Congresso Unicef: in Brasile giro di vite su pedofilia online. Carfagna, ‘Importante identificare le vittime’ per arginare i reati

di Raffaella Natale |

Brasile


Pedofilia Internet

Il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, è arrivata a Rio de Janeiro, per partecipare al terzo Congresso mondiale contro la sfruttamento sessuale dei minori, organizzato dall’Unicef e aperto ufficialmente martedì dal presidente della Repubblica brasiliana, Luiz Inacio Lula da Silva e che si chiuderà domani 28 novembre.

Tra i temi dibattuti al congresso – che per la prima volta si svolge in un Paese in via di sviluppo – figurano le forme di sfruttamento sessuale ai fini commerciali, le politiche settoriali integrate, il ruolo del settore privato e le strategie di cooperazione internazionale.

 

Il congresso di Rio, che conta su circa tremila partecipanti provenienti da oltre 125 Paesi, sta affrontando le nuove strategie per combattere anche forme di sfruttamento sessuale a fini non commerciali, come quello che avviene in famiglia o da parte di leader religiosi, insegnanti, operatori impegnati in missioni di ‘peacekeeping’ e di gruppi armati nelle zone di conflitto. In proposito, il presidente brasiliano ha mosso un duro atto di accusa contro “l’ipocrisia religiosa“, che a suo giudizio “non permette che il tema della pedofilia sia trattato alla luce del giorno”.

E proprio le innovazioni legislative per contrastare la pedofilia, soprattutto via internet, promosse dal Brasile, sono state oggetto dell’apprezzamento del ministro italiano, che ha applaudito “il grande impegno” profuso dal paese in materia: in occasione dell’apertura dei lavori del congresso, Lula ha ratificato un progetto di legge che prevede pene più aspre e allarga le fattispecie di reato per chi commette crimini di pedofilia attraverso la rete.

 

Il web è, infatti, stato al centro del dibattito visto i numeri crescenti della pedofilia online.

 

Arginare le nuove fattispecie di reato che si delineano “…attraverso le nuove tecnologie, come l’adescamento di minori attraverso internet“, e la necessità di “identificare le vittime“: sono alcune delle “sfide” nella lotta allo sfruttamento sessuale dei minori ricordate dal ministro Carfagna.

“…Dietro ogni immagine di bambini sfruttati attraverso la pornografia c’è un bambino in carne e ossa, che non dobbiamo dimenticare“, ha sottolineato il ministro, ricordando l’importanza dell’identificazione delle vittime. Tra gli altri punti chiave di lotta al fenomeno, Carfagna ha indicato “…la necessità di contrastare l’utilizzazione dei bambini per finalità di prostituzione nei paesi ad alto rischio, in particolare mediante l’applicazione dell’extraterritorialità e del principio della certezza della pena”.

Sempre su questo fronte, il ministro ha sottolineato l’importanza di “sanzionare anche l’utilizzo dei minori per spettacoli pornografici e la partecipazione consapevole degli adulti a tali turpi spettacoli“. Un altro settore chiave riguarda “…una cooperazione giudiziaria e di polizia sempre più stringente“, ha aggiunto il ministro, ricordando che uno dei primi interventi realizzati quale ministro ha riguardato “…la presentazione di uno schema di disegno di legge volto ad istituire anche in Italia un ‘garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza“.

“…L’istituzione del Garante – ha aggiunto – rappresenta un passo importante in materia di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza nell’ordinamento italiano, e risponde finalmente alle sollecitazioni internazionali al riguardo”.

 

“…Il nostro Paese – ha sottolineato il ministro – è qui per portare la sua esperienza, ma anche per promuovere la cooperazione internazionale, che oggi è fondamentale, data anche la dimensione transnazionale del fenomeno rappresentato dalla pedofilia”.

Durante il suo discorso al Congresso, il ministro ha ricordato come l’Italia vanti da tempo una legislazione “…all’avanguardia per quanto riguarda il contrasto di tutti i fenomeni che ledono profondamente i diritti di minori e adolescenti”.

La Carfagna non ha nascosto che l’Italia è tra i primi al mondo a portare avanti la piaga del turismo sessuale, “un fenomeno – ha detto – che va assolutamente contrastato”.

 

I dati relativi all’Italia parlano d’altra parte chiaro, forniti da Legale nel sociale (un’associazione di avvocati impegnati nel terzo settore), visto tra l’altro che i turisti che amano andare nei paesi in sviluppo per incontrare sessualmente una minorenne, è sempre più giovane, appena 20-30 anni. Sono d’altronde ottantamila gli italiani che ogni anno fanno questa deplorevole scelta e qualche anno fa, la loro età media era appunto ben più elevata, 30-40 anni.

 

Nel suo intervento, il ministro ha inoltre sottolineato come in Italia “…ci sono già pene molto severe per chi fa propaganda e organizza viaggi che hanno come scopo lo sfruttamento di minori”.

