HDTV: la Rai adotta lo standard Sony XdCam per la transizione all’Alta Definizione

di Raffaella Natale |

Italia


RAI

La Rai prosegue il suo percorso verso l’adozione tout court dell’High Definition (Alta Definizione). Dopo la trasmissione in alta definizione di eventi televisivi chiave, quali gli Europei di calcio e le Olimpiadi di Pechino, la televisione pubblica ha scelto lo standard Sony XdCam per attuare il suo piano di transizione verso l’HD in tre anni.

 

Nello specifico verranno utilizzate 180 camere Pdw-700 e 180 deck Pdw-HD 1500 per l’intera produzione Tv, dai notiziari ai programmi di intrattenimento fino ai documentari.

Andrea Lorusso Caputi, direttore della produzione Tv della Rai, ha dichiarato che “…la scelta di puntare la tecnologia XdCam è solo il primo passo verso la migrazione all’alta definizione“.

 

XdCam Hd 422, utilizzata dalla Rai per le Olimpiadi di Pechino, è la gamma di fascia alta della famiglia di prodotti professionali di Sony XdCam per produzione tapeless. Comprende prodotti ad Alta Definizione che registrano a 50 Mb/s HD e SD su Professional Disc. I camcorder sono dotati di sensori CCD da 2/3 e registrano con campionamento 4:2:2.

 

Viale Mazzini già da tempo ha deciso di investire fortemente nell’alta definizione. Nel settembre scorso, Rai, NHK e BBC hanno vinto il premio Tecnologia “IBC Special Award” per il progetto del sistema di Tv a Super Alta Definizione (Super High Vision, SHV) presentato ad Amsterdam alla più importante esposizione europea (12-16 settembre), dedicata agli sviluppi tecnologici per la Tv digitale.

 

Questo progetto, come Keybiz aveva già anticipato nel febbraio 2007, è stato condotto nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra i Centri di Ricerca delle Tv pubbliche. Hanno lavorato insieme BBC, RAI, ma anche la giapponese NHK , l’austriaca ORF, la svizzera SSR e la tedesca ZDF.

La positiva realizzazione di questo progetto conferma una tradizione di leadership tecnologica mondiale della RAI nell’alta definizione: la produzione di “Giulia&Giulia” (1987), la prima trasmissione mondiale in HD digitale via satellite (Mondiali di calcio Italia ’90), e ancora la prima trasmissione di HD e Tv Mobile sullo stesso canale (Olimpiadi invernali Torino 2006).

 

La NHK con la BBC porta avanti studi sulle tecnologie di compressione delle immagini in super-alta definizione, mentre con la Rai lavora alla trasmissione via satellite del segnale SHV nella banda dei 21 gigahertz (GHz).

 

Nell’occasione, in una nota, la Rai ha, infatti, spiegato che il contributo di Strategie Tecnologiche e del Centro Ricerche della Tv pubblica italiana è stato focalizzato sullo sviluppo delle tecnologie di diffusione satellitare della Shv: da Torino saranno inviate via satellite Eutelsat Atlantic Bird 3 ad Amsterdam sequenze di Shv a 140 Mb/s, utilizzando il Dvb-S2, uno standard di nuova generazione che ha visto la luce proprio al Centro Ricerche Rai. Dalla BBC in Londra saranno inviate all’Ibc via fibra ottica immagini di Londra riprese da una telecamera.

 

Con la Super High Vision , le immagini sono costituite da 33 milioni di pixel contro gli attuali 2 milioni dell’alta definizione.

  

Un formato video digitale attualmente in via sperimentale, che potrebbe essere pronto per il mercato nel 2015 a anche prima.

Un film in Super High Vision manterrà l’attuale formato 16:9 utilizzato anche per l’HDTV ma, come il nome stesso lascia intendere, offrirà una risoluzione video senza precedenti. Se l’attuale HDTV (e più precisamente il formato Full HD) ha una risoluzione massima di 1920 × 1080 pixel, la futura Ultra-HD potrà arrivare fino a 7.680 × 4.320 pixel (per un totale di circa 33 Megapixel). Un singolo fotogramma UHDV quindi sarà 4 volte più largo e più alto di un fotogramma dell’attuale HDTV per una superficie totale ben 16 volte maggiore.

L’audio è diffuso mediante ben 24 canali posizionati su tre piani sonori: 4 volte rispetto ai 6 canali (sistema 5.1) degli attuali home theatre.

  

Secondo gli analisti, la Super High Vision , con i sui effetti che portano lo spettatore al centro della scena, diventerà una tecnologia disponibile per il mercato nell’arco di dieci anni.

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