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Digitale terrestre: le Tv commerciali chiedono alla Ue libertà di concorrenza e nuove regole sulla pubblicità per la sopravivenza

Unione Europea


I principali broadcaster europei, riuniti a Bruxelles per fare il punto della situazione del mercato, chiedono alla Commissione Ue sostegno e garanzia per mantenere la concorrenza sul mercato televisivo e rivedere le regole sulla pubblicità.

Un aiuto necessario davanti al passaggio al digitale terrestre che comporta costi pesanti, ma ormai indispensabile per un settore che ha bisogno di rapida e costante innovazione per poter crescere.

 

“…Non abbiamo una particolare agenda da promuovere a Bruxelles, ma abbiamo bisogno che la Commissione sappia che la nostra crescita dipende dalla libertà di concorrenza e dalle regole per la pubblicità che ci garantisce la sopravvivenza”, ha detto il presidente dell’Associazione delle Tv commerciali europee nonché capo della francese M6, Nicolas de Tavernost.

C’é una crisi da scongiurare, ha detto il presidente, ricordando come le Tv commerciali spagnole abbiano perso il 20% del mercato nell’ultimo anno.

 

Gina Nieri, del consiglio di amministrazione di Mediaset, ha spiegato che l’azienda ha investito molto nel digitale, che oggi conta trenta canali.

“…Il digitale è in crescita e tale tendenza andrà avanti anche in futuro“, ha detto la Nieri, precisando che in Italia il vero problema sono le “…500 televisioni locali con le quali il digitale deve spartire i dividendi”.

 

In Italia, il passaggio alla nuova tecnologia trasmissione radiotelevisiva sta procedendo bene. Nei giorni scorsi è stata la Sardegna a diventare all digital.

Per DGTVi (associazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree, e le televisioni locali di FRT ed Aeranti Corallo), lo switch-off sardo è stato un banco di prova anche per le 16 Tv locali della regione: 5 Stelle Sardegna, Alguer Liberada, Antenna 1 Sardegna, Canale 40, Catalan TV, Gallura TV Channel, Nova TV, Olbia TV, Sardegna 1, Tele Costa Smeralda, Teletirreno Sardegna, Telegì, Telegolfo Sardegna, Tele Maristella, Tele Sardegna, Videolina. Di queste, 14 hanno aderito al Consorzio Sardegna Digitale, impegnato nella campagna di comunicazione.

 

Quasi 180 impianti sono stati convertiti al digitale nelle poco più di due settimane in cui in tutta la regione ha spento la Tv analogica. Tutto questo ha rappresentato un importante impegno, economico e organizzativo. Tutti i soggetti locali si sono dimostrati reattivi raccogliendo la sfida per divenire operatori di rete, con la prospettiva di sviluppare il proprio business, creando nuovi contenuti e servizi. Nei prossimi mesi, molte di queste Tv locali arricchiranno l’offerta, soprattutto sul piano informativo, confermando il ruolo insostituibile di cerniera con il territorio.

 

“Per la prima volta in Europa una regione così importante è completamente digitalizzata. Un risultato straordinario ottenuto grazie all’apporto di tutti gli attori di questa rivoluzione: i broadcaster, i produttori e distributori di decoder per il digitale terrestre, gli installatori di antenne, le associazioni di volontariato che hanno accompagnato questa transizione, le associazioni di consumatori. E’ stato un processo di sintesi e condivisione che ha portato a raggiungere, in un percorso molto complicato, un obiettivo incredibile”. Queste le parole del sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani.

 

Oltre 1 milione 600 mila persone, più di 640 mila famiglie, dal 31 ottobre sono entrate definitivamente nell’ambiente televisivo digitale. Si tratta della più vasta regione digitale dell’intera Europa che conferma il primato italiano nell’avanzata verso il passaggio delle trasmissioni radiotelevisive al digitale terrestre che si concluderà nel nostro Paese, come in tutta Europa, nel 2012.

 

“E’ stato un successo, con una transizione che si è svolta regolarmente e con pochi problemi“, ha commentato il sottosegretario, che ha rivendicato il successo delle iniziative messe in campo dal ministero: il contributo per l’acquisto dei decoder (358 mila quelli erogati dal 2004 a oggi, iniziativa poi replicata dal 15 settembre con i contributi da 50 euro in vista dello switch-off previsto dal 15 al 31 ottobre); la campagna di promozione su stampa e tv; il call center attivo dal lunedì al sabato per le informazioni e l’assistenza ai cittadini (circa 58 mila le chiamate nei 15 giorni dello switch-off); il sito ad hoc con tutte le news utili; la sala operativa nella sede del ministero e Cagliari, per monitorare tutte le operazioni di transizione al digitale.

 

“…Un successo che ci spinge all’ottimismo per le successive fasi del passaggio al digitale in tutta Italia. Una felice esperienza che sarà replicata nelle altre aree coinvolte nel passaggio al digitale”.

 

Il sottosegretario ha, quindi, confermato il calendario già messo a punto a settembre che prevede la conclusione del piano nel secondo semestre 2012, con la digitalizzazione di Sicilia e Calabria, anche se al 2010 “…il 70% degli italiani potrà già usufruire della nuova televisione”. Le prossime tappe coinvolgeranno la Valle d’Aosta che entro giugno 2009 sarà digitalizzata, mentre nella seconda metà del prossimo anno toccherà ad aree più grandi del Paese, come il Lazio, la Campania, il Trentino alto Adige e la parte occidentale del Piemonte.

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