“…E’ necessario, in definitiva, un impegno comune. Per ribadire tale impegno, a conclusione del mio discorso vorrei citare la seguente frase di Kofi Annan, già Segretario Generale dell’ONU. ‘Non c’è responsabilità più sacra di quella che il mondo ha verso i bambini. Non c’è dovere più importante di garantire che siano rispettati i loro diritti, che il loro benessere sia tutelato, che le loro vite siano libere dalla paura e dal bisogno che essi possano crescere nella pace’. E’ con questa frase che rinnovo gli auguri del Governo italiano e i miei personali per una buona continuazione dei lavori”, ha concluso Carfagna.

 

“…Lo sfruttamento sessuale dei bambini e delle bambine avviene ovunque, anche in famiglia e a scuola si corrono pericoli”.

Lo ha affermato il presidente di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora, in relazione al Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei bambini di Rio de Janeiro.

“…Solo in Indonesia, da cui sono appena tornato per una missione, 3 milioni di donne e bambini sono vittime ogni anno di violenze e abusi e l’80% delle violenze sui minori sono commesse da membri della famiglia. Fra 80 e 100 mila bambine e bambini sono vittime di tratta e/o sfruttamento sessuale; il 30% delle prostitute indonesiane sono minorenni. E’ ora di dire basta’“, ha aggiunto.

Secondo Spadafora, da “…Rio de Janeiro devono arrivare assolutamente nuove strategie e politiche per combattere questa inciviltà, che in tutto il mondo colpisce troppi bambini e adolescenti. Auspico che il Congresso sia luogo di scambio internazionale di buone prassi e che le soluzioni che si raggiungeranno non restino solo sulla carta. I paesi che sono presenti a Rio devono mettere in valigia scambi ed esperienze, ma poi bisogna agire. Se ciò non avverrà, sarà come essere complici di queste barbarie. I Governi devono prendere coscienza di quanto sia esteso il fenomeno dello sfruttamento sessuale nei propri paesi e realizzare investimenti urgenti per misurarne le dimensioni. Solo allora si potranno prendere provvedimenti seri ed efficaci”.

 

Complessivamente, i minori vittime di sfruttamento sessuale nel mondo sono stimati in 2 milioni; un quarto di questi vive in Asia. Dati forniti da Legale nel sociale, che evidenzia come il fenomeno è in gran parte sommerso e i dati si riferiscono a stime, certamente calcolate per difetto. Il turismo sessuale poi è così diffuso e drammatico che non può essere considerato un fenomeno da far risalire alla pedofilia: infatti, tra i turisti sessuali solo il 3% è pedofilo.

Godere dell’attenzione di un minore costa mediamente 20 dollari. Ma in alcuni paesi, come il brasile e le Filippine, le tariffe scendono addirittura a cinque dollari. In Thailandia, si arriva anche a 40 dollari mentre nella Repubblica Domenicana si spende al massimo 30 dollari. Cifre del tutto insignificanti per i paesi ricchi ma che rappresentano un’entrata preziosa e ambita nelle comunità povere e disagiate dei paesi in via di sviluppo.

 

Il turista del sesso proveniente dall’Europa occidentale, italiano compreso, predilige mete asiatiche e africane.

Il paese dove è stimato il maggior numero di bambini vittime è la Cina (600 mila) seguito da India (575 mila), Messico (370 mila), Thailandia (300 mila); Nepal (200 mila), Filippine (100 mila). Nello Sri-Lanka (30 mila), l’80% dei bambini coinvolti nello sfruttamento sessuale sono maschi.

Per quanto riguarda la pedofilia, nel Rapporto sulla Sicurezza in Italia 2007 del Ministero dell’Interno, i delitti denunciati dalle Forze di polizia all’autorità giudiziaria per il reato di sfruttamento e favoreggiamento della pornografia minorile sono stati 120 nel 2006. Per il reato di pornografia minorile sono stati 204; per il reato di detenzione di materiale pornografico sono stati 115. Inoltre, dal 2001 al 2006, la polizia postale e delle telecomunicazioni, su 247.938 siti web monitorati, i siti pedofili accertati sono stati 11.769, i siti oscurati attestati su territorio italiano sono stati 111, le segnalazioni ad organismi investigativi internazionali sono state 8.791.

 

Sono i dati dal 2001 al primo semestre 2006, i soggetti arrestati per pedofilia online sono stati 164 e quelli denunciati per pedofilia online ma in libertà ben 3148. Per quanto riguarda l’attività del 2007, su 22445 siti web monitorati, quelli a contenuto pedopornografico attestati in Italia sono stati 10; gli indagati sottoposti a provvedimenti restrittivi sono stati 33 e le persone denunciate in stato di libertà sono state 352.

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