Pedofilia online: Luca Barbareschi, ‘Necessaria una regolamentazione della rete che non deve più essere il luogo dell’anarchia’

di Raffaella Natale |

Italia


Luca Barbareschi

In Italia navigare sul web è diventato sempre più pericoloso: a rischio non ci sono solo i ragazzi, ma anche gli anziani, sempre più esposti alle truffe. L’allarme è stato lanciato, in una Tavola Rotonda a Milano, dal vicepresidente della commissione trasporti della Camera Luca Barbareschi, attore e creatore dell’omonima Fondazione Onlus ‘Dalla parte dei bambini’ contro la pedofilia.

 

“Ci vuole una regolamentazione della rete” è l’invito di Barbareschi, che si è fatto promotore della prima Giornata di lotta alla pedofilia, in programma il prossimo 5 maggio e di una proposta di legge di riordino della pedofilia in rete.

 

“Il testo è pronto – ha detto – spero che il prossimo anno si arrivi a una legge. La rete non deve più essere il luogo dell’anarchia. Lo stesso discorso vale per la pirateria“.

 

“Quella della pedofilia – ha detto Barbareschi in altra occasione – è una trappola che rischia di trovare ancora maggiore spazio in una società della comunicazione via internet senza controlli e senza regole. Bisogna perciò che il Parlamento si impegni fattivamente per discutere ed approvare delle leggi che tutelino i minori dalle crescenti insidie della Rete”.

Per il parlamentare, oggi si fa un gran parlare dei rischi derivanti dai social network, non vorrei che poi, come spesso accade, superato il momento di stretta attualità, il tema finisse nel dimenticatoio.

“I capigruppo di Camera e Senato, che hanno più potere decisionale di noi semplici parlamentari, assieme ai Presidenti Fini e Schifani, dovrebbero farsi garanti, sull’argomento, della celerità dell’approvazione di una legge ad hoc, affinché la tutela dei minori dalle odiose aggressioni sessuali diventi una priorità in questa legislatura”.

Aggiungendo che è proprio di un paese civile prendere preventivamente le difese di chi da solo non può difendersi e che corre il rischio di vedersi rovinata l’esistenza da parte di spietati criminali che li adescano attraverso i mezzi più subdoli .

 

Barbareschi ala Tavola Rotonda di Milano ha accusato anche la Tv: “Qualsiasi iniziativa contro la pedofilia viene vanificata. La Rai fa reality devastanti”.

 

Dati inquietanti sulla pedopornografia online sono stati forniti dal direttore della polizia postale, Domenico Vulpiani: “In otto anni abbiamo catturato 4.700 pedofili, ma ci dovrebbero essere pene proporzionate. Il problema è che quasi tutti sono recidivi, la pedofilia dà dipendenza ed è un problema clinico. Su questo stiamo lavorando anche con l’Fbi”.

 

Si è appreso che le autorità hanno avviato una collaborazione con Facebook per arrivare a una sorta di decalogo. Oltre ai ragazzi, “stanno diventando sempre più gli anziani il bersaglio della criminalità informatica – ha detto Gigi Tagliaferri, presidente dell’Associazione per la sicurezza informatica (Clusit) – perché hanno risparmi e sono impreparati alle cose negative della rete“.

 

Per Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, “bisogna informare in maniera completa i giovani delle possibili conseguenze nella vita reale di ciò che avviene sulla rete, e questo va fatto cercando di usare un linguaggio a loro comprensibile”.

 

Il mese scorso, anche il Parlamento Ue ha preso una posizione forte contro la pedopornografia.

Approvando la relazione di Roberta Angelilli (UEN, IT), il Parlamento ha rivolto al Consiglio una serie di raccomandazioni per lottare contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e contro la pedopornografia, ma soprattutto per punire il “grooming” e i gestori di forum pedofili, disattivare i siti web pedopornografici, ostacolare i loro sistemi di pagamento online e promuovere l’uso di filtri per i siti porno.

Anzitutto chiedendo di incoraggiare gli Stati membri che non lo hanno ancora fatto a sottoscrivere, ratificare e attuare tutte le convenzioni internazionali pertinenti, in particolare quella del Consiglio d’Europa (firmata dall’Italia nel novembre 2007, ndr), e ad aiutarli a migliorare la loro legislazione, anche sancendo che i reati a sfondo sessuale nei confronti delle persone di età inferiore a 18 anni “siano sempre classificati in tutta l’Unione europea come abuso di minori” e penalizzando tutte le forme di abuso sessuale nei confronti dei minori.

 

L’ultimo Report internazionale di Telefono Arcobaleno indica tra i 5 Paesi maggiormente coinvolti nella domanda di materiali a contenuto pedopornografico: oltre all’Italia, Stati Uniti, Germania, Federazione Russa e Regno Unito.

Sono infatti i Paesi economicamente più ricchi ad assorbire circa i tre quarti degli scambi mondiali e ad alimentare incessantemente il circuito perverso e criminale della richiesta di nuovi materiali e della loro produzione e distribuzione.

 

L’Europa, secondo i dati dell’associazione, è l’epicentro assoluto del fenomeno pedopornografico online: oltre il 90% dei bambini sfruttati è di razza europea, l’86% dei materiali dei materiali pedofili è allocato in territorio europeo, i due terzi dei clienti sono europei. 

 

Solo in Italia, dove è comunque costante la vigilanza della Polizia Postale, sono stati oscurati  177 siti, segnalati 11 mila siti stranieri alle competenti autorità ed è stata realizzata una blacklist, sempre aggiornata, che al momento conta oltre 160 indirizzi.

 

Il contrasto al fenomeno è infatti costante e intenso, ma difficilmente riesce a scalfire il business: secondo i dati dell’Interpol, ogni anno vengono offerte online almeno 500 mila nuove immagini pedopornografiche originali, e si contano 550 mila immagini di abusi su 20 mila bambini, di età sempre più piccola: l’età media stimata dei bambini sfruttati è passata dai 10 anni del 2003 ai 7 anni del 2007, con punte di età a volte molto più basse. 

 

IL 77,5% delle vittime di pedofilia ha meno di 9 anni e il 42% meno di 7. Di questi bambini, solo 500 sono stati identificati e salvati dal 2001.

Crescono, inoltre, a dismisura gli introiti illeciti, stimati in oltre 4 miliardi di dollari l’anno: l’accesso ad un sito pedopornografico costa in media 50 euro, e un sito pedopornografico ha in media al giorno oltre 400 clienti.

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