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Tv satellitare: dal 31 luglio parte TivùSat, coprirà le zone d’ombra del digitale terrestre. Le riserve di Gentiloni

Italia


Dal 31 luglio parte Tivù Sat, la prima piattaforma satellitare gratuita italiana realizzata da Tivù, società partecipata da Rai (48,25%), Mediaset (48,25%) e Telecom Italia Media (3,5%). Durante la presentazione alla stampa, Luca Balestrieri, presidente di Tivù, ha spiegato che la nascita della nuova piattaforma “è un atto dovuto” ed “è complementare al digitale terrestre che non arriverà a coprire il 100% degli italiani. Tivù Sat non ha un ruolo editoriale e rappresenta solo la fornitura di servizi tecnici. Per il 31 luglio saranno presenti sugli scaffali dei negozi i primi decoder”.

 

Tivù Sat partirà con 22 canali, tutti free; per accedere all’offerta è necessario acquistare un decoder compatibile da affiancare al normale televisore tramite cavo Scart e una parabola orientata a 13° est.

I decoder costeranno inizialmente meno di 100 euro. Poi i prezzi scenderanno.

L’obiettivo da raggiungere sono gli 1,5 milioni di famiglie italiane circa che hanno difficoltà con gli altri tipi di segnale.

 

La nuova piattaforma offre ai canali che aderiranno alla piattaforma, e che potranno essere anche diversi da quelli azionisti, una serie di servizi che vanno dal coinvolgimento nelle campagne di comunicazione effettuate utilizzando il brand Tivù Sat, all’inclusione nelle Epg (guida elettronica dei programmi), al sistema di accesso condizionato Nagravision. La decisione di criptare o meno la programmazione, e in che misura, spetta solo agli editori a tutela dei propri diritti.

 

“Stiamo già ricevendo – ha aggiunto Alberto Sigismondi, consigliere delegato di Tivù – manifestazioni di interesse da molti editori“.

 

Tivù  – ha spiegato ancora Balestrieri – è ‘ispirata’ a quello che è stato fatto in Europa: in Gran Bretagna il servizio di tv gratuita via sat è nato da una joint venture Bbc e Itv ed è stato commercializzato già nel maggio 2008; in Francia, invece sono due le piattaforme satellitari gratuite. Si tratta di Tnt Sat che trasmette dai satelliti Astra a 19,2° est e che permette la ricezione di 21 canali nazionali e di Fransat, il servizio lanciato da Eutelsat e trasmesso tramite il satellite Atlantic Bird 3.

 

Prossimamente toccherà alla Spagna. Il gruppo Hispasat, insieme all’operatore pubblico Rtve, ha proposto la governo spagnolo di utilizzare il proprio satellite per la diffusione dei canali in digitale terrestre. Il progetto partirà nel2010 inconcomitanza con lo spegnimento del segnale analogico.

 

“Abbiamo scelto di lanciare ora Tivù Sat per accompagnare gli switch-off che inizieranno a partire da settembre – ha rimarcato, Andrea Ambrogetti presidente di Dgtvi -. Dal 14 settembre al 16 dicembre saranno circa 7 milioni le famiglie italiane che transiteranno al Dtt, con lo spegnimento del segnale analogico di parte del Piemonte, della Campania e del Lazio’.

Giancarlo Leone, vicedirettore generale della Rai, ha precisato che Tivù Sat “non è uno strumento di competizione tecnica, è una società comune che non è nata per fare business“. Non è, ha sottolineato, “uno strumento di battaglia tattica o di guerra di frequenze. Laddove si volesse fare una connessione tra Tivù Sat e la vicenda Rai-Sky , preciso che questo rapporto non c’è, e non potrebbe esistere”.

 

Sempre riguardo ai decoder, secondo Leone della Rai, “sarebbe molto bello un domani rendere unico il decoder“, dando poi all’utente la possibilità di scegliere.

 

Aggiungendo che se la Rai scende o non scende da Sky “non è un tema all’ordine del giorno e quindi non si pone”. Lo ha detto il vicedirettore generale della Rai, Giancarlo Leone durante la presentazione di Tivu’ Sat. I canali generalisti Rai (Rai Uno, Rai Due, Rai Tre) continueranno dunque a vedersi tramite i canali di Sky, anche alla scadenza del contratto con la piattaforma satellitare di Murdoch se questo non fosse rinnovato entro il 31 luglio.

 

“La questione – ha precisato Leone – riguarda solo se si vedranno o non si vedranno i canali di Raisat. Il negoziato tra Rai e Sky su questo è in corso. Lo vedremo alla fine della trattativa”.

 

Marco Giordani, amministratore delegato di Rti, intervenendo durante la conferenza stampa sulla relazione tra Mediaset e Sky, ha dichiarato: “Non scenderemo da Sky perché non siamo mai saliti su Sky. Non abbiamo nessun contratto e nessun rapporto economico. Per noi di Mediaset, Tivù Sat ha un valore di servizio. Abbiamo sempre sofferto di non poter essere visti sul satellite e abbiamo contribuito con entusiasmo a questa iniziativa”.

“Non abbiamo nessun contratto da seguire o chiudere – ha detto – noi trasmettiamo gratuitamente sul satellite. Solo chi avrà Tivù Sat avrà la garanzia di vedere tutti i canali Mediaset. Non c’è alcun obiettivo strategico, stiamo solo fornendo un servizio”.

