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Dividendo digitale: consultazione Ue su nuovi provvedimenti per garantire la crescita dei servizi wireless

Unione Europea


Il passaggio dalla Tv analogica alla Tv digitale libererà frequenze radio che potranno essere utilizzate per nuovi servizi wireless, ma per coglierne appieno i vantaggi bisognerà adottare un approccio coordinato in tutta la Ue, affinché si realizzino le adeguate economie di scala e si garantiscano, nel contempo, la competitività e l’accesso alla banda larga mobile.

Entro il 2012, in tutta la Ue si spegneranno le trasmissioni TV terrestri analogiche e si passerà a quelle digitali, come è già avvenuto anche in alcune regioni italiane e, dal 12 giugno, anche gli USA.

 

La  Commissione europea intende sfruttare appieno i vantaggi del passaggio al digitale e garantire un utilizzo efficiente dello spettro, e ha perciò messo a consultazione una serie di provvedimenti volti a evidenziare i benefici del coordinamento dello spettro, assicurando comunque agli Stati membri “la flessibilità necessaria per far fronte alle specificità locali e nazionali, ad esempio in materia di radiodiffusione”.  

 

Si tratta di un’opportunità “unica”, spiega la Commissione, per   “migliorare il modo in cui comunichiamo e accediamo ai contenuti audiovisivi” che garantirà non solo una trasmissione di alta qualità e una più ampia scelta per i consumatori, ma anche decisivi vantaggi economici che potrebbero essere massimizzati o vanificati a secondo dell’approccio scelto.

 

Lo spettro radio è utilizzato da tantissime aziende europee per servizi che vanno dalle comunicazioni senza fili, alla telefonia mobile e alla radiodiffusione televisiva, fino ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa.

Le regole attualmente in vigore, però, sono del tutto inadeguate e non consentono di tenere il passo con la convergenza dei servizi mobili, televisivi e internet.

 

Bisogna perciò mettere a punto nuove regole “chiare e prevedibili” per consentire a  operatori, fornitori di servizi e vendor di apparecchiature di raggiungere le adeguate economie di scala, funzionali a far scendere i prezzi e a stimolare la domanda.

 

Secondo le valutazioni di Bruxelles, infatti, se le risorse radio fossero utilizzate con la massima efficienza in tutta la Ue e se servizi e dispositivi fossero disponibili e facilmente accessibili in tutta Europa piuttosto che solo in alcuni Stati il potenziale impatto economico del dividendo digitale “aumenterebbe di ulteriori 20-50 miliardi di euro tra adesso e il 2015 e a lungo termine potrebbe dare luogo ad un incremento aggiuntivo di 30 miliardi di euro”.

 

La Ue insiste molto sulla ‘indispensabilità’ del coordinamento poiché lo spettro radio è in grado di trasmettere ben al di là dei confini nazionali e per questo le decisioni dei singoli Stati membri hanno conseguenze in aree lontane anche centinaia di chilometri.

 

Pubblico, broadcaster, operatori mobili e tutte le altre parti interessate potranno esprimere la loro opinione fino al 4 settembre, dopodiché la Commissione presenterà una proposta finale.

 

La consultazione sul dividendo digitale lanciata oggi.

 

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