Privacy: ancora polemiche per la ‘Lex Nokia’. Per EFFI è ‘incostituzionale’ e viola i diritti umani

di Alessandra Talarico |

Finlandia


Nokia

Non si placano le polemiche in seguito all’approvazione, in Finlandia, di una controversa legge che permette ai datori di lavoro di controllare le email dei dipendenti nel caso vi fosse il sospetto di fughe di notizie che potrebbero danneggiare gli interessi aziendali.

 

La legge – battezzata Lex Nokia per le pressioni giunte al governo da parte del colosso dei telefonini che addirittura avrebbe minacciato di lasciare il Paese se non fosse stata approvata – è passata due giorni fa con 96 voti favorevoli e 56 contrari e ha fatto infuriare i sostenitori della privacy: l’associazione Electronic Frontier Finland (EFFI) ha invitato il presidente Tarja Halonen a chiedere l’opinione della Corte Suprema prima di controfirmare la legge, per stabilire se essa sia in linea con la Costituzione.

 

L’associazione sostiene infatti che la legge violi i diritti umani e sta considerando anche il ricorso alla Corte europea, anche perché i legislatori non avrebbero tenuto conto del parere negativo espresso dall’opinione pubblica e anche dalle forze di polizia.

 

La legge, se fosse approvata in via definitiva, non si applicherebbe solo alle aziende, ma anche a uffici, biblioteche, università, scuole e o condomini dotati di una rete propria. Tutti questi soggetti avrebbero facoltà di mettere sotto controllo il Pc di dipendenti, inquilini, funzionari sospettati di fughe di notizie, identificando mittenti, destinatari, ora di trasmissione e peso degli allegati, escluso, ovviamente, il del contenuto delle email. Per farlo, basterà solo informare della decisione un ‘mediatore’ che supervisioni le operazioni, senza neanche richiesta di autorizzazione .

 

Ed è proprio questo punto ad aver suscitato le maggiori polemiche: le forze di polizia si sono lamentate del fatto che mentre le imprese dovranno solo informare un mediatore, per ottenere le stesse informazioni la polizia ha bisogno del permesso di un giudice e solo sulla base di precisi indizi di reato. Molti esperti legali e attivisti hanno quindi sottolineato che i criteri per definire quali dati possano essere monitorati sono troppo vaghi e che difficilmente si riuscirebbe a evitare in questa maniera un’eventuale fughe di notizie.

 

Nokia ha smentito le presunte pressioni sul governo e negato di aver dichiarato al quotidiano finlandese Helsingin Sanomat l’intenzione di delocalizzare i propri stabilimenti se la legge non fosse stata approvata.

Certo è che se Nokia dovesse attuare questa presunta minaccia, per la Finlandia sarebbe una perdita senza precedenti: la società è numero uno al mondo nella produzione di cellulari e offre lavoro a 16 mila persone, producendo entrate fiscali per 1,3 miliardi di euro.