eContent: mercato da 5 mld di euro. Driver di sviluppo e freni da rimuovere per non rallentare la crescita

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Italia


Alberto Tripi

Riportiamo di seguito l’intervento di Alberto Tripi, presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, in occasione della presentazione del Rapporto e-Content 2008. (Roma, 16 settembre 2008)

L’appuntamento di oggi è dedicato alla presentazione del 3° Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali in Italia, realizzato dalla Federazione in partnership con il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie.

La crescita di circa il 20% all’anno di questo mercato (come dimostra il Rapporto e-Content) conferma la vitalità di un settore che contribuisce in modo determinante allo sviluppo dell’economia e della Società della Conoscenza.

Il mercato, che a fine 2008 supererà i 6 MLD è costituito da tre voci principali:

1. contenuti a pagamento (Video, Musica, Entertainment on-line, news, mobile entertainment) che rappresentano l’80%;

2. pubblicità (search, annunci Internet, mobile TV, DTT, SAT, IPTV e web TV, portali, entertainment & gaming, news) che rappresentano poco più del 17%;

3. contenuti pubblici (turismo, education, giacimenti culturali) che rappresentano circa il 3%.

Questa dinamica, pur interessante in un momento di stagnazione dell’economia, è tuttavia “compressa” da alcuni fattori che ne rallentano la crescita. Come dirò più avanti, questo mercato ha infatti delle potenzialità enormi e se riusciremo a rimuovere i freni che oggi ne impediscono un più rapido sviluppo, potremo assistere nel prossimo decennio ad una espansione del mercato medesimo superiore a qualsiasi aspettativa.

Tutti e tre i citati comparti avranno elevati tassi di sviluppo, ma quello che ha margini di gran lunga superiori è il Public Content dove, nel settore delle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, nei campi della sanità, della scuola, della giustizia, dei beni culturali, del turismo si potranno avere nuovi servizi interattivi e transazionali, anche in telepresenza o in mobilità, di enorme valore per i cittadini e le imprese.

Questo è l’ambito di intervento dove in Italia c’è grande attesa e maggiore bisogno di un forte incremento della produttività e, al tempo stesso, della qualità dei servizi offerti.

Le imprese sono già consapevoli che l’offerta sempre più pervasiva dei servizi a valore aggiunto e delle tecnologie deve puntare sulla qualità dei contenuti. E’ questa la strada per ottenere un vantaggio competitivo ed evitare i rischi di saturazione che nel tempo possono generare disaffezione.

La continuità e la metodologia seguita nell’approfondimento di questi temi dal 2005 ad oggi ci consentono di affermare che lo Studio si conferma come un autorevole Osservatorio di monitoraggio, in grado di analizzare una filiera ed un mercato caratterizzati dalla presenza di una molteplicità di attori e da un’elevata dinamicità.

Una nota di riconoscenza va rivolta al Ministro che, attraverso il contributo del Dipartimento per l’Innovazione, ha consentito di realizzare una pubblicazione come questa, preziosa non solo a livello divulgativo, ma anche come strumento utile a “conoscere per decidere”.

Anche in futuro intendiamo sviluppare questo percorso, allargando il fronte ad un Osservatorio più articolato sull’innovazione della società e dell’economia italiana.

Una collaborazione con le imprese, quella del Dipartimento dell’innovazione e delle tecnologie, che ha prodotto un risultato storico proprio nel campo dei contenuti digitali: il bando europeo “e-Content Plus”, che si è concluso con un’importante affermazione di progetti italiani. Il 63% delle proposte presentate alla Commissione Europea prevedeva la partecipazione di nostre imprese; su 17 progetti ammessi al finanziamento 13 hanno la partecipazione italiana e 5 sono a nostro coordinamento.

Questa testimonianza della vivacità italiana deve spingerci ad individuare nuovi driver di sviluppo e freni da rimuovere per consentire al mercato dei Contenuti digitali di esprimere appieno tutte le sue potenzialità, colmando il ritardo rispetto ai Paesi europei.

Oggi i contenuti digitali e i servizi connessi rappresentano uno dei principali fattori di sviluppo per il sistema delle comunicazioni elettroniche.

