Dividendo digitale: consultazione Ue su nuovi provvedimenti per garantire la crescita dei servizi wireless

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


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Il passaggio dalla Tv analogica alla Tv digitale libererà frequenze radio che potranno essere utilizzate per nuovi servizi wireless, ma per coglierne appieno i vantaggi bisognerà adottare un approccio coordinato in tutta la Ue, affinché si realizzino le adeguate economie di scala e si garantiscano, nel contempo, la competitività e l’accesso alla banda larga mobile.

Entro il 2012, in tutta la Ue si spegneranno le trasmissioni TV terrestri analogiche e si passerà a quelle digitali, come è già avvenuto anche in alcune regioni italiane e, dal 12 giugno, anche gli USA.

 

La  Commissione europea intende sfruttare appieno i vantaggi del passaggio al digitale e garantire un utilizzo efficiente dello spettro, e ha perciò messo a consultazione una serie di provvedimenti volti a evidenziare i benefici del coordinamento dello spettro, assicurando comunque agli Stati membri “la flessibilità necessaria per far fronte alle specificità locali e nazionali, ad esempio in materia di radiodiffusione”.  

 

Si tratta di un’opportunità “unica”, spiega la Commissione, per   “migliorare il modo in cui comunichiamo e accediamo ai contenuti audiovisivi” che garantirà non solo una trasmissione di alta qualità e una più ampia scelta per i consumatori, ma anche decisivi vantaggi economici che potrebbero essere massimizzati o vanificati a secondo dell’approccio scelto.

 

Lo spettro radio è utilizzato da tantissime aziende europee per servizi che vanno dalle comunicazioni senza fili, alla telefonia mobile e alla radiodiffusione televisiva, fino ai sistemi di guida per aerei, navi, satelliti e alla difesa.

Le regole attualmente in vigore, però, sono del tutto inadeguate e non consentono di tenere il passo con la convergenza dei servizi mobili, televisivi e internet.

 

Bisogna perciò mettere a punto nuove regole “chiare e prevedibili” per consentire a  operatori, fornitori di servizi e vendor di apparecchiature di raggiungere le adeguate economie di scala, funzionali a far scendere i prezzi e a stimolare la domanda.

 

Secondo le valutazioni di Bruxelles, infatti, se le risorse radio fossero utilizzate con la massima efficienza in tutta la Ue e se servizi e dispositivi fossero disponibili e facilmente accessibili in tutta Europa piuttosto che solo in alcuni Stati il potenziale impatto economico del dividendo digitale “aumenterebbe di ulteriori 20-50 miliardi di euro tra adesso e il 2015 e a lungo termine potrebbe dare luogo ad un incremento aggiuntivo di 30 miliardi di euro”.

 

La Ue insiste molto sulla ‘indispensabilità’ del coordinamento poiché lo spettro radio è in grado di trasmettere ben al di là dei confini nazionali e per questo le decisioni dei singoli Stati membri hanno conseguenze in aree lontane anche centinaia di chilometri.

 

Pubblico, broadcaster, operatori mobili e tutte le altre parti interessate potranno esprimere la loro opinione fino al 4 settembre, dopodiché la Commissione presenterà una proposta finale.

 

La consultazione sul dividendo digitale lanciata oggi.