Cinema: la legge francese fa discutere l’Italia. Necessarie nuove misure contro la pirateria ma rispettando la privacy

di Raffaella Natale |

Italia


Cinema

Il prossimo 16 aprile verrà presentata a Roma la prima ricerca sulla pirateria cinematografica e in quella occasione la Fapav (Comitato istituzionale contro la pirateria) chiederà al Governo italiano che quanto sta accadendo in Francia possa essere da esempio per l’Italia, anche in vista dei lavori che sta attualmente svolgendo il Comitato Tecnico contro la Pirateria istituito presso la Presidenza del Consiglio.

 

Venerdì è infatti passato all’Assemblea nazionale francese il disegno di legge che prevede la sospensione dell’abbonamento a internet per chi scarica file illegalmente.

I recidivi – cioè coloro che dopo un anno dai primi avvertimenti con l’invio di una mail e di una raccomandata a domicilio continuano a scaricare illegalmente da internet – verranno sanzionati con l’interruzione, per una durata variabile da due mesi a un anno, dell’accesso a internet.   

L’intervento sospensivo sarà deciso da un organismo amministrativo, istituito con la nuova legge, l’Alta Autorità per la Protezione del Copyright su Internet (HADOPI), nella quale confluiranno alcuni importanti poteri attualmente spettanti all’autorità giudiziaria e al CNIL (Commissione nazionale dell’informatica e delle libertà).

 

L’approvazione in Assemblea della legge antipirateria, ha detto la Fapav, “…rappresenta un importante e fondamentale passo per il contrasto di un fenomeno che provoca a tutti i Paesi danni sempre più ingenti”.

Si tratta di un “deterrente efficace e concreto” nei confronti di continua a scaricare illegalmente, nonostante gli avvertimenti, film e musica dal web.

 

La Fapav ha sottolineato che quello che aspetta al mondo del cinema nei prossimi mesi è una battaglia di civiltà, in difesa della legalità, dell’industria culturale del nostro Paese e di centinaia di migliaia di lavoratori italiani“.

 

In audizione al Comitato tecnico contro la pirateria, la Fapav ha avanzato una serie di proposte: educare il consumatore al rispetto della proprietà intellettuale in ambito online; attuare un sistema risolutivo di concerto con gli Isp per la rimozione e il filtraggio di link per il downloading e la fruizione di file illeciti, bloccandone la distribuzione alla fonte; scoraggiare la distribuzione non autorizzata di opere tutelate dal Diritto d’Autore tramite sistemi telematici quali P2P attraverso warning educativi insieme a misure proporzionate per una deterrenza effettiva per le violazioni più gravi; incoraggiare l’emergenza di servizi legali per il consumatore.

 

In Italia il Comitato tecnico sta lavorando da mesi con lo scopo di definire le azioni contro la pirateria, inclusa la possibile adozione di leggi o codici di condotta. L’obiettivo è quello di contrastare le conseguenze economicamente negative derivanti dalla violazione dei diritti di proprietà intellettuale.

Parliamo di oltre 5 miliardi di euro di danni – la forchetta è tra i 4,6 e i 5,3 miliardi – , di cui circa 2 miliardi di pirateria riguarda il diritto d’autore.

 

L’on. Luca Barbareschi ha presentato una nuova proposta di legge che presto passerà all’esame delle commissioni. Si tratta di pirateria multimediale: il testo regolamenta la diffusione telematica delle opere dell’ingegno. La novità più rilevante riguarda la delega al governo sulle piattaforme telematiche: lo Stato dovrà incentivare la realizzazione di provider per l’immissione e l’utilizzo legittimi e gratuiti di opere dell’ingegno.  

“E’ un primo passo – ha detto Barbareschi – verso la regolamentazione del mondo telematico. Oggi viviamo una situazione di assoluto caos legislativo e la proposta di legge di cui sono primo firmatario vuole riempire un vuoto normativo e cercare di mettere ordine, tenendo in considerazione ogni singolo aspetto, per una materia difficile e in continua evoluzione”.

 

Ancora più complessa risulta la regolamentazione della pirateria legata al cinema.

 

L’Assemblea francese ha ridotto a 4 mesi, con possibile deroga, lo spazio di tempo tra l’uscita in sala di un film e la sua vendita in Dvd o video on demand (oggi è rispettivamente di 6 e 7 mesi e mezzo).

 

La legge considera il caso in cui il film non ha registrato l’atteso successo al botteghino, prevedendo la possibilità di ridurre questo lasso di tempo a tre mesi, viceversa si può ritardare l’uscita in Dvd in caso gli aventi diritto ne facciano richiesta.

Onde evitare conflitti tra i distributori, che vorrebbero mantenere il film in sale, è gli editori di DVD, le deroghe saranno molto limitate.

 

Dopo l’approvazione all’Assemblea Nazionale, la legge francese dovrà essere riesaminata da una commissione composta da deputati e senatori prima del varo definitivo. Dopo dovrà pronunciarsi il Consiglio costituzionale sulla liceità di tagliare una linea internet con un semplice atto amministrativo.

Inoltre, il Parlamento Ue vorrebbe iscrivere internet tra i “diritti fondamentali” dei cittadini e se così sarà la legge francese diventerà inapplicabile.  

 

La Ue ha preso le distanze dalla Francia. Nell’ambito della riforma del pacchetto telecom, ha ribadito che gli utenti internet devono essere in grado di accedere a qualsiasi contenuto, con qualsiasi dispositivo, mantenendo però intatta la facoltà per gli operatori di utilizzare sistemi di gestione del traffico. Necessaria, infine, l’autorizzazione della competente autorità giudiziaria per limitare la connessione degli utenti che scaricano o condividono in rete materiale protetto da copyright. Niente caccia ai downloaders, dunque, come vuole la Francia, che potrà adesso bloccare la connessione degli utenti recidivi.

 

Infatti si tratta di un argomento che ha provocato profonde divisioni tra gli addetti al settore ma anche tra gli appassionati della rete, innanzitutto per la possibile violazione dei diritti fondamentali per la libertà dei cittadini. Le sanzioni, secondo i detrattori francesi, sarebbero ‘sproporzionate’ e rispondenti a una logica troppo ‘repressiva’, fatta di interdizioni e black-list. La sospensione della connessione internet poi sarebbe oltremodo dannosa per chi vive nelle zone rurali che si vedrebbe privare della linea telefonica.

 

Secondo Enzo Mazza , presidente della Fimi, la miglior risposta alla diffusa illegalità su Internet è data da un bilanciamento tra una più attenta applicazione delle norme – che quando attuate hanno portato risultati – e una forte spinta sull’offerta legale che consente ai consumatori di accedere a sempre maggiori contenuti leciti, a basso costo e senza DRM.

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