La disponibilità online di contenuti pubblici per le imprese e i cittadini nonché l’evoluzione dei mercati tradizionali dei media e dell’entertainment attraverso reti digitali fisse, mobili e satellitari costituiscono un patrimonio di crescita e di sviluppo per la società in generale.

Il Rapporto e-Content 2008 descrive ampiamente l’evoluzione di questo fenomeno, offrendo dati e spunti di riflessione anche per l’elaborazione di proposte politiche.

Cito solo pochi dati, per lasciare spazio all’esposizione del Prof. Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di NetConsulting, che ha fornito la collaborazione scientifica alla nostra ricerca. (Vedi Slide)

Le dinamiche che si sono manifestate nell’ultimo biennio hanno evidenziato due aspetti caratterizzanti:

una forte vivacità nel mondo della digitalizzazione dei contenuti;

una progressiva transizione dei consumatori da un ruolo passivo ad un ruolo attivo (user generated contents), che ha guidato l’offerta verso lo sviluppo di nuovi servizi e di nuovi contenuti e indirizzato le linee evolutive del mercato.

Questo ha portato ad un mercato dei contenuti digitali in Italia che nel 2007 ha superato i 5 miliardi di euro (pari al 20% dei ricavi complessivi dei settori che compongono il SIC, il Sistema Integrato delle Comunicazioni).

La crescita complessiva nel 2007 è risultata pari al 21% ed anche per il prossimo biennio (2008-2009) viene stimata in percentuali vicine al 20%, per un valore di mercato che supererà i 7 miliardi di euro nel 2009.

La componente più rilevante di questo mercato (parliamo dell’80%) continua ad essere rappresentata dai Contenuti a pagamento, per un valore pari ad oltre 4 miliardi di euro.

Il fenomeno più importante che si è registrato, tuttavia, è la crescita della Pubblicità, che ha messo a segno un incremento della raccolta, nel 2007, del 47,5% rispetto all’anno precedente (pari circa 900 milioni di euro). Le previsioni per i prossimi anni sono di una crescita altrettanto consistente che permetterà alla raccolta pubblicitaria sulle reti digitali di raggiungere e superare, nel 2009, la soglia di 1,5 miliardi di euro.

Quali sono i driver per lo sviluppo del mercato?

Le potenzialità di crescita del mercato e-Content sono legate ad alcuni fattori che possono agevolarne lo sviluppo, realizzando le dinamiche previste per il prossimo biennio; essi sono essenzialmente quattro:

* lo sviluppo delle infrastrutture

* l’adeguamento e la semplificazione della regolamentazione

* il sostegno agli operatori dell’offerta

* le agevolazioni alla domanda.

Insieme ad essi vanno considerate alcune componenti “abilitanti” che daranno stimolo a questo mercato:

il Programma di transizione da qui al 2012 alla televisione digitale terrestre (è di alcuni giorni fa la pubblicazione del calendario con le scadenze regionali e l’annuncio di incentivi per le famiglie meno abbienti);

la realizzazione di reti di nuova generazione;

la diffusione dei PC connessi in banda larga e degli apparati innovativi multiuso e di facile utilizzazione sia nelle famiglie che presso le microimprese (professionisti, commercianti e artigiani);

Si tratta di leve su cui occorre promuovere politiche di agevolazione sia sul fronte della domanda (ad es. con detrazioni fiscali su pacchetti formativi PC-contenuti online ovvero per l’acquisto dei decoder per particolari categorie di utenti) che su quello dell’offerta (ritorni sugli investimenti per le infrastrutture).

La diffusione delle reti di Nuova Generazione, ad esempio, porterà ad un significativo aumento dell’ampiezza di banda, rendendo disponibili servizi e applicazioni audiovisive innovative e di alta qualità.

La diffusione dei contenuti necessita di un maggiore uso dei device e delle piattaforme di accesso, oltre che di nuove reti infrastrutturali.

È certamente non coerente con queste indicazioni l’orientamento espresso recentemente dalla Commissione europea di applicare dazi doganali su categorie sempre più ampie di device di accesso, in particolare sui decoder digitali con funzioni di hard disk.

Le proposte per Imprese, Famiglie e Pubbliche Amministrazioni

Riteniamo necessario un insieme articolato e coordinato di iniziative che portino alla digitalizzazione dei rapporti tra i cittadini, le imprese e le Pubbliche Amministrazioni.

