Leva fiscale per il cinema: la Ue dà il via libera alla prima tranche di misure

di di Bruno Zambardino (Docente di economia del cinema e della tv alla Sapienza di Roma e Direttore Osservatorio Media di I-Com) |

Italia


Bruno Zambardino

Centoquattro milioni di euro. Questo l’ammontare autorizzato dalla Commissione europea in deroga alle norme in materia di aiuti di Stato e che consentirà al nostro Paese di rendere operative una parte delle misure fiscali a sostegno del cinema introdotte dalla Legge Finanziaria del 2008 grazie ad un inedito intervento “bipartisan”, di cui più volte abbiamo scritto in questi mesi.

 

Il regime di incentivi fiscali sarà valido fino al 31 dicembre 2010 e, in sede comunitaria, è stato ritenuto compatibile con la deroga culturale prevista dal Trattato CE e con le norme sugli aiuti alla produzione cinematografica contenute nella Comunicazione sul Cinema del 2001.

 

Attese da tempo dagli operatori del settore e considerate uno strumento decisivo per rafforzare la competitività delle imprese, far affluire maggiori investimenti al comparto e difendere la natura culturale dei film nazionali, le norme che disciplinano il credito di imposta e la detassazione degli utili possono ora essere tradotte nei relativi decreti attuativi e nelle circolari esplicative da parte degli organi competenti (Direzione Generale del Cinema e Agenzia delle entrate).

 

Al momento – è bene precisarlo – sono stati autorizzati soltanto il tax credit e il tax shelter “interni” (vedi tabelle) ovvero gli incentivi a favore delle attività di produzione cinematografica “di film europei culturali e di particolare interesse culturale”, mentre la parte relativa alla possibilità da parte degli operatori del resto della filiera e soprattutto delle imprese esterne al settore di fruire del credito di imposta e godere di uno scudo fiscale è stata rimandata a gennaio 2009 per necessità di ulteriori approfondimenti da parte degli uffici tecnici di Bruxelles.

 

 

Tax credit interno

Aliquota

Credito max annuo per impresa

Investimento max annuo per impresa

 

Imprese di produzione cinematografica

 

 

15% costo di produzione

 

3,5 milioni

 

23,3 milioni

 

 

Tax shelter interno

Aliquota

Plafond

Impresa di produzione italiana o estera (con stabile organizzazione in Italia)

100% utili dichiarati e reinvestiti in produzione e distribuzione di film di nazionalità italiana

 

5 milioni

(2008)

 

10 milioni

(2009)

 

15 milioni

(2010)

 

In effetti il pacchetto di misure sottoposto alla valutazione  della Commissione europea – a differenza di altri Paesi – presenta caratteristiche inedite e all’avangiardia contemplando una più estesa articolazione dei soggetti in campo e dei relativi benefici toccando tutta la “filiera allargata” del cinema (produzione, distribuzione, esercizio, industrie tecniche e di produzione esecutiva) fino ad estendersi al settore privato delle imprese che non operano nel comparto.

 

Negli ambienti del Ministero si respira un clima di grande soddisfazione per il traguardo raggiunto: “Esprimo la mia personale gioia per questo notevole successo ottenuto a poco più di tre mesi dalla richiesta italiana, e che costituisce un importantissimo tassello per l’effettiva applicazione in Italia di questi meccanismi fiscali di agevolazione per il cinema esistenti nei principali Paesi UE ed attesi da almeno 15 anni nel nostro Paese“. Così ha dichiarato il Direttore Generale del Ministero Gaetano Blandini che ha sottolineato  l’importanza dell'”appoggio trasversale” fornito dal Parlamento cui si è aggiunto il convinto sostegno di tutte le  Associazioni di categoria unite nell’incoraggiare incentivi di mercato in grado di dare una iniziazione di fiducia ad un settore che – nonostante la crisi – sta reagendo in modo positivo (dopo un 2007 record che ha sfiorato i 120 milioni di biglietti al box office, per il 2008 ci si attende una modesta flessione).

 

La ratio sottesa al provvedimento è legata alla necessità di rimuovere le debolezze strutturali che caratterizzando il nostro mercato cinematografico a partire dal sottodimensionamento e dalla bassa patrimonializzazione delle imprese fino a giungere alla scarsa domanda di prodotti a matrice culturale e alla forte presenza di film commerciali di provenienza statunitense.

