Tv generalista vs pay Tv? Tarak Ben Ammar: ‘Murdoch non è arrabbiato con Berlusconi, del resto è in Italia grazie a lui’

di Raffaella Natale |

Italia


Tarak Ben Ammar

Si torna a parlare dei rapporti tra la prima Tv commerciale italiana, Mediaset, e la pay Tv Sky del magnate australiano Rupert Murdoch.

Controversi rapporti, specie per quanto riguardano la concorrenza sul mercato dei contenuti a pagamento. Competizione agguerrita da quando Mediaset, grazie al digitale terrestre, ha cominciato a investire nel pay-per-view.

Rapporto recentemente complicato dalla disposizione del governo che, nel decreto anticrisi, ha previsto l’innalzamento dell’Iva al 20%. Un provvedimento che non è molto piaciuto a Sky.

 

Questa volta a prendere la parola è Tarak Ben Ammar, uomo d’affari tunisino, che in un’intervista al Sole24Ore ha assicurato: “…Ho visto Murdoch quindici giorni fa e non è affatto arrabbiato con Berlusconi”.

Aggiungendo, “…E’ un uomo d’affari che vive in un mercato competitivo. Gli ho ricordato che è in Italia perché c’era Silvio Berlusconi presidente del Consiglio che lo ha permesso”.

Ben Ammar ha rivelato che offrì a Vincenzo Maranghi (Mediobanca) la presidenza di Sky Italia e che lo stesso Maranghi “…aveva caldeggiato l’accostamento di Sky Italia a Telecom” con “l’obiettivo finale” di “unire Telecom e Sky”.

In marzo, con Berlusconi, Ben Ammar lancerà una televisione maghrebina, Nesma Tv, “…per quei 90 milioni di nordafricani arabi che non sono integralisti, ma persone moderate e di valore“.

 

Proprio nei giorni scorsi, in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera, Pier Silvio Berlusconi ha commentato: “….noi la concorrenza a Murdoch la facciamo già non sul satellite ma con Premium, la pay sul digitale terrestre. E per il futuro non escludo che ci misureremo con loro anche all’estero”.

“…Mi fanno quasi tenerezza, per non dire altro, quelli che nel centrosinistra si sono innamorati di Murdoch. Un signore che ha scalato e conquistato il Wall Street Journal, bibbia dei repubblicani americani e del capitalismo globale, che ha lanciato Fox-Tv, il network che ha sostenuto per due mandati George W. Bush”.

E sul tycoon australiano, ha commentato che in Italia “…si è insediato come monopolista del satellite. Un monopolio che ancora oggi ha ben saldo nelle sue mani”.

“…Ho letto che in Italia si sente ostacolato dall’establishment (…) sarà, ma a noi sembra esattamente il contrario”.

“…Noi facciamo tv generalista gratuita. Loro tv tematica a pagamento. Sono due modelli di business completamente diversi. E gli ascolti lo dimostrano: Canale 5 da sola con il 23% è la prima rete italiana, gli oltre cento canali Sky fanno l’8-9% tutti insieme”.

 

All’osservazione che Sky è però sulla bocca di tutti, la risposta di Berlusconi jr è che “…più che altro è sulla bocca del sistema mediatico. Sky può essere vista da 4,7 milioni di famiglie italiane su un totale di 24 milioni. A volte l’èlite scambiano le proprie abitudini e i propri consumi come fossero quelli di tutti. Ma non è così”.

Poi torna sul terreno della concorrenza a Sky. “…Abbiamo deciso di iniziare un’avventura tostissima, provare a rompere il monopolio nella pay tv con Mediaset Premium. Ci siamo inventati, primi al mondo, l’offerta tv con carta prepagata e dopo un esordio solo con partite di calcio in pay-per-view, dall’anno scorso abbiamo lanciato una proposta completa, con offerte 24 ore su 24 ricchissime per qualità e quantità. Risultato: già nel 2008 circa 400 milioni di fatturato. E trasmettiamo sul digitale terrestre, la piattaforma che entro il 2012 vedranno tutti gli italiani”.

