Cybercrime: attacchi DoS paralizzano la Corea del Sud

di Alessandra Talarico |

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Cybersquatting

I maggiori siti istituzionali della Corea del Sud sono stati bloccati da un presunto attacco informatico, simile nelle modalità a quelli compiuti nelle ultime settimane contro i sistemi informatici statunitensi.

 

Nel mirino dei cyber-attacker sono finiti ieri il sito della residenza presidenziale (Blue House), del ministero della difesa, dell’Assemblea Nazionale, della Shinhan Bank e della Korea Exchange Bank, nonché il popolare portale Naver.

 

A renderlo noto è stata l’Agenzia per la sicurezza nazionale coreana, secondo cui gli attacchi sono molto simili a quelli sferrati a molti dei principali siti governativi americani, l’ultimo dei quali è stato attuato sabato 4 luglio, rendendo impossibile l’accesso ai siti web del ministero del Tesoro e dei trasporti e della Federal Trade Commission.

 

La paralisi, durata per alcuni siti fino a stamattina, è stata causata da attacchi di tipo DoS, durante i quali migliaia di computer cercano di connettersi contemporaneamente a un sito, sovraccaricando i server che gestiscono il traffico e mandandoli praticamente in tilt.

 

Gli  attacchi non sembra abbiano provocato danni economici o perdite di dati sensibili al governo coreano, ma pongono comunque nuovamente l’accento sulla necessità di proteggere le reti informatiche, sulle quali viaggiano informazioni sempre più delicate per le economie mondiali.

 

William Lynn, viceministro Usa alla Difesa, ha reso noto nelle scorse settimane che i tentativi di intrusione nelle reti militari americane sono migliaia al giorno, sono sempre più sofisticati e in grado di provocare danni economici per diverse centinaia di milioni di dollari.

I cyber-attacchi condotti attraverso le reti bot costerebbero all’economia americana quasi 8 miliardi di dollari l’anno, alcune stime includono anche il furto di proprietà intellettuale arrivando a stimare 1.000 miliardi di dollari.

 

Per combattere il cybercrime gli Usa si sono dotati di un apposito cyber-command, mentre anche l’Europa sta creando una task force (che avrà sede a Roma) col compito di convogliare le attività contro il cybercrime dei paesi europei e degli Usa e di rafforzare i sistemi di difesa al fine di evitare, ed eventualmente contrastare, attacchi su vasta scala ai sistemi che contengono informazioni sensibili relative a settori strategici quali ad esempio il trasporto aereo.