Informazione e guerra: la strage nella scuola gestita dall’Onu a Jabaliya (Gaza). Il Gr1 della Rai dà una sola versione, quella che accusa Israele

di di Franco Abruzzo |

Ignorata la versione fornita dalle autorità israeliane sulla presenza di miliziani di Hamas che dall'interno della scuola avevano sparato colpi di mortaio contro Tsahal.

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Guerra

Sono solito svegliarmi ascoltando il Gr1 della Rai delle 7. Così ho fatto anche lo scorso mercoledì mattina 7 gennaio. Ovviamente in apertura la strage nella scuola gestita dall’Onu a Jabaliya (zona nord della striscia di Gaza).

Della notizia, con i servizi da Gerusalemme, è stata data una sola versione, quella che accusa Israele di aver fatto fuoco in maniera deliberata sui 350 ospiti dell’edificio. Eppure, già dal giorno prima, le principali agenzie di stampa, tra le quali l’Ansa (basta consultare il sito www.ansa.it), hanno dato un’altra versione, che è questa:

ANSA: GAZA. STRAGE JABALYA. UNITÀ ISRAELE ATTACCATA DA MORTAI.

Tel Aviv, 6 gennaio 2008. La strage nella scuola dell’Unrwa di Jabalya è avvenuta dopo che dal suo interno erano stati sparati colpi di mortaio contro una vicina unità di fanteria israeliana. L’unità ha risposto al fuoco a sua volta con mortai contro gli attaccanti, per neutralizzarli. Lo ha riferito la televisione commerciale israeliana Canale 10, citando fonti militari. Secondo l’emittente, le forze armate israeliane dispongono di un filmato, ripreso da un aereo senza pilota, che mostrerebbe le fasi successive dell’incidente. Fonti militari israeliane hanno detto alla televisione che negli ultimi giorni sono aumentati gli episodi in cui miliziani di Hamas hanno attaccato forze israeliane dall’interno di scuole, ospedali e moschee, nonchè da zone residenziali. (ANSA). XBU 0 6-GEN-09 18:31

Ovviamente nei servizi non c’era un accenno alle responsabilità di questa guerra addossata al gruppo terroristico di Hamas, tra i tanti, sia dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, sia dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen (Mahmud Abbas).

Concludendo il famoso dibattito sull’obiettività (1959/1979), Umberto Eco ha scritto che il cronista è uno “storico del presente o dell’istante” e che è possibile raggiungere una obiettività minima, quando di un fatto si raccontano tutte le versioni che circolano sulle agenzie di stampa.

Antonio Caprarica farebbe bene a ricordare la lezione di Umberto Eco ai suoi redattori.

Liberiamoci delle cronache ideologiche e lavoriamo come “storici”: ascoltiamo tutti, scaviamo nella realtà dei fatti, leggiamo tutte le “carte” e diamo spazio a tutte le versioni. E’ in gioco la credibilità del giornalismo. Non solo italiano.

Chi ha sentimenti risorgimentali sa che tutti i popoli, che tali si manifestano e quello palestinese l’ha fatto, hanno diritto a uno Stato, a un territorio, a un Governo e a una Bandiera.

Ma anche Israele merita lo stesso rispetto.

Napoleone diceva che è la geografia a determinare le scelte politiche. Quando due popoli hanno a disposizione un territorio esiguo servono anche accordi internazionali che garantiscano la sicurezza di tutti e la possibilità per tutti di vivere in pace senza temere che l’altro, Hamas in questo caso, vuole distruggere l’antico antagonista (Israele).

La versione dettagliata dell’Ansa.

