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PA e Privacy: per Pizzetti, ‘Su digitalizzazione dannoso sistema differenziato’

Italia


Sì alla digitalizzazione ma attenzione all’eccesso di frammentazione nei diversi livelli di attuazione: è il monito di Francesco Pizzetti, Garante della Privacy, ascoltato in Commissione affari costituzionali alla Camera sull’Informatizzazione delle pubbliche amministrazioni.

 

“In Italia – ha detto – c’é grande voglia di digitalizzare e accelerare il rapporto tra cittadino e Pubblica amministrazione, per aumentare la trasparenza e diminuire i costi, ma questo rischia di avvenire in un modo un po’ caotico e frammentato, in quella che si potrebbe definire la stagione dei millefiori“.

“E’ una misura che agevola i servizi – ha proseguito Pizzetti -. Ma, allo stato, noi riteniamo venga fatta in maniera un po’ troppo settoriale: si prevedono modalità diverse di raccordo tra i diversi livelli di governo; si stabiliscono diverse modalità per dare attuazione all’informatizzazione necessaria per far funzionare il sistema. Mentre il pilastro che l’Italia si era dato, il codice digitale e il servizio pubblico di interconnettività, soffrono di attuazione rallentata e non sempre adeguatamente verificata dal punto di vista della protezione dati“.

 

“Sul servizio pubblico – ha poi aggiunto il Garante della Privacy – mentre da una parte l’interconnettività sta ancora muovendo i primi passi, dall’altra abbiamo invece un ministro come Brunetta che con le Reti Amiche sta moltiplicando lo sforzo per mettere su Internet tutto ciò che è possibile mettere in Rete nel Paese. E’ auspicabile che dall’indagine conoscitiva emerga una riflessione completa: non è conveniente un eccesso di accentramento in un unico sistema, perché deve essere duttile e adatto alle diverse finalità, ma può essere dannoso un sistema che procede troppo differenziato“.

 

Pizzetti ha poi ricordato che la Privacy sta lavorando “con il ministero degli Interni, l’Anagrafe tributaria, le strutture sanitarie e continuamente con il ministero della Funzione pubblica” e ha anticipato che oggi l’Authority “darà un parere sull’attuazione della legge che impone al ministro di assicurare la pubblicazione online dei curricula dei funzionari pubblici”.

 

“Quello che deve essere tenuto presente – ha specificato – è che lo stesso dato è giusto che lo abbia la P. A., non è giusto sia online: ci sono delle informazioni che servono al datore di lavoro ma che sono di scarso interesse per il cittadino. Una cosa che abbiamo chiara – ha sottolineato – è che l’uso di dati cartacei secondo le modalità tradizionali è diverso da quello in Rete. Lo strumento obbliga a modificare anche il contenuto che si vuole trasmettere“.

 

“Non intendiamo minimamente essere un ostacolo alla digitalizzazione, alla trasparenza, alla pubblicità né alla conoscibilità buona degli atti della Pubblica amministrazione – ha concluso Pizzetti – Vogliamo però che tutto questo avvenga, per quanto riguarda la nostra competenza, nel rispetto non solo delle regole formali ma dei valori sostanziali nell’interesse dell’amministrazione, dei cittadini, del Paese”.

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