Riforma dell’audiovisivo: dura opposizione in senato, mentre 3 mln di francesi in più per la prima serata Tv senza spot

di Raffaella Natale |

Francia


France Televisions

Prosegue in Francia il dibattito sulla riforma dell’audiovisivo pubblico che dopo una vera e propria maratona in Assemblea, approda oggi in Senato.

Come i deputati, anche i senatori di Ps e Pcf intendono portare avanti un’offensiva frontale, senza esclusione di colpi, contro le nuove disposizioni.

 

Il disegno di legge arriva a Palazzo del Lussemburgo mentre la norma chiave, che prevede la soppressione della pubblicità dalle reti di France Télévisions, è entrata in vigore lunedì 5 gennaio. Il Cda della Tv pubblica ha, infatti, anticipato la soppressione su decisione del governo, cosa che ha sollevato le polemiche di tanti senatori, inclusi quelli dell’Ump.

“La legge entra in vigore per 22 milioni di telespettatori e 48 ore dopo il senato discute il testo. Che interesse c’è a partecipare a questo dibattito e votare?”, si è chiesto  Dominique Dominati (Ump) che ha infatti deciso di non partecipare alla seduta.

“E’ spiacevole discutere una riforma già attuata“, aveva già commentato a dicembre l’ex Primo Ministro Jean-Pierre Raffarin.

 

I radicali del Rdse non hanno dimostrato grande entusiasmo. Martedì i deputati centristi hanno mantenuto la loro opposizione al Ddl, sostenendo che il governo non ha accolto le loro richieste. Per questo, come ha informato il senatore Hervé Maurey, il gruppo Union centriste non voterà il provvedimento, smentendo così le indiscrezioni degli ultimi giorni che parlavano del raggiungimento di un accordo.

 

Il Primo Ministro, François Fillon, ha ricevuto ieri a Matignon i presidenti dei gruppi di maggioranza al senato, Henri de Raincourt (UMP) e Michel Mercier (UC), per cercare di trovare una soluzione comune.

La Commissione Affari culturali del senato ha annunciato ieri d’aver votato un emendamento alla riforma del progetto di legge, che prevede un aumento del canone e l’estensione della tassa anche per pc e telefonini.

 

Intanto i francesi non hanno proprio voluto perdersi il 5 gennaio la prima serata senza spot della Tv pubblica e si sono riuniti in massa davanti al piccolo schermo.

Secondo le stime, erano, infatti, tre milioni di telespettatori in più del solito perché, alle 20, scoccava lo storico stop alla pubblicità che riporta in qualche modo alla situazione di 40 anni fa.

Per molti si è trattato di evento storico, che modificherà inevitabilmente le abitudini degli utenti.

 

Per l’Istituto Mediametrix, sono state 3,1 milioni le persone in più ad aver scelto di accendere la tv con un picco massimo di audience registrato durante il meteo alle 20.26. Anche questo anticipato perché di solito l’Auditel si impenna attorno alle 21.15. Insomma, tutto cambia nelle serate dei francesi che, in un recente sondaggio, si erano detti in grande maggioranza favorevoli alla soppressione della pubblicità. Ma, come succede spesso, ogni riforma comporta tempi di adattamento. Alcuni rimpiangono già i buoni vecchi 15 minuti di pubblicità che precedevano il film: “ne approfittavamo per spegnere la tv e parlare un po’ in famiglia“, racconta Ondine di 23 anni.

Ora per parlare non c’è più tempo: il prime time comincia alle 20.35 e non più alle 20.50. Altri hanno dovuto adattare l’ora di cena per non perdere l’inizio dei programmi, come Patrice e Helene, 39 e 37 anni: “abbiamo anticipato la cena con l’idea di mettere a letto i bimbi entro le 20.30, un quarto d’ora prima del solito, ma alla fine abbiamo perso l’inizio del tg”. Sì, perché ormai il tg di France 2, principale rete pubblica, comincia anche lui prima, di due minuti (alle 19.58), e finisce alle 20.30 spaccate.

 

Nella lotta per l’audience, a uscire vincitrice è stata comunque la tv privata Tf1, la più seguita in Francia, che temeva migrazioni verso la concorrenza e invece ha riunito davanti a un telefilm (iniziato a sua volta due minuti prima) 7,8 milioni di telespettatori. Erano 5,8 milioni a seguire il programma di reportage di France 2 e 3,3 il quiz di France 3. Ma l’appuntamento che i francesi non hanno saltato è stato quello con la loro fiction più amata, “Plus belle la vie”, in onda su France 3: i suoi fedelissimi 6 milioni di spettatori quotidiani hanno fatto zapping al momento giusto, cioè dieci minuti prima del solito, alle 20.10 precise, rinunciando però a seguire il tg delle 20 su France 2.

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