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Digitale terrestre: buoni i primi dati sullo switch-over in Trentino. Ambrogetti (DGTVi), ‘Presto assegnazione delle frequenze’

Italia


La prima transizione dal sistema televisivo analogico al quello digitale in Trentino Alto Adige è avvenuto nel migliore dei modi: il nuovo segnale digitale, irradiato in prevalenza dalla Paganella e dal monte Finonchio, non ha evidenziato alcun problema, garantendo la copertura di un’utenza pari a 367 mila persone e un’area che da Rovereto porta a Trento, per continuare in valle di Non ed estendersi in decine di altri Comuni.

Il numero verde 800.022.000, allestito dal ministero dello Sviluppo economico per garantire informazioni e assistenza tecnica agli utenti trentini, ha ricevuto poco 1113 chiamate, con una media oraria di circa 100 telefonate (Dati aggiornati al pomeriggio di ieri 17 febbraio).

Nella stragrande maggioranza dei casi, si è trattato di cittadini che chiedevano informazioni sulla risintonizzazione dei canali digitali: operazione, quest’ultima fortemente consigliata dai tecnici. Ebbene, oltre il 95% delle richieste ha trovato soluzione.

 

La restante percentuale di chiamate è stata fatta da persone che segnalavano un momentaneo oscuramento dei canali analogici: problemi, questi ultimi che sono stati risolti in poche ore dai tecnici Rai e Mediaset.

Soddisfatta Eva Spina, coordinatrice della task-force del ministero dello Sviluppo economico che ha seguito momento dopo momento le operazioni di spegnimento dei segnali analogici di Rai 2 e Rete 4 in Trentino e la nascita della nuova era digitale per la televisione: “…L’andamento del flusso di telefonate al numero verde testimonia una transizione senza particolari problemi in Trentino”.

 

Parlando a Trento del passaggio al digitale avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, Andrea Ambrogetti, presidente di Dgtvi, l’associazione che riunisce Rai, Mediaset, telecom Italia Media, Dfree, e le emittenti televisive locali associate a Frt-Tv locali (Federazione Radio Televisioni) e Aeranti-Corallo, ha dichiarato che “I due canali fanno circa il 20% del totale dell’audience, dunque si tratta di un passaggio importante e del primo non sperimentale, com’era stato in Sardegna e Valle d’Aosta, ma a regime”.

Aggiungendo che “…La rete di aiuti per eventuali problemi tecnici con i decoder, messa in campo con numeri verdi statali e l’aggiunta di quelli della Provincia autonoma per gli anziani dai 75 anni in su, ha fornito un valido supporto e risolto le numerose richieste: possiamo pensare di esportare questo modello organizzativo via via nelle altre regioni“.

“La gente – ha detto ancora – ha reagito bene ed era preparata. E’ indicativo il fatto che nelle ultime due settimane sia aumentato l’acquisto di decoder, secondo un nostro monitoraggio, mentre ieri, primo giorno di ricezione già pienamente digitale, non c’e’ stata un’impennata di acquisti”.

 

Procede quindi il passaggio alla Tv digitale terrestre in tutto il Paese. “…L’assegnazione delle frequenze in Italia dovrebbe essere possibile presto, già dalla prossima settimana“, ha precisato Ambrogetti.  

 

“…Proprio oggi si dovrebbero avere gli esiti della trattativa tra governo e Unione europea”, dopo la procedura d’infrazione aperta da Bruxelles sulla legge Gasparri, assorbita nel Testo unico della radiotelevisione, rimasta attiva nonostante il cosiddetto decreto Romani sulle frequenze, approvato dal Parlamento lo scorso giugno.

“L’Autorità garante per le comunicazioni – ha proseguito Ambrogetti – ha effettuato tutto il lavoro preparatorio necessario all’assegnazione delle frequenze e ora attende il ministero per procedere, cioè la conclusione della trattativa europea”.

 

Quanto al Trentino, “per le frequenze non sono emersi problemi – ha informato Ambrogetti – che come Sardegna, Val d’Aosta, province di Torino e di Cuneo, è già stato oggetto di esame da parte di un tavolo con l’Autorità garante delle comunicazioni. Le frequenze utilizzabili per il Trentino sono state decise e la limitazione delle montagne a una serie d’interessi internazionali farà sì che lo spettro sarà interamente utilizzabile”.

 

Continua invece la protesta del Partito dei Pensionati del Trentino. Un nuovo presidio, dopo quello di mercoledì scorso sotto la sede della Rai di Trento, è stato organizzato ieri dal segretario, Claudio Taverna, e un piccolo gruppo di attivisti, hanno distribuito volantini di fronte al palazzo della Provincia autonoma.

Al centro della contestazione, il fatto di pagare il canone Rai “usufruendo di un servizio ridotto, se non acquisteranno il decodificatore”.

 

Intanto la Rai, per evitare che i prossimi più impegnativi switch-off portino problemi, si è alleata con Mediaset per dar vita a una società comune, Tivù, per proporre i propri contenuti sul satellite, sganciandosi dalla piattaforma di Sky. Saranno i nuovi vertici della Rai a decidere se fare un passo ulteriore e togliere da Sky le proprie reti generaliste. Intanto a Viale Mazzini è stata costituita una task-force dedicata a questo tema.

Sotto il coordinamento del vice direttore generale Giancarlo Leone, fanno parte del gruppo Luca Balestrieri, direttore del digitale terrestre Rai, Fabio Belli, direttore pianificazione e controllo, Rubens Esposito, eminenza grigia dell’ufficio legale, Maurizio Braccialarghe, amministratore delegato della Sipra, Franco Matteucci, direttore del marketing strategico col suo vice Marcello Ciannamea, e Lorenzo Vecchione, amministratore delegato di Raisat.

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