Reti tlc: la Reding bacchetta gli Stati membri ‘finora negligenti’ sulla sicurezza e chiede di istituire la figura di ‘Mr Cyber-security’

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Viviane Reding

La sicurezza delle reti di comunicazione elettronica è una questione di fondamentale importanza per il futuro delle moderne economie: su queste reti viaggiano attualmente la maggior parte delle nostre attività quotidiane e sulla loro buona salute si basa il funzionamento ottimale di settori essenziali che vanno dalla distribuzione di energia all’approvvigionamento dell’acqua, dai trasporti alla finanza e ad altri servizi critici.  

 

Si può ben dire, dunque, che le reti tlc siano la spina dorsale dell’Europa e per proteggerle al meglio, la Ue ha lanciato nelle scorse settimane una nuova strategia di contrasto alla criminalità informatica, chiedendo agli Stati membri di intervenire a loro volta per proteggere le infrastrutture critiche, al fine di rendere l’Europa pronta ad affrontare eventuali nuovi cyber-attacchi, quali quelli perpetrati recentemente contro l’Estonia, la Lituania e la Georgia.

 

Nessuno Stato membro deve essere vulnerabile: questa eventualità causerebbe infatti danni a catena per tutti gli altri, riducendo l’efficacia di qualsiasi contromisura.

 

In un video pubblicato sul suo sito web, il Commissario Viviane Reding ha ribadito l’importanza di proteggere al meglio e in maniera coordinata le reti elettroniche, oggetto di assalti sempre più sofisticati e invasivi che vanno oggi ben al di là dei primi cyber attacchi, perpetrati più come prova di ‘intelligenza’ degli hacker.

 

“I cyber attacchi – ha spiegato la Reding parlando alla Conferenza Ministeriale sulla cyber sicurezza di Tallin – sono diventati uno strumento nelle mani della criminalità organizzata, un mezzo per ricattare aziende e organizzazioni, per sfruttare la debolezza delle persone, ma anche uno strumento di politica estera e militare e una sfida per la democrazia e l’economia a livello mondiale”.

 

Basti pensare che l’interruzione per un mese del funzionamento di queste reti in Europa o negli Usa, provocherebbe perdite economiche per almeno 150 miliardi di euro.

 

E non è un caso che la Conferenza si sia tenuta a Tallin: l’Estonia, infatti, è stata vittima nel 2007 di un attacco informatico che ha costretto il governo a sospendere il proprio servizio di posta elettronica per 12 ore e due delle maggiori banche del Paese hanno dovuto interrompere i servizi online.

 

Nei prossimi 10 anni simili attacchi su larga scala si ripeteranno e per questo la sicurezza delle reti deve restare una priorità nelle agende dei governi europei e mondiali.

 

Attualmente, vi sono notevoli differenze tra gli approcci e la capacità di risposta degli Stati membri di fronte a un potenziale attacco alla rete: “Finora – ha ammonito la Reding – i 27 Stati Ue sono stati molto negligenti“, mentre l’attività di ENISA (l’organismo per la sicurezza delle reti e dell’informazione) si è limitata al mero “scambio di informazioni”, ben lontano da quello che dovrebbe essere il ruolo principale dell’agenzia: quello di “sede europea per la difesa contro gli attacchi informatici”.

 

Nel suo video messaggio, la Reding esorta dunque a una “rapida azione” al fine di assicurare all’Europa una strategia di contrasto alla cybercriminalità forte ed efficace.

Ci sarebbe bisogno, per il Commissario, di un “Myster Cyber-sicurezza”, una sorta di Zar con l’autorità di agire immediatamente in caso di attacco, un “Cyber Cop” col compito di coordinare le forze e di sviluppare piani tattici per migliorare il livello di resistenza delle reti.

“Mi batterò – dice la Reding – affinché questa funzione sia stabilita il prima possibile”.