Nel campo delle imprese occorre sostenere la produttività, l’innovazione e l’internazionalizzazione nei settori maturi del Made in Italy ed estendere il Programma Industria 2015 ad un 6° Progetto di Innovazione Industriale, dedicato esclusivamente allo sviluppo di servizi e applicazioni ICT, con priorità nel settore delle piccole e medie imprese, del turismo, dell’educazione, dell’informazione, dell’intrattenimento.

Per le famiglie occorre sviluppare le competenze ICT, dando priorità alla popolazione in età scolare, rafforzando e/o rendendo obbligatori gli insegnamenti delle discipline tecniche informatiche e dei servizi internet, integrando le stesse discipline anche nei programmi didattici dei corsi scolastici ordinari.

Appare importante superare il digital divide attraverso meccanismi di detassazione degli acquisti per le fasce più deboli della popolazione.

Nel settore delle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, con priorità nei campi della sanità, della scuola e dei servizi ai cittadini, occorre procedere alla completa informatizzazione dei processi di front office e di back office, realizzando la completa digitalizzazione delle pratiche amministrative e consentendo l’erogazione in rete di servizi e contenuti, senza l’utilizzo di moduli cartacei e senza la necessità di spostamenti fisici da parte degli utenti.

Saranno altresì importanti per lo sviluppo del mercato e-Content iniziative di carattere normativo a sostegno della disponibilità on-line delle banche dati informative pubbliche, che devono poter essere rese disponibili al mercato e all’utente finale.

I “digital rights”

Non è più rinviabile la questione di alcuni nodi irrisolti che frenano lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali sin dalla sua nascita, e che riguardano tutti gli operatori, sia quelli posizionati a monte che quelli a valle della catena del valore.

Un nodo molto importante da affrontare riguarda il download illegale di contenuti effettuato attraverso il file-sharing e il peer-to-peer, che rappresenta un fenomeno tuttora in crescita.

Si tratta di un fattore culturale, più che economico, ed anche l’esperienza internazionale evidenzia come non basti l’azione repressiva per poterlo sconfiggere.

Le iniziative intraprese da alcune case discografiche di sfruttare le reti peer-to-peer per distribuire musica senza richiedere alcun pagamento, ma finanziandosi vendendo spazi pubblicitari, potrebbe rappresentare realmente un approccio innovativo per superare il problema del mancato compenso ai titolari del diritto d’autore.

È proprio l’offerta di contenuti e servizi di qualità a valore aggiunto, rispondenti alle richieste della domanda, a trainare la crescita di questo mercato, in quanto solo aumentando la disponibilità di contenuti fruibili e contestualizzando la propria offerta, in modo da colpire target sempre più puntuali, si riuscirà a contrastare il fenomeno del file-sharing illegale e dare un’ulteriore spinta al mercato dell’e-Content.

Come Federazione abbiamo riaperto a luglio un Tavolo di lavoro, insieme ai rappresentanti di tutte le realtà associate interessate, che, partendo dal Patto di Sanremo siglato nel 2005, si pone l’obiettivo di riprendere le “Linee Guida per l’adozione di Codici di condotta ed azioni per la diffusione dei contenuti digitali nell’era di Internet”, per predisporre un Codice di deontologia e di buona condotta per lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali e la tutela del diritto d’autore.

Questo strumento, una volta finalizzato, verrà sottoposto alle istituzioni competenti in un’ottica di co-regolamentazione.

L’iniziativa si affianca, peraltro, a quelle che contemporaneamente si stanno portando avanti sul tema in Francia e nel Regno Unito.

Armonizzazione dell’IVA agevolata

Tra le politiche non più differibili c’è, peraltro, quella dell’armonizzazione dell’IVA agevolata al 4% dai contenuti editoriali tradizionali a quelli “liquidi”, usufruiti on-line (su cui grava attualmente l’imposta classica del 19%).

Si tratta di una norma che inciderebbe poco sulle entrate tributarie, e che darebbe, contemporaneamente, un segnale forte e un incentivo pratico agli operatori per aumentare la loro offerta di e-Content.

Conclusioni

Il mercato dei contenuti sta vivendo in questi anni una vera rivoluzione digitale innescata da molteplici fattori, primo fra tutti la crescente pervasività di Internet nella vita quotidiana dei cittadini, con un impatto molto forte su abitudini di consumo e stili di vita.

