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Pratiche commerciali scorrette: Antitrust ricorrerà a Consiglio di Stato contro decisione TAR Lazio di annullare multe a Telecom e Wind

Italia


Il presidente dell’Autorità per la concorrenza e il mercato (Agcm), Antonio Catricalà, ha annunciato di voler ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR Lazio di annullare le multe inflitte a Telecom Italia e Wind per pubblicità ingannevole.

 

Le multe erano state inflitte dall’Agcm tra agosto 2007 e gennaio 2008 per pratiche commerciali scorrette legate alla vendita di contenuti mobili offerti da altre società: il TAR le ha annullate accogliendo le tesi difensive secondo cui le due società telefoniche non possono essere considerate “operatori pubblicitari”.

 

L’addebito delle pratiche commerciali scorrette rimane comunque valido per le società autrici dei messaggi pubblicitari, così come resta riconosciuto il giudizio di “ingannevolezza” dei messaggi pubblicitari in questione.

 

Secondo Antonello Lirosi, uno dei legali di Telecom e Wind, la decisione del TAR rappresenta un successo clamoroso, in quanto – al di là dell’entità delle multe comminate agli operatori – essa rappresenta un precedente applicabile “a decine di provvedimenti dell’Autorità garante delle telecomunicazioni, già adottati o in itinere”.

 

Proprio pochi giorni fa, ad esempio, l’Antitrust aveva inflitto multe per un montante complessivo di 1,16 milioni di euro a Neomobile, Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G per pratiche commerciali scorrette in relazione a messaggi promozionali per la vendita di suonerie, giochi, loghi e sfondi che non mettevano in adeguata evidenza le informazioni relative all’effettivo contenuto del servizio, ai costi e alle modalità di fruizione, inclusa la disattivazione.

 

La responsabilità dei gestori mobili, che pure non erano autori dei messaggi né hanno partecipato alla loro ideazione, risiede nel fatto che in base ai contratti stipulati con il fornitore dei contenuti, essi percepiscano“in via immediata e diretta, ingenti benefici economici, nonché effetti pubblicitari, dalla diffusione dei messaggi oggetto della pratica commerciale accertata”.

 

Le suonerie per cellulari generano ogni anno in Italia un business da 800 milioni di euro, ma sono spesso legate a offerte ingannevoli e fuorvianti, congegnate in maniera da confondere il pubblico di giovanissimi a cui sono rivolte, omettendo che, per esempio, il servizio consiste non nella ricezione di un singolo contenuto, ma in un abbonamento prolungato nel tempo, sottoscrivibile esclusivamente da maggiorenni, il cui costo viene detratto automaticamente, ogni settimana, dal credito telefonico.

Oppure, a volte succede che il carattere vincolante dell’offerta a pagamento venga indicato a caratteri minuscoli e senza specificare l’esistenza di costi aggiuntivi per l’invio di sms verso numerazioni speciali e per il traffico generato dal download.

 

Molto spesso, inoltre, chi fornisce il servizio non chiarisce correttamente come si possa recedere, costringendo i consumatori a estenuanti attese per poter parlare con gli operatori dei call center o ad affannose ricerche ‘chiarificatrici’ sui siti web delle società.

 

Nei prossimi giorni il TAR dovrà anche decidere nel merito del ricorso amministrativo con il quale H3G contesta la delibera dell’AGCOM sulle tariffe di terminazione mobile.

Nella riformulazione delle tariffe che gli operatori mobili si praticano l’un l’altro per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti, l’Agcom ha stabilito per H3G un valore di 13 centesimi di euro dal 1° settembre 2008. Tra 3 anni, la tariffa dovrà scendere a 7 centesimi di euro: un valore che, secondo l’ad Vincenzo Novari, non considera “…i maggiori investimenti sostenuti da un’azienda nuova entrante e che non dispone di frequenze GSM” ed è contrario a quanto stabilito dalla delibera 628/07/CONS secondo la quale l’ulteriore tagli alle tariffe di terminazione di 3 Italia avrebbero dovuto scattare “nell’ambito della nuova analisi di mercato, quindi contestualmente a quella degli altri operatori, attualmente prevista per luglio 2009”.

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