 

Su Tivù Sat, Paolo Gentiloni del Pd sul suo blog, in un ‘post’ intitolato ‘gigante fuorilegge’, ha affermato: “Un gigante talmente gigantesco da sollevare ancor prima di nascere alcuni interrogativi. E’ autorizzata la nascita del gigante? Al momento sembra proprio di no”.

Secondo l’esponente del Pd, “trattandosi di una ‘operazione di concentrazione’ tra soggetti operanti nel sistema integrato delle comunicazioni, l’operazione Tivù Sat è stata notificata (con ritardo) all’Agcom, come previsto dall’art. 43 comma 1 del testo unico sulla Tv, e (presumo) all’Antitrust. Ha avuto un via libera da queste Autorità? Non risulta. E come si può far partire la piattaforma visto che, come è noto, la notifica senza un via libera equivale a una condizione sospensiva? E all’Antitrust europeo è stata notificata? E con quali esiti? Sarebbe bene che nella cerimonia di domani i promotori di Tivù Sat dessero qualche risposta”.

 

Gentiloni pone poi un “secondo interrogativo”: “obiettivo del gigante sarebbe quello di muovere guerra a Sky. E fin qui nulla di male, se la concentrazione sarà approvata. Al più avrà qualche conseguenza sugli obblighi imposti a Sky dall’Ue al momento della fusione Stream-Telepiù. Il guaio è che la guerra a Sky comporterebbe, prima o dopo, l’uscita dei canali generalisti Rai dalla piattaforma Sky. Per vederli, alcuni milioni di abbonati a Sky, che pure pagano il canone, dovrebbero munirsi di un nuovo decoder che appunto verrebbe presentato domani. Questa scelta non è compatibile con l’art.26 del contratto di servizio tra Rai e Governo che prevede un obbligo di offerta dei programmi Rai in tutte le piattaforme. Che questo obbligo sussista lo ha detto anche l’ultima relazione Agcom (a pag. 197). Oltre che violare il contratto di servizio, imporre un nuovo decoder a milioni di famiglie che pagano il canone sarebbe comunque uno schiaffo all’idea stessa di servizio pubblico. Anche su questo aspetto risposte dalla cerimonia di domani“, conclude Gentiloni.

 

Per quanto riguarda Tivù Sat, Franco Siddi, segretario Fnsi, ha commentato: “La vicenda del servizio pubblico sul satellite sta diventando puro scontro di poteri contrappuntato da conflitti di interesse al plurale”.

E aggiunge: “Nulla ancora c’è di chiaro dei progetti della ‘piattaforma nazionale'”, mentre “nessuno parla e nessuno sembra avere a cuore le sorti delle esperienze di eccellenza fatte dalla tv pubblica sin qui con la sua Raisat , da anni trasmessa sulla piattaforma Sky’‘. A suo avviso “sarebbe imperdonabile se le scelte della Rai dovessero cancellare questi tesori e rinunciare alla portata innovativa degli operatori contrattualizzati e precari che hanno dato lustro in questi anni alla presenza del servizio pubblico sul satellite. Ci sono anche obblighi sociali e giuridici da tener presente insieme ai valori culturali e economici di questo progetto. Il Cda della Rai – ha concluso Siddi – non potrà far finta di niente”.

 

L’Usigrai ha commentato: “Anche noi, come il presidente Napolitano, temiamo la paralisi della Rai. Anche noi siamo preoccupati per i destini del Servizio Pubblico Radiotelevisivo’. Ma al sindacato non “tornano i conti sul disegno che incombe sull’informazione della Rai, che si vorrebbe assoggettata più ancora che occupata, silenziata prima ancora che imbavagliata”.

 

Intanto a nove giorni dalla scadenza del contratto tra Rai e Sky per i canali di RaiSat sulla piattaforma satellitare, la questione non ha trovato ancora una soluzione. Dello stato delle cose avrebbe chiesto informazioni anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha incontrato il presidente di Viale Mazzini Paolo Garimberti, il direttore generale Mauro Masi e il Cda al completo nella tradizionale visita di cortesia di inizio mandato. Occasione formale in cui però Napolitano si sarebbe informato anche su altre questioni della tv pubblica ancora senza soluzione, come le prossime nomine che dovrebbero essere all’ordine del giorno della riunione del consiglio di domani. Restano infatti solo due Cda, quello di domani appunto e poi la settimana successiva, prima della pausa estiva e i due nodi, nomine e Sky, rimangono sul tavolo.

 

Per Sky, lo scambio epistolare tra la direzione generale della tv pubblica e l’emittente di Rupert Murdoch sarebbe proseguito anche in questi giorni senza però arrivare ad un risultato né in termini economici, né in termini di contenuti.

 

‘Non sappiamo cosa succederà con i canali Raisat, certo il contratto scade a fine mese e c’è poco tempo. Sky però è stata chiara, non entra nel contratto con Raisat se non c’è la distribuzione dei canali in chiaro anche per gli abbonati di Sky’, ha detto il direttore della programmazione di Sky Kathryn Fink. Ed ha aggiunto: ‘Comunque i nostri abbonati possono stare tranquilli, avranno comunque più canali anche se non ci saranno più i canali di Raisat’.

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