Tlc e crisi: il successo degli smartphone aiuterà il settore mobile, ma l’industria dovrà puntare sulla differenziazione dei servizi

di Alessandra Talarico |

Informa Telecoms & Media avverte: l’Open Source sarà fondamentale, ma bisognerà anche creare nuove opportunità di guadagno sia attraverso i servizi propri che l’unione con altri operatori mobili.

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La popolarità dell’iPhone Apple, nonostante un prezzo di lancio di 499 dollari per la versione 4G nel 2007, ha permesso ai produttori di dispositivi mobili di tirare il fiato, dopo la caduta libera dei prezzi medi dei cellulari da due anni a questa parte.

Il segmento smartphone può dunque essere considerato non solo un’affidabile fonte di crescita dei ricavi, ma anche un modo per aumentare i margini operativi dei fornitori.

 

Affermazioni vere, secondo la società di analisi Informa Telecoms & Media, ma solo in una certa misura.

 

Nelle regioni sviluppate – Europa occidentale, Nord America e Giappone – si dovrebbe assistere nei prossimi 5 anni a una forte crescita del valore generato dagli smartphone, a differenza di quanto avverrà nel mercato non-smartphone.

Nei mercati emergenti, la crescita continuerà invece a essere guidata dai cellulari di fascia bassa.

 

A differenza degli altri segmenti del mercato – dove si prevede quasi una crescita zero fino al 2011 – la crescita nel segmento smartphone sarà a 2 cifre fino al 2013, grazia a quella che Informa Telecoms & Media definisce una “aggressiva migrazione degli utenti dei mercati sviluppati verso i telefonini intelligenti, con un’adozione che supererà il 60% nel 2011″ .

 

Dopo il 2011, la crescita riprenderà anche per il mercato non-smartphone, ma sarà guidata più che altro dall’adozione dei servizi 3G e 3,5G nei mercati emergenti come India e Cina.

 

Il valore globale del mercato smartphone crescerà dai 39 miliardi di dollari nel 2007 a oltre 95 miliardi nel 2013, quando rappresenterà il 47% del valore totale del mercato dei cellulari.

 

Un potenziale di crescita “impressionante” secondo Informa Telecom & Media, che incoraggerà i vendor a elaborare nuove strategie per inserirsi nel mercato.

 

L’open source avrà un ruolo essenziale per trasformare gli smartphone in dispositivi ‘di massa’ perché permetterà la riduzione o l’eliminazione delle royalties e la condivisione dei costi, grazie anche al grande proliferare di Associazioni – dalla Symbian Foundation alla Open Handset Alliance e la LiMo Foundation – che riuniscono i maggiori protagonisti dell’industria mobile e del software.

Ma la chiave di volta per compensare le perdite legate al declino del mercato non-smartphone sarà anche rappresentata dalla creazione di ecosistemi in grado di legare ai telefonini intelligenti una serie di servizi associati (ad esempio S60-Ovi, iPhone-iTunes, Android-Google) atti a stimolare nuovi flussi di guadagno legati ai dati.

 

L’ingresso nel mercato di grandi nomi quali Apple e Google, infatti, accelererà ancora una volte la competizione e farà scendere i prezzi medi di vendita dei dispositivi: molti vendor stanno quindi cercando nuovi metodi per calmierare i costi legati alla manifattura e per mantenere i margini.

Per questo, molti hanno già spostato gli stabilimenti produttivi in regioni dove la manodopera ha costi contenuti (Cina, Taiwan, India, Vietnam, Europa dell’Est) e si apprestano a giocare un’altra carta: la riduzione delle spese per chip e terminali.

Anche qui si attende una forte competizione sui prezzi che richiederà ai fornitori di generare significative economie di scala.

 

Nonostante tutti questi sforzi, sottolinea ancora Informa Telecoms & Media, i produttori di apparecchiature (OEM) faticheranno a mantenere i margini a causa della crescente competizione generata dall’ingresso nel settore di diversi tipi di vendor: OEM, produttori di elettronica di consumo, di Pc e fornitori di accesso a internet.

 

Inoltre, aggiunge la società di analisi, il mercato dei cellulari subirà radicali cambiamenti e vedrà diminuire pian piano il potere dei 5 maggiori vendor, che attualmente controllano l’85% del mercato.

Il prezzo medio di vendita dei dispositivi dovrebbe invece stabilizzarsi a 123-130 dollari, mentre i margini medi continueranno a scendere.

Per non perdere potere di mercato, i grandi vendor dovranno controllare i costi: nei prossimi 5 anni si assisterà dunque a una nuova ondata di consolidamento “ad ogni livello della catena di valore, inclusi produttori di chip e OEM”.

 

“E’ ormai chiaro che, nei mercati sviluppati, i vendor di cellulari non potranno contare più solo sulle vendite per sostenere la crescita, ma dovranno guardare a nuove opportunità, come il coinvolgimento nella creazione di contenuti e nell’offerta dei servizi”.

Un trend già in atto, del resto, come testimoniano i tentativi di Nokia, Apple e Sony Ericsson di creare ecosistemi end-to-end in grado di legare i propri dispositivi ai servizi offerti.

 

Questo passo permetterà ai player non solo di “differenziarsi rispetto ai concorrenti offrendo agli utenti un’esperienza di maggior valore”, ma anche di “creare nuove opportunità di guadagno sia attraverso i servizi propri che l’unione con altri operatori mobili”.

 

L’industria mobile sta dunque entrando in una nuova era in cui la differenziazione del prodotto si sposterà dall’hardware al software: “i vendor che si sono preparati a questo radicale cambiamento si troveranno in una posizione migliore di quelli che continuano a differenziare i loro prodotti sulla base dell’hardware”.

 

Sempre secondo Informa Telecom & Media, nel 2013 i ricavi annuali del mercato mobile mondiale toccheranno la cifra di 1.030 miliardi di dollari (dai 769 miliardi di dollari del 2007) e il numero totale degli abbonati supererà i 5,3 miliardi.

La quota maggiore di nuovi abbonati (il 78%) proverranno dall’area Asia-Pacifico, dall’Africa e dall’America Latina.