Musica: la Ue rilancia le ‘licenze’ per abbattere le barriere della vendita online

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Unione Europea


Neelie Kroes - Commissario Ue alla concorrenza

E’ necessario abbattere le barriere che ancora impediscono la diffusione e il libero acquisto di musica online nell’Ue: questo l’appello lanciato dal Commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, che ha rilanciato la proposta di una “licenza europea“.

 

“Accolgo con favore la volontà delle maggiori realtà discografiche di abbattere gli ostacoli che impediscono ai consumatori di trarre vantaggio dal mercato online”, ha spiegato la Kroes, invitando le varie etichette ad “…adottare soluzioni in merito alle licenze” che favoriscano la diffusione e la crescita dei nuovi modelli di ascolto musicale dettati da internet.

 

Parole, queste, che contengono più di una minaccia, poiché la Commissione europea ha detto alle società, nel luglio scorso, di cambiare un sistema di contratti che consente agli artisti di raccogliere pagamenti solo da un’agenzia basata nel loro paese. Secondo la Commissione, ci sono 24 società che trattano i diritti d’autore in violazione delle regole antitrust, ma per ora non sono state imposte multe. Le società sono rappresentate dalla Cisac, la Confederazione internazionale delle società di autori e di compositori. I musicisti guadagnano soldi con la loro musica dopo aver registrato i diritti d’autore con società collettive.

Questi gestori poi vendono i diritti delle canzoni ai servizi online, alle stazioni radio e alle discoteche.

 

Il download di musica in Europa non ha lo stesso successo che negli Stati Uniti e riempie solo una piccola parte del vuoto lasciato dal crollo della vendita di Cd nei ricavi delle industrie discografiche. Una parte del problema è che in Europa i diritti musicali sono venduti separatamente in ciascun paese.

 

Tra i colossi della distribuzione di musica digitale, la britannica Emi – si legge in un comunicato della Commissione Ue – ha accettato di affidare la gestione delle licenze del proprio repertorio interamente all’EEA, il mercato unico europeo, per superare la vecchia gestione territoriale delle licenze che affida alle società di distribuzione il controllo esclusivo sui diritti.

E oltre alla francese Sacem, anche Apple sta valutando l’ipotesi di rendere accessibili i contenuti di iTunes a tutti gli utenti europei, compresi quelli che abitano Paesi Ue dove il servizio non è ancora disponibile.

 

La buona volontà, dunque, per Bruxelles non manca: ma questo non significa che “la situazione del mercato Ue della musica digitale cambierà da un giorno all’altro”.

 

La Commissione Ue ha poi rinnovato il suo duplice impegno sul fronte della lotta alla pirateria online e quello dello sviluppo di strategie volte a eliminare gli ostacoli ‘ingiustificati’ del mercato digitale, in vista di un prossimo tavolo di confronto tra la Commissione e i colossi discografici. (r.n.)

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