Tiscali continua a guadagnare quota, dopo la conferma che il Cda di domani valuterà il rientro di Renato Soru

di Raffaella Natale |

Italia


Renato Soru

Vola Tiscali in Borsa, in tarda mattinata guadagna il 15,05% a 0,34 euro, dopo la conferma che il consiglio di amministrazione di domani valuterà il rientro dell’azionista-fondatore Renato Soru, che aveva lasciato la società per l’impegno in politica.

 

Il mercato sembra aver reagito bene alla notizia, perché l’eventuale ritorno di Soru darebbe maggiori garanzie per la società che giusto qualche giorno fa ha comunicato di aver sospeso i pagamenti sui debiti bancari a lungo termine e che le banche si sono rese disponibili alle trattative per rinegoziare il debito finanziario.

Secondo un analista, l’ingresso di Soru è considerato “…una garanzia sul fatto che si possa raggiungere un accordo con le banche creditrici”.

“Dal punto di vista operativo non cambia nulla”, ha aggiunto l’analista. “…C’è l’impegno di chi ha fondato la società e che ha una relazione storica con le banche”.

 

Il Cda del 27 marzo presenterà il bilancio e le nuove linee guida strategiche. Il piano era atteso per le prime settimane del 2009 e avrebbe dovuto dare visibilità sul futuro delle attività nel Regno Unito.

Infatti giusto qualche settimana fa sono saltate le trattative con la payTv BSkyB di Rupert Murdoch, il gruppo ha spiegato che a seguito del protrarsi delle negoziazioni con la società britannica e del mancato raggiungimento di un accordo, per via del deterioramento del contesto di mercato in cui opera anche il potenziale acquirente, ha preso atto della sostanziale impossibilità a procedere nelle suddette trattative.

Secondo stime ufficiose, gli asset d’oltremanica sono valutati in 500 milioni di euro.

 

“…Il mercato ha frainteso la rottura della trattativa con BSkyB come il primo passo per l’insolvenza – ha commentato un operatore – ma successivamente è arrivato il rimbalzo“. La comunicazione non era, infatti,  stata ben accolta in Borsa e solo successivamente alla decisione delle banche di sospendere il pagamento dei debiti si è registrata una netta ripresa.

 

A pesare sulle negoziazioni anche la querelle col premier Silvio Berlusconi che a più riprese ha attaccato Soru, impegnato nella competizione elettorale in Sardegna, come politico e imprenditore, citando tra l’altro il licenziamento di 250 dipendenti su 800.

Sull’argomento era intervenuto anche il legale dell’azienda, Giuseppe Macciotta, per dire che l’Isp sardo “non ha dato corso a un solo licenziamento, né ha dato vita ad alcuna procedura di cassa integrazione, ma “in perfetta intesa con le organizzazioni sindacali e datoriali dei lavoratori ha esclusivamente attuato un programma di esodi incentivati in forza del quale 82 dipendenti sono liberamente receduti dal rapporto in essere”.

“…Sfido il Presidente del Consiglio – concludeva la nota – a confutare anche una sola delle asserzioni che precedono”.

 

Un atteggiamento, quello del presidente del Consiglio, poco condivisibile visto che colpiva una società quotata in Borsa che comunque rappresenta un’interessante realtà sul mercato italiano dell’Ict.

 

“Tiscali – sosteneva l’Ad Mario Rosso sulle pagine dei principali quotidiani sardi – è stata ed è tuttora un’esperienza industriale innovativa che uscendo dai confini nazionali ha saputo esprimere un capitale umano, tecnico e tecnologico innegabile”.

Nella lettera si ricordava che, in 10 anni di attività, il gruppo ha investito “…oltre 400 milioni di euro in tecnologia e rete sostenendo la modernizzazione delle infrastrutture nazionali nel mercato italiano delle Tlc”, e ha “generato occupazione in Italia per oltre 1300 persone medie annue”.

“…Parliamo di un’azienda attenta all’economia del territorio sardo, che attualmente sta affrontando la crisi dei mercati con l’elaborazione di un piano industriale finalizzato al miglioramento della redditività anche mediante operazioni di ottimizzazione dei costi e degli investimenti“, spiegava l’Ad del gruppo.

 

Soru, se il Cda di domani darà il proprio lasciapassare, rientrerebbe in azienda in un momento particolarmente difficile per il gruppo che, dopo l’abbandono delle trattative con BSkyB, deve trovare un piano B per rilanciarsi. Quando nel 2004 entrò in politica lasciò le cariche, prima quella di amministratore delegato passando il testimone a Ruud Huisman (già Ceo di Tiscali Benelux e Scandinavia) e a breve giro anche la presidenza, a Vittorio Serafino. Ha ridotto negli anni la sua partecipazione ma non ha mai pensato di cedere la partecipazione anche se, per sciogliere i conflitti di interesse, a dicembre 2008 ha creato un ‘blind trust’.

Il 17,688% delle azioni detenute da Soru sono state trasferite a Gabriele Racugno.

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