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Telecom Italia: Valducci, ‘la rete resti italiana’. Ancora nessuna manifestazione concreta d’interesse, il titolo tocca i minimi storici

Italia


In caso di scorporo, la rete di Telecom Italia “deve restare in mani italiane”. Lo ha sottolineato il presidente della commissione trasporti e telecomunicazioni della Camera Mario Valducci a margine del Summit Infrastrutture dell’Economist.

Per Valducci le reti di telecomunicazione, non solo quella esistente di proprietà Telecom, ma anche quelle di nuova generazione, sono infrastrutture essenziali non solo per lo sviluppo, ma anche per la sicurezza del Paese: “l’operatore – ha spiegato – può anche essere straniero ma è bene che la proprietà resti italiana. Si tratta di strutture – ha aggiunto – che hanno una valenza economica ma anche di sicurezza nazionale”.

Da valutare, invece, “la gestione e il modello da adottare”, ha concluso.

 

Nessuna novità si registra invece sul fronte dell’assetto societario di Telecom Italia, il cui titolo è rimasto sospeso per buona parte della mattinata per eccesso di ribasso, arrivando a cedere l’8,18% a 0,87 euro.

Dopo le pesanti perdite della mattinata, tuttavia, le azioni del gruppo sono tornate in positivo, con un rialzo dell’1,6% a quota 0,969 euro.

 

Sul titolo, secondo gli operatori, hanno pesato le complicazioni relative alla ricerca di un nuovo socio che inietti risorse finanziarie e l’alto livello di indebitamento della società, sulle cui spalle grava un debito lordo di 43 miliardi di euro (37 miliardi di netto).

 

Nessuna manifestazione di interesse si è dunque ancora trasformata in un’offerta concreta: nelle scorse settimane si erano rincorse voci prima su un imminente ingresso del fondo sovrano libico Lybian Investment Authority con una quota del 10%, poi di un interesse della compagnia telefonica russa Sistema e di altre manifestazioni dai fondi sovrani di Qatar e  Kuwait.

Ma il direttore finanziario, Marco Patuano, ha confermato che “non c’è nessun elemento di novità rispetto a quanto dichiarato il 25 settembre scorso” in occasione del Cda, quando il presidente Franco Bernabè aveva ammesso di aver effettivamente ricevuto “alcune manifestazioni di interesse”, ma che nessuna di queste si era trasformata in una proposta concreta.

 

Patuano, in un’intervista a Bloomberg Television a margine di un roadshow in corso a Tokyo, ha spiegato che in questo momento “è difficile pensare che ci possano essere presto offerte concrete”

 

Il direttore finanziario ha quindi ribadito l’impegno del gruppo sui mercati sudamericani, in particolare in Brasile, dove secondo alcuni rumors si starebbe studiano lo spin-off della controllata Tim Brasil.

Ipotesi nettamente smentita da Patuano, che ha sottolineato come in Brasile, nonostante un semestre molto “delicato”, il gruppo sia impegnato in “un importante programma di investimenti nella rete di terza generazione”.

 

Riguardo infine le risorse finanziarie della società, Patuano ha precisato che il gruppo dispone di liquidità per circa 11 miliardi di euro, “un attivo assolutamente importante in questo momento di grande turbolenze”.

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