 

Sul fronte del fatturato, “…le dimensioni di Sky Italia sono simili alla nostre. E certo non sono i nuovi arrivati, nati in un garage, che si battono contro una multinazionale. Il gruppo News Corp nel 2008 ha fatturato dieci volte il gruppo Mediaset e il loro utile netto è pari ai nostri ricavi in Italia”.

“…Loro hanno tanti canali di nicchia con prodotti principalmente acquistati, professionali ma freddi, preconfezionati. Noi investiamo oltre un miliardo di euro ogni anno in contenuti italiani e offriamo gratuitamente una tv calda, fatta con i talenti più forti: riusciamo ad aggregare i migliori conduttori, autori e produttori. E regaliamo al pubblico il grande intrattenimento, fiction di alta qualità, informazione. E poi fil e telefilm da tutto il mondo. Siamo in concorrenza con Sky, ma la loro è un’offerta complementare alla nostra. Tanto è vero che anche chi paga la pay via satellite guarda soprattutto le nostre reti gratuite”.

 

Quanto ai futuri investimenti all’estero: “…Non vogliamo perdere terreno nel nostro Paese, anzi vorremmo conquistarne. E per continuare a competere davvero – ha informato Berlusconi – dobbiamo pensare anche a una solida presenza in Europa”.

 

E alla domanda se Mediaset abbia aperto dossier su asset come Prosieben in Germania, Itv in Gran Bretagna, Digital Plus in Spagna, il vice presidente Mediaset ha precisato: “…noi siamo un’azienda sana che non ha mai fatto follie. E con questa crisi ci vuole ancora più prudenza ma ci potrebbero anche essere grandi opportunità. Come sempre, se ci fosse l’occasione giusta saremmo pronti a coglierla. E’ già successo con Endemol che è leader mondiale dell’intrattenimento Tv e continua a crescere”.

“…Se noi non cresciamo – ha detto ancora – c’è il rischio che l’Italia perda un altro presidio industriale, quello televisivo. E’ già successo nell’informatica, nella farmaceutica (…) Mediaset è un’eccellenza italiana, andrebbe perlomeno difesa”.

“…Non vogliamo perdere terreno nel nostro Paese – ha sottolineato – anzi vorremmo conquistarne. E per continuare a competere davvero dobbiamo pensare anche a una solida presenza in Europa”.

 

Intanto Giuliano Adreani, amministratore delegato di Mediaset, insignito della laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha escluso una fusione con Telecom Italia.

“Noi non abbiamo mai pensato a una fusione. Non abbiamo alcuna intenzione di entrare nella telefonia. Il nostro campo è la televisione e ora stiamo investendo sul digitale”.

“…Abbiamo rapporti commerciali con Telecom, come con altri“. Intervenuto sull’ipotesi di scorporo della rete Telecom e sulla ventilata ipotesi di fusione con Mediaset, suggerita da Angelo Rovati, consulente di Rothschild ed ex consigliere del Governo Prodi, Adreani ha ribadito: “…Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nella telefonia, il nostro campo è la televisione e ora stiamo investendo sul digitale”.

 

La digitalizzazione, quindi, nuova frontiera della televisione. “…Siamo di fronte alla rivoluzione copernicana per la televisione – ha detto – bisogna dare il meglio cavalcando le nuove tecnologie. E’ attraverso il digitale che passa la nuova Tv “.

Diversa la situazione se si guarda alla possibilità di vedere la Tv sul web. “…Internet è un grandissimo strumento – ha affermato – serve per studiare, per fare ricerca, a collegarsi con il mondo. Meno per il resto, cioè per quello che riguarda i programmi Tv”.

“…Sapete cosa succede? – ha sottolineato – Accade che i giovani navigano in internet, ma poi la sera spengono il pc e si mettono davanti alla televisione”.

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