Dipendenza senza sostanze: cellulari e web vere e proprie ‘droghe’ moderne. Cresce il numero di italiani schiavi delle nuove tecnologie

di Alessandra Talarico |

Italia


Telefonia Mobile

I cellulari e internet sono sempre più diffusi e si sono trasformati nel corso degli anni in strumenti in grado di provocare una vera e propria dipendenza in chi li usa, con le stesse conseguenze delle cosiddette tossicodipendenze.

 

In Italia si è discusso di prevenzione e terapie della “dipendenza senza sostanza” nel corso del convegno organizzato a Firenze dalla Rete Nuove Dipendenze Patologiche e dalla Scuola di Psicoterapia Comparata. Dal convegno è emerso che sarebbero centinaia di migliaia gli italiani dipendenti da internet, dal cellulare, dallo shopping, dal gioco d’azzardo patologico.

 

Questo tipo di dipendenza, causata da sostanze non ‘riconoscibili’ – può essere il web, il lavoro, lo shopping, il sesso – è molto insidiosa e difficile da trattare con i mezzi terapeutici conosciuti, proprio perché non inquadrabile, ma è in costante espansione e si nutre, dicono gli psicologi, delle incertezze, dell’immaturità, delle false speranze e delle sicurezze apparenti che caratterizzano la società attuale.

Eppure, in Giappone queste patologie – in particolare quelle determinate dall’abuso dei nuovi mezzi di comunicazione – sono già considerate un’emergenza sanitaria, mentre la Cina potrebbe diventare il primo Paese a definire la dipendenza da internet un vero e proprio disordine mentale, comparabile all’alcolismo o alla dipendenza dal gioco d’azzardo.

 

Il telefonino, in particolare, vista la sua diffusione trasversale – lo usano i bambini e gli over 60, i ricchi e i meno abbienti – ha contribuito a trasformare radicalmente i rapporti sociali e a instaurare nuovi stili comunicativi tra le persone.

Senza voler demonizzarne l’uso controllato e razionale, è certo che un suo “uso eccessivo, l’invio a ripetizione velocissimo di SMS, il tempo prolungato passato al cellulare anche a giocare con i giochi interattivi sono comportamenti problematici che espongono al rischio della nuova dipendenza”, ha spiegato Rosa Mininno, direttore scientifico della Rete.

 

Le caratteristiche peculiari del cellulare che “può essere usato dovunque e in qualunque momento, dà la possibilità di essere raggiunti in ogni momento, può essere sempre portato con sé, lasciato acceso o spento a piacimento”, possono scatenare fenomeni di attaccamento al limite del feticismo, sviluppando in chi ne abusa “intensi investimenti affettivi e di piacere del possesso quando l’uso non è più critico e controllato”.

 

Il telefonino-dipendente si ritira dunque progressivamente dal mondo reale, perde interesse in quello che lo circonda, ha improvvisi cambi di umore, disturbi del sonno e dell’alimentazione, i suoi rapporti sociali sono conflittuali.

La realtà ‘virtuale’, insomma, si sostituisce al mondo reale. Anche quando la dipendenza è sviluppata nei confronti del web.

 

Un soggetto può essere definito dipendente da internet quando arriva a trascorrere online 40 e più ore a settimana, presentando disturbi del sonno, mal di schiena, mal di testa, sindrome del tunnel carpale, stanchezza degli occhi, irregolarità nell’alimentazione.

La dipendenza da Internet comprende inoltre diverse tipologie cha vanno dalla Cybersex addiction – ossia tutte quelle attività che provocano eccitazione sessuale come la ricerca di materiale pornografico o gli incontri in chat erotiche – alla Cyber relational addiction, che consiste in un bisogno di instaurare relazioni amicali o affettive con persone incontrate on-line anche molto lontane fisicamente, fino alla dipendenza dai giochi virtuali interattivi.

I disturbi determinati dalla net-dipendenza non sono solo fisici: l’abuso di internet – ha spiegato ancora Rosa Mininno – “compromette infatti la vita relazionale e affettiva e spesso on-line nascono relazioni facilitate dall’anonimato, dalla semplicità del contatto virtuale e spesso a soffrirne è proprio il partner reale, isolato dal rifugio virtuale del soggetto dipendente”.

 

Si registrano inoltre “alterazioni dello stato di coscienza, depersonalizzazione, perdita del senso della propria identità personale che caratterizzano la trance dissociativa da videoterminale, che può presentarsi in soggetti dipendenti da Internet”.

 

Tutte queste dipendenze non sono ancora riconosciute ufficialmente dal mondo accademico e da quello scientifico, ma riguardano un numero di persone in costante crescita, di tutte le categorie sociali, economiche e anagrafiche.

 

Per questo, il convengo ‘Dipendenze senza sostanza’ ha affrontato anche gli aspetti della prevenzione e della terapia: alle persone che soffrono di queste nuove forme di dipendenza, suggerisce Rosa Mininno, “bisogna restituire responsabilità e senso critico. Gli interventi possibili sono complessi: si può ricorrere a una psicanalisi, a una psicoterapia cognitiva comportamentale, ai farmaci quando necessario”.

 

La Rete Nuove Dipendenze Patologiche, sta lavorando per costruire un protocollo di intervento efficace e trasversale, che dovrebbe essere messo a punto entro sei mesi.

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