Italia
L’articolo che segue, a firma di Piero De Chiara, è tratto da la-rete.net, il nuovo sito che intende sostenere il dibattito sulla società dell’informazione in Italia.
A nessun paese europeo e all’ Italia in modo particolare è consentito discutere su una allocazione efficiente del dividendo digitale a partire da un prato verde.
La dipendenza dal percorso passato pone dei vincoli dei quali qualsiasi percorso futuro deve tenere conto. La storia sedimenta diritto, investimenti e aspettative.
Il diritto comunitario e quello nazionale sono talvolta contraddittori e spesso ambigui. Il rischio di impantanarsi in una disputa legale senza fine è concreto: nessuna Corte suprema nazionale od europea emanerà una sentenza definitiva in tempo utile.
C’è infatti un fattore tempo. Un uso più efficiente dello spettro è decisivo per consentire lo sviluppo sia di nuovi servizi televisivi, sia di servizi dati mobili. Le decisioni che influenzeranno i prossimi decenni saranno prese nei prossimi mesi, a partire da quell’evento catalizzante che è la fine delle trasmissioni televisive analogiche, che hanno sinora impegnato una porzione ampia e preziosa dello spettro.
La scadenza amministrativa del 2012, con un calendario di spegnimenti anticipati per aree grosso modo regionali, non è più contestata da nessuno. Il Piemonte occidentale, il Lazio, la Campania, la val d’Aosta, il Trentino e l’Alto Adige spegneranno il segnale analogico tra circa un anno e la pianificazione delle frequenze in queste aree dovrà essere decisa nell’arco dei prossimi pochi mesi.
Le principali decisioni relative all’uso dello spettro in Sardegna sono già state prese, in un tavolo in cui sedeva il Governo, l’AGCOM e tutte le imprese televisive… (continua)
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