Eurotariffa e roaming dati: il Parlamento europeo cerca un ‘punto di equlibrio’ tra le ragioni di operatori, regolatori e consumatori

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Data Roaming

La Commissione industria del Parlamento europeo ha esaminato martedì la proposta della Commissione di introdurre tetti massimi per l’invio di messaggi di testo all’estero e per altri servizi dati in roaming quali il download video o la mobile Tv.

I deputati hanno inoltre discusso con gli operatori mobili, le autorità di regolamentazione e le organizzazioni dei consumatori se vi sia necessità di estendere il regolamento sui prezzi massimi per le chiamate in roaming anche al periodo il 2010-13.

 

L’attuale normativa scadrà infatti nel 2010, ma la Commissione ha proposto di fissare nuovi massimali per le chiamate in roaming al dettaglio.

Al momento, gli operatori possono addebitare ai clienti un massimo di 0,46 euro al minuto (IVA esclusa) per le chiamate in roaming in uscita e un massimo di 0,22 euro al minuto (IVA esclusa) per quelle in entrata. La Commissione propone di abbassare il massimale a 0,34 euro per le chiamate effettuate e a 0,10 euro per le chiamate ricevute a partire da luglio 2012.

 

Secondo l’eurodeputata Adina-Ioana Vālean “i massimali per le chiamate in roaming al dettaglio e all’ingrosso sono fortunatamente ancora necessari” poiché “molti oneri rimangono eccessivamente elevati”. L’eurotariffa dovrebbe tuttavia continuare a essere “una misura eccezionale” dal momento che “un sano mercato del roaming non sarà in grado di prosperare con una regolamentazione a lungo termine”.

Come ha spiegato Daniel Pataki del gruppo dei regolatori europei, i tetti proposti dalla Commissione per il periodo 2010-2013 lasciano un margine di profitto per tutti gli operatori. Secondo l’ERG sarebbe opportuno introdurre la fatturazione al secondo, che eliminerebbe circa l’80% delle tasse nascoste dietro la fatturazione al minuto, attualmente praticata dagli operatori.

 

L’associazione dei consumatori europei BEUC invoca tetti ancora più bassi – a 0,23 euro per le chiamate effettuate e 0,11 euro per quelle ricevute – mentre di segno opposto è la posizione della GSMA Europe (associazione che riunisce gli operatori mobili europei) che definisce la regolamentazione introdotta nel 2007 “prematura”, sottolineando che i prezzi delle chiamate in roaming erano inferiori del 10% rispetto all’eurotariffa.

 

Syed Kamall (PPE-DE) ha invece messo in guardia contro “un’economia di tipo sovietico”, sottolineando che il nuovo regolamento dovrebbe tenere conto dei diversi modelli di business, poiché le compagnie telefoniche potrebbero trarre profitto da una parte del business e perdere da un’altra.

C’è il rischio, ha aggiunto, “che o più poveri paghino di più le chiamate domestiche” per compensare le minori entrate del roaming.

 

Per Patrizia Toia (Liberali per l’Europa), tuttavia, “quando i prezzi sono irrealisticamente elevati senza alcuna ragione tecnica è inevitabile avere un meccanismo, seppur temporaneo, per calmierare i prezzi”.

Anche riguardo la proposta di introdurre un’eurotariffa di 0,11 centesimi anche per gli sms e i servizi internet mobile in roaming, i pareri sono contrastanti.

Per l’associazione industriale Ecta, un tetto di 0,15 euro sarebbe “ancora ragionevolmente basso ma consentirebbe una maggiore concorrenza”.

 

Ma la Commissione vuole evitare ‘shock’ da bolletta astronomica al ritorno delle vacanze, dal momento che scaricare un video di 5 minuti in un paese diverso dal proprio può arrivare a costare fino a 100 euro.

 

Il Parlamento europeo dovrà cercare ora di giungere a un equilibrio tra i punti di vista delle diverse parti interessate, con l’obiettivo di un accordo con il Consiglio in prima lettura prima della fine della legislatura.

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