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RomaFictionFest: presentata sitcom Fessbuc. Sullo schermo vizi e manie del popolo di Facebook

Italia


Dopo la commedia cinematografica Feisbum, il social network Facebook diventa fonte d’ispirazione anche per una sitcom indipendente, Fessbuc, che ha debuttato a maggio su internet, e che nelle intenzioni dei realizzatori punta alla Tv. La fiction, presentata nella sezione ‘piloti’ al RomaFictionFest, ha ottenuto con il primo episodio (visibile su YouTube e sul sito ufficiale fessbuc.it) in un mese, 20.000 visualizzazioni.

 

La serie, ideata e interpretata, fra gli altri, da Massimo Garbarino, Arturo di Tullio e Giorgio Centamore, racconta in un turbinio di personaggi, la febbre da social network che coinvolge sempre più persone, anche sul lavoro, tra chat, messaggi, foto, video e test. Fra i tanti interpreti ci sono anche Margherita Antonelli e Camilla Cavo.

 

Secondo Garbarino il nuovo modo di comunicare rappresentato da Facebook “rischia di essere un’arma a doppio taglio. Si rischia di avere potenti mezzi per dire tutto e non avere niente da dire… Allora perché non partire da qui per sviluppare un’idea che si nutra delle contraddizioni della nostra società ma anche delle forti potenzialità della comunicazione e le sfrutti in senso positivo e divertente?”.

 

L’idea di Fessbuc è nata in maniera casuale. Max Gambarino ha iniziato a meditare sui nuovi fenomeni del web e così ha avuto l’idea di ironizzare sul mondo di Facebook e tutte le sue contraddizioni. Ad aggiungersi a questo poi c’è stata la notizia di una nuova serie americana The Guild, lanciata dapprima sul web da un gruppo di autori indipendenti e poi grazie all’enorme successo scelta per la tv. S’è quindi deciso di emulare questo modello americano, vista anche la situazione del mercato italiano, e ispirarsi a The Guild, sfruttando le potenzialità di internet ma prendendolo in giro allo stesso tempo.

 

Il lavoro più grosso è stato quello di inventare personaggi con un certo spessore, di cui fosse possibile esasperare i difetti. Così sono stati creati tipi umani ormai ben riconoscibili nell’ambiente di lavoro di tutti i giorni.

 

Un motivo portante di questa scelta – viene spiegato in un comunicato – è anche il mercato dei prodotti televisivi. Al giorno d’oggi presentare dei ‘numeri zero’, solo scritti o anche girati, a produttori o alle reti è diventato come portare la propria figlia ai provini per Veline sperando che un giorno faccia l’attrice; meglio fare crescere artisticamente la propria creatura, per poi nel caso, se ottiene i giusti consensi, farla entrare nel dorato mondo cinema dalla porta principale…’.

 

Il gioco è arrivare all’utenza della rete attraverso il suo linguaggio, ridicolizzando comportamenti che ormai sono comuni: si comunica quasi solo attraverso le chat di fb, anche con il vicino di casa o il dirimpettaio di scrivania.

Persino negli uffici si privilegia l’attenzione a fb a scapito del lavoro, colpa della crisi o la crisi è anche un po’ colpa di fb? I protagonisti della sit, ambientata in una agenzia di pubblicità, ci faranno molto ridere, anche perché riconosceremo in loro un sacco di comportamenti, vizi e manie che appartengono a tutti noi che utilizziamo questo strumento.

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