Rai: ‘Nessuna strategia contro Sky dietro la piattaforma comune con Mediaset e TI Media. Ma solo agevolare il passaggio alla TDT’

di Raffaella Natale |

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La nuova piattaforma di Rai, Mediaset e Telecom Italia Media continua a far discutere, mentre tutti cominciano a chiedersi se in realtà la vera intenzione sia quella di mutare l’attuale equilibrio del mercato media e rafforzarsi nella Tv digitale a danno di Sky.

 

Non sarebbe fuori da ogni logica, poter pensare che questa alleanza nasca anche sulla scia delle indiscrezioni che parlano di un ingresso del magnate dei media Rupert Murdoch, che controlla la Pay TV, in Telecom Italia attraverso Telefonica.

 

Una simile operazione ridisegnerebbe completamente gli assetti, assegnando nuovi ruoli a broadcaster e telcos.

 

A rafforzare l’ipotesi dell’accordo contro Murdoch, la decisione della Rai di disdire, con i sei mesi di anticipo previsti dal contratto, l’uso dello standard di criptaggio Nds, quello della News Corp di Murdoch utilizzato dai canali trasmessi sulla piattaforma satellitare.

 

La Tv pubblica ha però deciso di intervenire e chiarire che la creazione della piattaforma satellitare comune con Mediaset ha l’obbiettivo di agevolare il passaggio al digitale terrestre di tutti gli utenti in chiaro.

“…La costituzione di una società con Mediaset e Telecom per sostenere con una piattaforma satellitare integrativa il passaggio al digitale terrestre è avvenuta nei mesi scorsi con la finalità di garantire piena visibilità dell’offerta gratuita agli utenti“, ha detto la Rai in una nota.

“…Misure del genere sono state prese in altri Paesi, a cominciare dalla Bbc nel Regno Unito”.

 

Inoltre la Rai ha precisato che “…la recente comunicazione a Sky di disdetta del sistema di criptaggio Nds dei canali è stata fatta in ottemperanza a una specifica clausola contrattuale e in vista del negoziato con Sky degli accordi in scadenza alla fine di giugno”.

Per viale Mazzini, quindi, “…si tratta di atti normali nella vita dell’azienda che non possono in alcun modo essere interpretati a sostegno di fantasiose illazioni sulle future strategie della Rai”.

 

L’iniziativa della piattaforma chiamata Tivù, mira a ritrasmettere il segnale digitale terrestre nelle zone in cui ci sono buchi nella copertura. Il capitale di Tivù è diviso in parti uguali fra Rai e Mediaset, il 48% ciascuno. Il restante 4% sara riservato a Telecom Media.

Il mese scorso Giancarlo Leone, Ad di Rai Cinema, aveva detto che la Rai, per gli obblighi di servizio pubblico, non avrebbe abbandonato le trasmissioni in chiaro sulla piattaforma Sky.

 

A dire la sua, è stato anche il direttore di Libero, Vittorio Feltri, che dalle pagine del quotidiano ha commentato: “…Rai e Mediaset si alleano contro il nemico comune, quel Murdoch che con i canali satellitari a pagamento costringe i propri competitor a darsi una brusca svegliata. Rai e Mediaset avranno un socio di minoranza di grande prestigio: Telecom, ansiosa di arricchire il business dei telefoni fissi con qualcosa che regga in futuro”.

 

Durante la IV Conferenza sulla Tv digitale terrestre è stato dato l’annuncio della costituzione di questa nuova società “Tivù”, che si occuperà di sviluppo della Tv digitale e che al suo interno avrà un nuovo piattaforma satellitare che si chiamerà “Tivù Sat” e che trasmetterà i canali delle tre emittenti.

 

Tivù Sat, secondo il responsabile del prodotto digitale Rai, Luca Balestrieri che ha presentato l’iniziativa, inizierà le sue trasmissioni a giugno 2009.

Secondo le indicazioni dei tre operatori, Tv Sat servirà a coprire con il segnale satellitare le zone non coperte dal digitale terrestre, in vista dello switch-off completo della tecnologia analogica, entro il 2012. Ma in prospettiva Tivù Sat potrebbe diventare l’alternativa a Sky che attualmente ritrasmette sul satellite i canali Rai, Mediaset e TI Media.

 

“…Il bastone del comando – scrive Feltri – starà in mano agli uomini del Biscione dal momento che l’amministratore delegato di Tivù è Alberto Sigismondi, manager di provenienza Mediaset”.

Libero ospita infine un’intervista a Marco Giordani, amministratore delegato di Rti, la società che gestisce le reti Mediaset, il quale spiega come Tivù rappresenti “…una riscossa della Televisione Italiana perché per quantità di canali a qualità dei programmi l’offerta gratuita italiana è di gran lunga la più ricca d’Europa“. Tivù offrirà “…una quarantina di canali tematici di Mediaset e Rai, più le Tv locali che sono già sul digitale terrestre. Vogliamo evitare che molte famiglie italiane siano obbligate a pagare Sky per vedere tutti i nostri contenuti gratuiti“, altri canali si potranno aggiungere successivamente.

   

“La competizione del futuro è tra piattaforme – ha sottolineato Balestrieri che di Tivù è presidente – e la Tv gratuita ha bisogno di un proprio spazio per competere anche sul satellitare”.

 

Questa sarà la nuova sfida a Murdoch. Primo obiettivo, ha spiegato Balestrieri, “…è garantire la copertura del digitale terrestre sul 100% della popolazione”, portando quindi la nuova tecnologia “…in tutte le case degli italiani“, anche dove il segnale Dtt non riesce ad arrivare. Ma il nuovo bouquet si propone, in prospettiva, anche come alternativa a Sky.

 

Inutile provare a chiedere se, un domani, l’offerta di Tivù finirà progressivamente ‘oscurata’ su Sky, che pure vede un’ampia fetta del proprio ascolto concentrarsi ancora sui canali generalisti: toccherà a ciascun broadcaster, si è limitato a spiegare Balestrieri, “mettere la propria offerta sulle diverse piattaforme, con le modalità che riterrà più opportune“, fermi restando per la Rai gli obblighi di servizio universale e di rispetto della neutralità tecnologica.

 

Da fonti ufficiali si apprende che per quanto riguarda la presenza dei canali Mediaset su Tivù, il progetto prevede due fasi. Nella prima fase i canali Mediaset saranno visibili su satellite sia su Sky sia su Tivù.

Solo nella fase due del progetto i canali Mediaset e quelli della Rai, previo accordo fra le due aziende, potrebbero essere non più visibili sul bouquet Sky. Questa seconda fase, fanno notare le fonti, è soltanto una delle possibilità e non c’è ancora nulla di deciso.

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