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Sicurezza: ancora scarsa la conoscenza delle minacce online, nonostante la diffusione dei software di sicurezza

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F-Secure ha annunciato i risultati della ricerca annuale Online Wellbeing.  Obiettivo dell’indagine – condotta a dicembre 2008 in Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Stati Uniti, Canada, India e Hong Kong su un campione di oltre 2000 utenti Internet tra i 20 e i 40 anni – era di verificare il livello di conoscenza delle tematiche di sicurezza online.

 

La maggioranza degli intervistati in tutti i Paesi (92%) dichiara di aver installato un software di sicurezza sui propri computer. Tuttavia, solo il 21% – il 18% in Italia – è consapevole che gli antivirus necessitano quotidianamente di più aggiornamenti. Questo indica che molti utenti potrebbero avere una falsa percezione della sicurezza se il loro software fosse scaduto o non si aggiornasse automaticamente e regolarmente. Tuttavia, il 67% degli intervistati si è detto consapevole che un antivirus non basta per essere protetti e quasi il 90% sa che è possibile essere infettati visitando siti maligni, anche senza scaricare nulla.

 

“Il fatto che milioni di PC continuino a essere infettati dimostra che le persone non sempre capiscono come funziona un software di sicurezza”, ha dichiarato Sean Sullivan, Security Advisor e blogger degli F-Security Labs di Helsinki. “I software per la sicurezza installati dagli utenti potrebbero essere programmi manuali e curativi, anziché automatici e preventivi. Questa è spesso la differenza tra software gratuito (o in versione prova) e un servizio di sicurezza a pagamento, che viene aggiornato automaticamente”.

 

L’indagine dimostra che gli utenti si affidano al software di sicurezza e a siti web sicuri per garantire la protezione degli acquisti e delle operazioni bancarie online. Solo poco più del 20% (il 25% in Italia) si rende conto che anche un appropriato comportamento online da parte dell’utente gioca un ruolo fondamentale. Da notare, che i più consapevoli in questo senso sono Hong Kong e Germania, mentre i britannici risultano i meno attenti alle proprie abitudini online.

 

Tra i Paesi che si affidano maggiormente al software di sicurezza acquistato o al servizio di sicurezza fornito dal loro Internet Service Provider figurano India (70%), Hong Kong (50%) e Italia (49%).

 

Gli utenti degli Stati Uniti si fidano meno del software comprato ma si affidano più spesso a siti web sicuri. In Francia, gli intervistati danno più fiducia alla protezione garantita dai propri siti abituali di shopping e banking online che al proprio software.

 

Alla domanda, quale fra le seguenti non è una minaccia online:  worm, phisher, Trojan, Spartan, bot, il 40% ha dichiarato di non saperlo. La Germania ha avuto la più alta percentuale di intervistati che hanno risposto correttamente (54%), seguita dal Canada con il 38%. In Italia, solo il 16% degli intervistati ha risposto correttamente, il 36% non ha saputo rispondere e un altrettanto elevato 36% crede che i bot non siano una minaccia online. Solo il 4% degli intervistai a Hong Kong sapeva che gli Spartan non sono una minaccia.

 

La vulnerabilità di Internet Explorer messa in evidenza lo scorso dicembre e il worm Downadup/Conficker, largamente diffuso nelle reti aziendali a gennaio, hanno evidenziato ancora una volta la necessità da parte degli utenti di aggiornare le loro applicazioni con le ultime patch e aggiornamenti.

 

L’indagine di F-Secure ha dimostrato che solo il 17% degli intervistati (il 16% degli Italiani) era assolutamente sicuro di avere le ultime patch e aggiornamenti. Il 40% non era altrettanto sicuro ma si è detto d’accordo sull’importanza di aggiornamenti frequenti. In Canada, gli intervistati si sono dimostrati i più sicuri in merito all’aggiornamento delle proprie applicazioni (22%), seguiti subito dalla Germania con il 21%. (Fig. 4 in allegato)

 

L’indagine è stata condotta nel dicembre 2008 dalla società di ricerche indipendente Zoomerang su un campione di 2019 utenti Internet di età compresa fra i 20 e i 40 anni, in Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Stati Uniti, Canada, India e Hong Kong, con circa 200 persone intervistate per ciascun paese. Agli intervistati è stato chiesto di rispondere a una serie di domande sulla sicurezza online e, usando una scala Likert, di valutare il livello di fiducia in termini di sicurezza su specifiche attività online.

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