GAZA: Guerra Israele si allarga, massacro di civili.. Stato ebraico annuncia apertura corridoio umanitario (di Furio Morroni/ANSA)

Tel Aviv/Gaza, 7 gennaio 2008.Una strage di palestinesi ha marcato ieri il terzo giorno dell’offensiva terrestre di Israele nella Striscia di Gaza, messa a ferro e fuoco in un’avanzata martellante contrastata dai miliziani di Hamas che hanno risposto con lanci di razzi fino a 35 km da Tel Aviv. In tarda serata il premier Ehud Olmert ha annunciato l’apertura di un corridoio umanitario per far fronte alla crisi. Un’iniziativa, secondo l’ufficio del primo ministro, proposta dai vertici militari del Paese: prevede di autorizzare il periodico accesso a varie aree della Striscia di Gaza per consentire il passaggio di generi di prima necessità destinati alla popolazione. Almeno 42 persone, per lo più donne e bambini, secondo fonti locali, 30 stando a fonti Onu, sono rimaste uccise e varie decine ferite, ieri, in un bombardamento dell’artiglieria israeliana su una scuola gestita dall’Onu a Jabaliya, nelle vicinanze di Gaza City. La scuola dell’Unrwa (l’agenzia Onu per il soccorso ai profughi palestinesi) era in quel momento gremita da sfollati appena giunti dal Nord della Striscia, in particolare dalla località di Beit Lahya. L’edificio, secondo la versione israeliana del grave incidente, è stato fatto segno ai colpi dell’artiglieria dopo che miliziani di Hamas nascosti al suo interno avevano esploso colpi di mortaio contro un’unità di fanteria. Fonti militari israeliane hanno riferito che negli ultimi giorni sono aumentati gli episodi in cui miliziani di Hamas hanno attaccato i soldati dall’interno di scuole, ospedali e moschee nonché da zone residenziali e proprio oggi un centro di intelligence israeliano ha pubblicato un rapporto in cui – dati e foto alla mano – si denuncia «l’uso cinico e spietato che Hamas» fa de! i civili come scudi umani”.

(in: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_847338001.html)

La versione del “Corriere della Sera”

DUE MILIZIANI – “L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver trovato dentro la scuola i corpi di due militanti di Hamas. Secondo la ricostruzione di Tsahal i soldati hanno risposto al fuoco dei militanti, che sparavano colpi di mortaio dall’interno della scuola dove si erano rifugiati centinaia di palestinesi; i proiettili sparati dalle truppe israeliane avrebbero poi innescato altre esplosioni, forse dovute alle armi immagazzinate nella scuola. Secondo fonti ospedaliere palestinesi il bilancio delle vittime sarebbe più grave rispetto quello fornito dalle Nazioni Unite: i morti sarebbero 43 e i feriti oltre un centinaio. Martedì mattina in un raid aereo è stato colpito un altro istituto nel campo profughi di al-Shati, campo profughi sulla costa nel territorio di Gaza City: morti tre civili palestinesi che insieme a molti altri – circa 450 – avevano cercato lì rifugio. Altri due sono stati uccisi in una ter za scuola dell’Unrwa nel campo di Khan Younis, nel sud della Striscia. Il segretario generale del’Onu Ban Ki-moon ha giudicato «totalmente inaccettabili» gli attacchi israeliani contro le strutture Onu a Gaza, attacchi, ha detto, che «non devono essere ripetuti“.

(in: http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_06/gaza_israele_palestina_bilancio_vittime_bd3fe34c-dbcc-11dd-8581-00144f02aabc.shtml)

La versione di “Repubblica”

La versione israeliana. “Ci attaccavano“, è la versione di Tsahal, l’esercito israeliano. All’interno della scuola gestita dall’Onu, dicono i soldati con la stella di David, militanti palestinesi sparavano colpi di mortaio contro una vicina unità di fanteria dell’esercito israeliano. L’unità ha risposto al fuoco a sua volta con mortai contro gli attaccanti, per neutralizzarli. Le forze armate israeliane dispongono di un filmato, ripreso da un aereo senza pilota, che mostrerebbe le fasi successive. I soldati affermano di aver ritrovato nella scuola colpita i corpi di due militanti di Hamas. E ne hanno anche fornito i nomi: Imad e Hassan Abu Askar. Poi, Israele ha fatto sapere che intende presentare una protesata all’Onu per “aver ospitato nell’edificio” gli uomini di Hamas. L’alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati ha replicato chiedendo una commissione di inchiesta indipendente sull’accaduto e l’incriminazione di chiunque abbia violato la legalità internazionale.

(in:http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/medio-oriente-46/gaza-6-gennaio/gaza-6-gennaio.html)

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