di assoluto caos legislativo e la proposta di legge di cui sono primo firmatario vuole riempire un vuoto normativo e cercare di mettere ordine, tenendo in considerazione ogni singolo aspetto, per una materia difficile e in continua evoluzione”.

 

E intanto in Italia è partito “Legal Bay“, un progetto elaborato dalla Siae (Società Italiana Autori Editori) per il lancio nazionale di un servizio destinato a tutti gli utenti italiani che consentirà di scaricare contenuti digitali audio video in modo sicuro e di grande qualità, offrendo un’alternativa legale ed economicamente sostenibile al downloading e al file-sharing illegale.

 

La Siae, che fa parte del Comitato tecnico contro la Pirateria Digitale e Multimediale costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha assunto l’iniziativa di coinvolgere e coordinare tutti gli operatori del mercato audio video attivi in Italia (oltre agli autori e editori rappresentati dalla Siae, i produttori musicali e cinematografici) e i principali operatori telefonici, in un innovativo accordo volto a promuovere lo sviluppo del mercato legale digitale.

 

Il nome dell’operazione richiama alla memoria The Pirate Bay. La Siae ha voluto giocare sul nome, Legal Bay, per contrapporre la nuova offerta?

 

Probabilmente sì. Una cosa è certa, avrà l’appoggio dell’industria discografica e cinematografica che da tempo registra grosse perdite, pagando lo scotto del diffuso downloading illegale di opere protette dal diritto d’autore

 

Nel maggio scorso, la Siae ha anche istituito un apposito registro delle opere musicali che potranno essere gratuitamente utilizzate su Internet con l’indicazione del rispettivi autori.

 

Il presidente Siae, Giorgio Assumma, ha spiegato che “Internet è un eccezionale strumento di circolazione delle opere e la Siae non vuole in alcun modo ostacolare la libera diffusione delle stesse”.

“L’autore che voglia concedere l’uso gratuito delle sue opere su Internet – ha aggiunto – può chiedere alla Siae di escludere dalla sua tutela i diritti relativi alle utilizzazioni di queste opere sulle reti telematiche e di telefonia mobile o di altre forme analoghe di fruizione delle opere”.

 

Una considerazione finale. Il mercato sta tentando di combattere la pirateria con le sue stesse armi, offrendo opere in modo legale sulle piattaforme internet. Si spera anche a prezzi accessibili per i giovani che sono i maggiori fruitori.

 

 

 

Testo della proposta di legge sulla pirateria multimediale a prima firma Luca Barbareschi

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