Privacy: BT rinuncia a Phorm, mentre gli Usa incaricano la NSA di monitorare la rete governativa

di Alessandra Talarico |

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Intercettazioni

BT non ha piani immediati relativi all’utilizzo della tecnologia di advertising comportamentale Webwise, fornita dalla società Phorm.

La tecnologia si basa sull’analisi costante della navigazione internet al fine di determinare gli interessi degli utenti e realizzare annunci pubblicitari mirati ai loro gusti e ai loro interessi.

“Continuiamo a credere che la pubblicità basata sugli interessi offra maggiori vantaggi agli utenti e ai pubblicitari, tuttavia, dato il nostro impegno nello sviluppo della banda larga di nuova generazione e nei nuovi servizi televisivi, abbiamo deciso di ricalibrare le risorse destinate ad altre opportunità”, ha spiegato BT in una nota, sottolineando tuttavia che l’interesse verso questa forma di advertising resta alto e che la società “intende monitorare i progressi di Phorm con altri ISP prima di finalizzare i propri piani”.  

  

La tecnologia è utilizzata dall’operatore sudcoreano KT, mentre Virgin Media e Carphone Warehouse starebbero valutando la possibilità di lavorare col gruppo. British Telecom, invece, ha ammesso di aver usato Phorm in via sperimentale nel 2006 senza informare gli utenti, molti dei quali si sono poi rivolti alle Autorità.

L’uso sproporzionato della tecnologia è costato un procedimento di infrazione contro il Regno Unito a causa di diversi “problemi relativi all’applicazione delle norme europee in materia di ePrivacy e tutela dei dati personali”.

A partire da luglio 2008 la Commissione ha scritto più volte alle autorità britanniche per chiedere informazioni in merito all’uso di Phorm, giungendo alla conclusione che le norme comunitarie in materia di riservatezza delle comunicazioni nel Regno Unito pongano “dei problemi strutturali”.

 

La Commissione ha inoltre espresso  preoccupazione per il fatto che il Regno Unito non abbia “un’autorità nazionale di sorveglianza che si occupi di queste intercettazioni”.

  

Da oltreoceano, intanto, arriva la notizia che il presidente Obama conta di chiedere l’assistenza tecnica dell’Agenzia per la Sicurezza nazionale per monitorare il traffico internet tra la rete informatica governativa e il settore privato.

Il progetto era stato già messo in cantiere dall’amministrazione Bush e doveva essere avviato a febbraio.

 

L’obiettivo, ha spiegato Janet Napolitano, responsabile del ministero per la Sicurezza interna, è di “proteggere la rete informatica pubblica da attacchi esterni”. Il ministero per la sicurezza interna avrà il compito di guidare la NSA nella lotta contro il cyber terrorismo, missione alla quale l’amministrazione americana si è dedicata col massimo impegno anche attraverso la creazione di un vero e proprio cyber-command, affidato all’autorità dello Stratcom (United States Strategic Command).

 

La nuova iniziativa che vede coinvolta la NSA rischia però di riaprire il dibattito sulla protezione delle libertà individuali, che il precedente governo era stato accusato di aver fortemente limitato, rafforzando il controllo sulle reti di telecomunicazione e internet.

 

Il sistema verrà prima sottoposto a un periodo di test, con la collaborazione dell’operatore AT&T, già finito nel mirino per il ruolo avuto nelle intercettazioni avallate nell’ambito del programma di controllo voluto dal presidente Bush dopo gli attentati alle Torri Gemelle, quando alla NSA venne dato mandato di monitorare le comunicazioni telefoniche anche senza autorizzazioone di un giudice.