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Emilia Romagna: nuovo piano industriale di Lepida. Per il presidente G. Falciasecca, ‘5 anni per una prospettiva di lungo periodo’

Italia


Obiettivi rafforzati, chiariti ed allargati: Lepida Spa ha prodotto il piano industriale, relativo non solo al 2010, ma proiettato fino al 2014. Si tratta quindi di un “piano per gruppo di cinque anni”, un periodo che, come ha osservato il Presidente Gabriele Falciasecca, dà alla società “una prospettiva di lunghissimo periodo“, tanto più se si tiene conto della rapidità con cui evolvono le tecnologie della comunicazione.

 

Lepida è uno strumento operativo promosso dalla Regione Emilia-Romagna per la pianificazione, lo sviluppo e la gestione delle infrastrutture di tlc degli Enti-Soci e degli Enti collegati alla rete Lepida e per l’erogazione dei servizi informatici inclusi nell’architettura di rete.

Agisce, nell’ambito della Community Network dell’Emilia-Romagna, sulla dimensione tecnologica per quanto concerne il sistema infrastrutturale e sui servizi innovativi in coerenza con le Linee Guida del Piano Telematico dell’Emilia-Romagna (PITER).

Produce idee di innovazione per la Pubblica Amministrazione creando così opportunità per il mercato ICT verso la P.A. ed opera come partner facilitatore per l’innovazione.

 

Nel corso di questi mesi cambia volto l’assetto societario, con Università, Province e Comuni che stanno entrando nella compagine societaria – sei importanti enti, tra cui le Università di Bologna e Ferrara, hanno già approvato la delibera, per altri tredici l’iter è in fase avanzata – fino ad arrivare all’assetto previsto dalla costituzione stessa della SpA, con i membri della “Community Network” dell’Emilia-Romagna detentori fino al 49% del capitale sociale, e con la Regione detentrice della quota di maggioranza, il 51%.

 

“Man mano che entrano i soci, aumenterà il nostro lavoro, perché, in quanto soci, questi enti saranno anche clienti, ossia acquisteranno servizi e ci chiederanno nuovi lavori”, ha sottolineato il Presidente nel corso della presentazione del piano industriale 2010-2014.

 

Il motivo della programmazione poliennale è stato spiegato dal Direttore Generale di Lepida, Gianluca Mazzini: “per fornire una quantità crescente di servizi occorre una rete efficiente, pianificata almeno sul medio periodo, con una visione che includa sia i servizi previsti che quelli potenzialmente nuovi, di cui si sentirà l’esigenza in futuro.”

 

Il capitale sociale di Lepida da quest’anno è aumentato a 18 milioni di euro con l’iscrizione a bilancio del valore della rete radiomobile R3 per le emergenze, e aumenterà di altri 40 milioni con l’acquisizione della rete fisica Lepida. Via via che si completeranno le MAN (le fitte reti locali all’interno delle grandi città e di alcuni territori provinciali) e che esse saranno conferite a capitale sociale dagli enti che le usano, il patrimonio arriverà a 116 milioni di euro.

 

Ad oggi, l’impegno di Lepida si concentra sul completamento delle opere in corso, di cui la più impegnativa è senz’altro la messa a sistema dei sette pezzi interconnessi di rete geografica, da affidare con gara ad un unico gestore. La rete ha già l’assetto di NGN (Next Generation Network) ed è pronta a giocare il suo ruolo in ambito nazionale.

 

Entro quest’anno la rete omogenea diventerà operativa. Molto impegnative, poi, sono le opere di costruzione delle MAN, che, secondo il modello di compartecipazione degli enti con Lepida, avranno un valore di 35 milioni di euro. E a ciò si aggiunge l’attività sulla rete wireless.

 

Un capitolo molto importante del piano industriale 2010-2014 è quello relativo ai servizi. Nel disegno della società, infatti, un quarto del personale sarà impegnato nella gestione dei servizi da far correre sulle reti (fisica, wireless ed R3). Lepida intende accelerare il completamento di una serie di progetti, dall’autenticazione federata alla piattaforma pagamenti, dal data center alla piattaforma multimediale alla cooperazione applicativa, nonché il portale SIimprese e la piattaforma per lo sportello unico attività produttive, pensata come prototipo del portale unico di accesso del cittadino alla pubblica amministrazione nel suo complesso.

 

Si tratta di strutture interconnesse tra loro, per cui la realizzazione deve andare di pari passo per poi arrivare a una struttura interconnessa, in grado di fornire servizi importanti per gli enti della Community Network. Al di là dello sforzo di realizzazione e di progettazione va segnalata l’evoluzione anche “culturale” di Lepida, ossia la consapevolezza che, pur restando una “rete privata” ossia di proprietà e al servizio degli enti pubblici, il fruitore reale, ancorché indiretto, è il cittadino.

 

“Dobbiamo pensare ai servizi “come se” fossero rivolti ai cittadini – ha concluso il Direttore di Lepida – e dobbiamo lavorare con gli enti, nostri soci e “clienti” per fornire soluzioni efficaci e nuove opportunità derivanti dalle tecnologie emergenti”. (r.n.)

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