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eMoney: il Parlamento Ue vara nuove regole

Unione Europea


Il Parlamento – con 364 voti favorevoli, 30 contrari e 1 astensioni – ha adottato una direttiva che modernizza le regole sull’emissione di moneta elettronica, per sviluppare nuovi servizi innovativi e sicuri, aprire il mercato a nuovi operatori e promuovere una concorrenza reale ed efficace tra tutti i partecipanti al mercato.

Stabiliti anche i requisiti relativi al capitale iniziale, ai fondi propri e agli obblighi di tutela, nonché le norme sull’emissione e sulla rimborsabilità della moneta elettronica, sull’importo massimo memorizzabile sui dispositivi elettronici, nonché sui reclami e sui ricorsi.

 

Gli Stati membri dovranno applicare le nuove misure entro 18 mesi e 20 giorni dalla pubblicazione della direttiva sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE.

 

Con l’espressione ‘moneta elettronica’, s’intende “qualsiasi valore monetario immagazzinato elettronicamente o magneticamente rappresentato da un credito nei confronti dell’emittente che sia emesso dietro ricevimento di fondi per effettuare operazioni di pagamento … e accettato da persone fisiche o giuridiche diverse dall’emittente”. Si tratta, ad esempio, dei sistemi Geldkarte in Germania, Proton in Belgio, Moneo in Francia e Mondex nel Regno Unito. Questa definizione copre sia la moneta elettronica detenuta su un dispositivo di pagamento sia quella memorizzata a distanza su un server e gestita tramite un conto specifico. Resta abbastanza generale per “non ostacolare l’innovazione tecnologica” e per includere anche i prodotti che verranno sviluppati in futuro.

 

In questa definizione, tuttavia, non rientra il valore monetario immagazzinato in strumenti che possono essere utilizzati per acquistare beni o servizi solo nella sede utilizzata dall’emittente o in base ad un accordo commerciale con l’emittente, all’interno di una rete limitata di prestatori di servizi o per una gamma limitata di beni o servizi. Ossia, ad esempio, le tessere dei punti vendita, di membro, per il carburante e per i mezzi di trasporto pubblici, i buoni pasto e i buoni per servizi di assistenza ai minori e per lavori domestici.

 

La direttiva non si applica alle operazioni di pagamento eseguite tramite qualsiasi dispositivo di telecomunicazione, digitale o informatico.

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