Open Access: per la Ue può essere ‘modello’ per altri Paesi, ma l’Agcom deve conformarsi alle norme comunitarie

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Telecom Italia

“Le questioni procedurali sono in corso di risoluzione e i rapporti con la Commissione sono improntati a uno spirito di cooperazione”, così l’Agcom è intervenuta in merito alla richiesta Ue di notificare formalmente gli impegni proposti da Telecom Italia per l’apertura ai concorrenti della rete di accesso.

 

“L’Agcom – si legge in una nota dell’Autorità – ha sempre agito con la massima trasparenza e continuerà il dialogo con la Commissione con puntuale attenzione e, per quanto riguarda la procedura di notifica degli obblighi regolamentari, chiarirà ulteriormente, a breve, le interazioni fra obblighi regolamentari (rimedi) e impegni”.

 

Gli impegni presentati a giugno, che sono già stati approvati dall’Agcom, implicano una riorganizzazione interna di Telecom Italia e prevedono, tra le altre cose, che l’indipendenza nella gestione dell’infrastruttura fissa sia garantita da un organismo composto da 3 membri dell’Agcom e da 2 componenti espressi dalla società stessa.

 

In una lettera, la Ue ha reso noto di approvare “la definizione e l’analisi dell’Agcom sulla posizione dominante sul mercato italiano dell’operatore storico per quanto attiene all’accesso degli utenti ai servizi di telefonia e al mercato di accesso a banda larga all’ingrosso”, ma ha anche espresso preoccupazione per il fatto che l’analisi svolta dall’Autorità italiana “non includa né obblighi regolamentari né un’analisi organica degli impegni assunti da Telecom Italia”.

 

Secondo la Commissione, dal momento che gli impegni sono relativi agli obblighi regolamentari esistenti, essi devono essere sottoposti a consultazioni a livello nazionale e comunitario. Solo in questo modo si potrà garantire la trasparenza del processo di apertura della rete e un approccio armonizzato a livello comunitario.

 

Le misure erano state notificate a Bruxelles ma solo in via informale, in quanto secondo l’Agcom non c’era l’obbligo di comunicazioni preventive, trattandosi di impegni non obbligatori, adottati ‘volontariamente’ dall’operatore.

Ma la Ue ne aveva già chiesto una notifica formale, spiegando che, trattandosi di una misura regolamentare, andava notificata formalmente alla Commissione e ai regolatori dei Paesi membri “negli interessi della certezza giuridica” e data “l’importanza della questione, così come l’effetto significativo che i suoi sviluppi potrebbero avere sulla concorrenza nel mercato unico”.

 

La notifica, ha spiegato la Commissione, “è necessaria per garantire la trasparenza e la certezza del diritto nel processo di regolamentazione”.

 

La Commissione è convinta della validità del cammino intrapreso dall’Agcom e dall’operatore storico italiano per garantire una maggiore concorrenza e ha sottolineato che Open Access – se realizzato in maniera trasparente e pro-concorrenziale – potrà essere un modello per tutti gli altri paesi della Ue.

Prima però che i rimedi legati a Open Access vengano applicati, essi dovranno essere esaminati a fondo dalla Commissione e dalle Autorità degli altri Stati membri, così come previsto dalle leggi europee.

In base all’articolo 7 della direttiva quadro, infatti, l’Agcom ha il dovere “di notificare formalmente e con completezza le misure su Telecom Italia sia alla Commissione che agli altri regolatori degli Stati membri”, per consentire una completa valutazione della loro portata e stabilire che esse siano “in linea con le norme comunitarie”.

 

“Solo il rispetto integrale di tale normativa, infatti, può garantire la certezza del diritto”, ha commentato Viviane Reding, sostenuta nel suo giudizio anche dal Commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, che batte sulla necessità di assicurare che gli impegni di Telecom siano veramente funzionali al miglioramento della concorrenza e apportino, in ultima analisi, reali benefici ai consumatori.

 

“Un’adeguata consultazione a livello comunitario garantirà trasparenza e certezza del diritto in linea con l’obiettivo di assicurare un’applicazione armonizzata del quadro normativo per le telecomunicazioni, oltre a consentire alla Commissione e alle altre autorità di regolazione di formulare le proprie osservazioni sugli impegni in questione”, ha spiegato la Kroes.

 

Una volta notificate formalmente le misure, la Commissione e i 26 regolatori europei avranno un mese di tempo per valutarle ed esprimere il loro parere.

Nel frattempo, comunica l’Agcom, si proseguirà come previsto con l’implementazione degli impegni che non hanno impatto sui vigenti obblighi regolamentari.