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Pirateria online: l’Assemblea francese approva la ‘doppia pena’ per i downloader illegali

Francia


Mentre al Parlamento Ue la discussione sul Pacchetto telecom si blocca sulle norme che riguardano il downloading illegale, in Francia si procede a ritmo serrato.

Roger Karoutchi, Ministro per le relazioni con il Parlamento, ha dichiarato che il Ddl contro la pirateria verrà approvato nelle prossime settimane, lasciando intendere che non verrà minimamente rimesso in discussione in base alla decisioni che prenderanno gli eurodeputati.

 

Ieri in serata l’Assemblea nazionale ha approvato il principio della “doppia pena” per i colpevoli.

Gli utenti, responsabili di aver scaricato illegalmente materiale protetto da diritto d’autore, non solo subiranno il taglio della linea internet, ma dovranno continuare a pagare l’abbonamento nonostante non possano fruire della connessione.

Questo passaggio era stato molto contestato. La maggioranza dell’Ump ha infatti respinto  – con 95 voti contro 26 – due identici emendamenti del Gdr (Verdi e Pcf) e di tre deputati dell’Ump che chiedevano la sospensione del pagamento del canone internet in caso di taglio della linea.

Ma diversamente a farne le spese sarebbero stati ingiustamente anche i service provider.

 

Il voto finale è previsto in Assemblea il prossimo 12 maggio, quando il testo dovrà superare un esame approfondito. Il 14 la discussione passerà al senato ed è lì che si deciderà definitivamente sul destino di queste controverse disposizioni.

 

I deputati europei proprio ieri hanno confermato la loro posizione contraria a norme che introducono la sospensione della linea internet in caso di downloading illegale.

E’ stato infatti riaffermato il principio secondo il quale “in mancanza di una decisione preliminare dell’autorità giudiziaria non possono essere imposte limitazioni ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti di Internet”, che – contro ogni previsione dopo i lunghi negoziati e il compromesso raggiunto da Commissione, Consiglio e Parlamento – ha fatto saltare l’intera riforma delle norme europee sulle tlc.

 

L’approvazione dell’emendamento proposto Guy Bono per affermare il principio che il copyright va sì protetto ma non criminalizzando l’uso commerciale dei contenuti e degli utenti – e che ha bloccato il cammino dell’intera riforma – rappresenta secondo la Commissione “una importante riconferma dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione europea”, ma è anche vero, come hanno sottolineato i relatori del testo, che rappresenta altresì interessi completamente diversi da quelli della riforma.

 

La palla passa ora al Consiglio dei ministri delle tlc, che dovrà decidere se accettare o meno il pacchetto di riforme.

E dal momento che in quella sede sono i governi e non gli organi comunitari a dover disciplinare l’accesso a internet, appare molto improbabile che il Consiglio del prossimo 12 giugno deciderà di accettare il testo con l’aggiunta dell’emendamento e di ‘salvare’ così il pacchetto telecom.

 

La ricerca di un compromesso sarà con più probabilità affidata al ‘Comitato di conciliazione’ fra le due istituzioni, rimandando quindi l’inizio delle nuove negoziazioni a settembre, dopo che saranno state formate le commissioni parlamentari della nuova legislatura e sempre se il nuovo Parlamento accetterà il risultato della votazione di ieri.

 

In Francia, un gruppo di artisti che si dichiarano “da sempre” di sinistra – fra i quali la cantante Juliette Greco e l’attore Michel Piccoli – ha contestato l’atteggiamento del Partito socialista francese nei confronti della legge proposta dal governo.

In una ‘lettera aperta’, pubblicata su Le Monde, Greco, Piccoli – ma anche il cantante Maxime Le Forestier e l’attore Pierre Arditi – osservano che “opponendosi a che delle regole siano stabilite agli operatori di telecomunicazioni affinché cessino di rapinare la creazione“, il Partito socialista “volta le spalle in modo fragoroso alla nostra storia comune“, caratterizzata “dal rifiuto di un ordine puramente commerciale, dalla protezione del debole contro il forte”.

 

Se il Ddl dovesse essere approvato, la Francia si troverebbe in una posizione molto delicata, divenendo la prima potenza occidentale a prevedere la sospensione della linea internet, misura controversa e impopolare.

 

In Asia, il parlamento sudcoreano ha adottato recentemente una legge che prevede la sospensione temporanea dell’abbonamento in caso di pirateria online recidiva.

Una proposta simile è al momento al vaglio delle istituzioni in Taiwan. La Nuova Zelanda , che in un primo momento aveva adottato una proposta simile a quella francese, ha dovuto successivamente fare marcia indietro.

Davanti alla reazione ostile degli utenti, ha preferito sospendere e poi ritirare la legge che prevedeva la sospensione dell’accesso a internet per i pirati.

 

Negli Stati Uniti, l’industria discografica per anni ha portato avanti nelle aule giudiziarie la propria guerra alla pirateria. Ma da dicembre ha deciso di cambiare strategia, sposando il principio della “risposa graduale”.

La RIAA (Recording Industry Association of America) ha annunciato quattro mesi fa d’aver raggiunto un accordo con importanti service provider su questo tipo di intervento. E vorrebbe arrivare a ottenere il taglio della linea per i recidivi, ma su questo punto non ha ancora trovato l’intesa con gli Isp.

 

Nel luglio scorso, in Gran Bretagna i provider hanno siglato un accordo con l’industria per ridurre il downloading illegale, inviando delle lettere d’avvertimento agli utenti. Ma non sono previste sanzioni.

Un simile accordo è stato concluso in Irlanda lo scorso gennaio e consentirà agli aventi diritto di ottenere gli indirizzi IP degli internauti colpevoli per comminare le multe prevista dalla legge.

In Svezia i quattro proprietari di The Pirate Bay, il più noto sito di file-sharing del mondo, sono stati condannati a un anno di prigione e a 2,7 milioni di euro per risarcire i danni prodotti e gli interessi.

In Germania, dopo l’entrata in vigore nel 2008 della legge che prevede multe fino a 10 mila euro per ogni file scaricato illegalmente, i tribunali hanno dovuto far fronte a diverse questioni perché il testo s’è rivelato difficilmente applicabile.

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