Ciò comporterà una molteplicità di vantaggi per gli utenti/consumatori pubblici e privati accanto ad un ampliamento delle opportunità di business per le imprese.

La stessa forza innovativa e le ricadute positive sulla società saranno determinate dalla diffusione del digitale terrestre, del satellite, dell’alta definizione e dei servizi di interattività.

Per promuovere un rapido passaggio dell’Italia al digitale sono indispensabili azioni operate congiuntamente dai diversi soggetti: il Governo (nazionale e locale), i broadcaster, gli operatori di TLC, le aziende produttrici dei device abilitanti, le imprese dei servizi ICT.

È necessario promuovere una politica generale di stimolo all’aggiornamento digitale delle famiglie, soprattutto delle fasce deboli della popolazione, in un’ottica di neutralità tecnologica multipiattaforma.

Appare, dunque, opportuna una riflessione strategica sugli obiettivi di medio – lungo termine (5-10 anni) che il Governo del Paese vuole darsi circa alcuni parametri fondamentali per l’innovazione del Paese, quali:

il tasso di adozione delle tecnologie ICT;

la penetrazione di applicazioni e servizi innovativi nelle imprese;

il grado di digitalizzazione delle famiglie;

il livello di informatizzazione dei Servizi delle Pubbliche Amministrazioni con i cittadini e le imprese

lo sviluppo infrastrutturale.

Siamo convinti che, come negli altri Paesi avanzati, serva la definizione programmatica da parte del Governo di un'”Agenda per obiettivi nazionali” a medio – lungo termine, su queste grandezze fondamentali, che farà da traino al mercato dei contenuti digitali con ampie ricadute per il rilancio dell’innovazione e la crescita in Italia.

Se oggi il mercato dei contenuti digitali ha ancora un valore limitato rispetto al PIL (0,4%), come evidenzia il nostro Rapporto, il trend di crescita sostenuto (circa il 20% annuo) nei prossimi anni contribuirà significativamente al PIL per 0,1 punti percentuali in più all’anno. Se venissero attuate le misure che ho indicato i ritmi di investimento potrebbero aumentare arrivando anche ad un + 0,2% di PIL.

Potrebbe sembrare poco, ma in un momento di stagnazione economica si tratta ancora una volta di dare maggiore impulso all’innovazione tecnologica e ai servizi innovativi.

Alla nostra Conferenza Nazionale abbiamo presentato il “Cronometro dello Sviluppo” dove veniva ben evidenziato come l’istruzione, l’innovazione, la ricerca e sviluppo, il valore aggiunto dei servizi ecc. abbiano un impatto sulla crescita economica italiana del 24% inferiore a quanto accade nel Regno Unito, del 18% inferiore alla Spagna, del 17% inferiore rispetto alla Germania, del 10% inferiore alla Francia.

Il mercato dei contenuti digitali è una componente degli indicatori del Cronometro ed anche da essa dipenderà la capacità di recupero.

Siamo di fronte ad una partita che vede il mondo intero impegnato nei prossimi 5-10 anni. Secondo l’OCSE:

investendo un 10% in più in Ricerca e Sviluppo all’anno (in Italia parliamo di 1,5 MLD ) si ha un ritorno positivo sul PIL pari all’1%;

politiche di liberalizzazioni e sburocratizzazione nei servizi innovativi potrebbero portare fino a un 2% di crescita del PIL in più;

l’innalzamento di un anno nel livello di istruzione dei giovani porterebbe ad un +0,4% del PIL.

In Giappone, dalla sola realizzazione delle nuove reti in fibra ottica si aspettano ritorni 30 volte superiori agli investimenti e una crescita del PIL di 6 punti all’anno. Noi non siamo così ottimisti, ma i benefici finanziari ed economici di un grande progetto per la Società della Conoscenza saranno fondamentali per fare ripartire la crescita economica del nostro Paese.

Contenuti, Servizi ed Infrastrutture digitali rappresentano quindi “il” Progetto Paese che ci consentirà di passare dalla Società dell’Informazione alla Società della Comunicazione, dove l’innovazione tecnologica genera sviluppo culturale, sociale ed economico.

3° Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali in Italia

Executive Summary

eContent 2008 (Slides)

Giancarlo Capitani – Amministratore delegato di NetConsulting

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