 

Il cambio di prospettiva segna una svolta storica nel nostro Paese, mostrando anche un più elevato grado di maturità del comparto consapevole che non è più sufficiente puntare sul ripristino (pur importante) dei livelli minimi di finanziamento pubblico derivanti dal Fus, ma che è necessario aprirsi maggiormente al mercato e conquistare maggiore fiducia da parte di investitori esterni, delle banche e, in ultima analisi, del Ministero delle Finanze che svolgerà un ruolo prezioso nelle attività di monitoraggio dei flussi finanziari.

 

Ricordiamo che la misura approvata prevede la possibilità di ricorrere alla leva fiscale solo per film di nazionalità italiana e di interesse culturale, e soltanto a condizione che parte consistente dell’investimento sia riconducibile al territorio ed a risorse produttive nazionali.

 

Non a caso il Commissario responsabile della concorrenza dell’UE, Neelie Kroes, ha voluto commentare la decisione in questi termini: “La buona collaborazione offerta dalle autorità italiane ha permesso alla Commissione di valutare rapidamente la compatibilità del regime. Accolgo con piacere il fatto che le autorità italiane abbiano utilizzato criteri culturali per aumentare la varietà dei film da proporre ai cittadini europei”. E ancora: “L’obiettivo principale del regime italiano di aiuti a favore del cinema è quello di mantenere e stimolare il potenziale culturale del settore delle attività cinematografiche. In Italia, la frammentazione del settore, combinandosi con la forte presenza di majors statunitensi a livello di distribuzione e produzione, ha determinato una massiccia presenza di film commerciali ad alto budget, di origine per lo più statunitense. Fino ad oggi, il settore cinematografico italiano si è concentrato in misura crescente su film con un impatto modesto sul pubblico e si è venuta a creare una situazione in cui pochi film commerciali occupano una posizione prossima a quella dominante”.

Conformemente alla comunicazione sul cinema, il sostegno è destinato a prodotti culturali, per i quali le intensità massime di aiuto sono limitate al 50%, ad eccezione dei film a basso budget o “difficili”, in cui esse possono raggiungere l’80%. Le condizioni di territorialità applicabili sono di livello inferiore al requisito massimo di territorialità consentito dalla comunicazione sul cinema

  

Il successo dell’impianto normativo dipenderà dall’accuratezza con la quale si predisporranno i decreti attuativi in coerenza con i vincoli comunitari. Da questo punto di vista possiamo rintracciare almeno cinque ambiti particolarmente delicati sui quali sarà necessario fornire dettagli tecnici ed operativi trasparenti e praticabili per evitare di snaturare la norma primaria e creare dannosi corto-circuiti.

  

* perimetro dei beneficiari: occorrerà definire se e in che modo le imprese che già forniscono beni e servizi (o quelle che contraggono accordi di product placement) al produttore possano essere coinvolte nel sistema di agevolazioni fiscali;

* natura di prodotto culturale: occorrerà fare luce sulla possibilità di assoggettare ai benefici anche i film di nazionalità italiana attraverso integrazioni e rimodulazioni dei requisiti attuali necessari per ottenere la qualifica di interesse culturale;

* parametrazione delle agevolazioni: all’interno del tax credit interno va definita con esattezza la composizione del costo di produzione e di distribuzione ammissibile (producer fee, oneri finanziari ecc…) anche con riferimento alle coproduzioni internazionali; per quanto riguarda il tax shelter sarà necessario specificare i rapporti tra utile accantonato, utile distribuito e reddito di esercizio;

* tempi di fruibilità: le norme secondarie dovranno chiarire tempistica e modalità di presentazione delle istanze (graduatoria su base cronologica, scadenze predeterminate ecc…), di concessione dei crediti e di eventuale revoca in caso di inadempienze;

* intensità e specificità degli aiuti: i decreti dovranno definire con maggiore chiarezza il rispetto del limite generale del 50 % e i casi in cui tale soglia può essere superata (film difficili).

  

In conclusione, grazie al nulla osta di Bruxelles un primo importante traguardo è stato raggiunto. Un dono da mettere sotto l’albero che fa ben sperare in un momento difficile per l’intero sistema economico nazionale e che restituisce grande credibilità agli estensori del provvedimento.

Nei primi mesi del 2009 occorrerà completare l’opera “convincendo” i responsabili della Concorrenza della bontà e coerenza della seconda tranche del pacchetto, quella che contiene le misure più forti ed incisive per un vero cambio di marcia dell’industria cinematografica

Affinché il nostro Paese possa realmente allinearsi al resto dell’Europa e recuperare quegli spazi di competitività che le spettano in uno scenario internazionale sempre più agguerrito è infatti necessario che venga preservata in tutta la sua integrità la ratio innovativa del pacchetto di misure.

  

  

  

Allegati:  

Comunicato stampa del Ministero  

Comunicato stampa della Commissione europea  

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