Criminalità audiovisiva: la Ue chiede soluzione comune per la lotta alla pirateria

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Commissione europea

I ministri europei della cultura vogliono trovare una soluzione comune al problema della pirateria online, che violando i diritti d’autore consente attraverso le numerose piattaforme di peer-to-peer lo scambio illegale di film e musica tra milioni di utenti.

Sono necessarie “soluzioni concertate” fra i diversi soggetti che operano nel settore, hanno ribadito i ministri riuniti a Bruxelles, convinti che bisogna favorire la nascita di un’offerta legale di prodotti coperti da copyright per combattere lo smercio illegale.

Servono, quindi, “…soluzioni concrete, efficaci, eque e proporzionali nella prevenzione e lotta contro la pirateria”.

 

Secondo i ministri dell’Unione, “…la garanzia di una remunerazione appropriata dei diritti dei titolari è indispensabile allo sviluppo dell’offerta legale di contenuti culturali e creativi in rete“. La pirateria, sostiene il documento, oltre a essere un freno per il mercato, minaccia anche la divulgazione delle “diversità culturali”.

 

I 27 al termine della riunione hanno approvato un documento in cui chiedono alla Commissione europea di presentare entro 18 mesi una relazione che descriva la dimensione del fenomeno nei diversi Stati membri. Per ridurre il fenomeno del file-sharing, ovvero lo scambio illegale di file audiovisivi, la Francia propone un meccanismo che preveda la spedizione di messaggi di avvertimento all’utente sorpreso a smerciare opere coperte dai diritti e poi la sospensione provvisoria dell’accesso a Internet, un progetto che è stato però criticato dal Parlamento europeo.

 

Il disegno di legge francese mette in atto un’azione “pedagogica e persuasiva” contro i pirati. Gli aventi diritto potranno adire l’Alta Autorità se ritengono che le loro opere siano state scaricate illegalmente.

L’Hadopi agirà con un meccanismo di punizione ‘graduale’ basato sul concetto dei ‘tre strikes’: gli internauti sospettati di scaricare illegalmente si vedranno recapitare un primo avvertimento via email, seguito da una sospensione cautelativa per un’eventuale successiva violazione e, infine, dal ‘taglio’ della linea da tre mesi a un anno se beccati per la terza volta con le mani nel sacco.

La disconnessione potrà essere ridotta da uno a tre mesi se l’utente si impegnerà per iscritto a non reiterare il reato e a non contestare la sentenza.

Per le aziende, il testo prevede una misura alternativa: l’Hadopi chiederà l’istallazione di dispositivo che impedisca di scaricare materiale illegale.

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