WCC: per B. Lamborghini (AICA), ‘Non bisogna temere la globalizzazione, perché la conoscenza condivisa moltiplica la cultura’  

di Raffaella Natale |

Francesco Pizzetti (Privacy) evidenzia però che ‘senza sicurezza e senza diritti non potrà esservi vera cittadinanza nella Rete’.

Italia


Bruno Lamborghini

Grande assente al Convegno inaugurale World Computer Congress, che per la prima volta si svolge in Italia a Milano, il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Il Congresso si è aperto domenica 7 settembre con un convegno sul ruolo dell’ICT nell’integrazione dell’economia mondiale (“Globalization in the Digital Scenario“). Si chiuderà mercoledì 10 settembre con un ampio dibattito sui temi dell’alfabetizzazione digitale (“Towards an Inclusive Information Society“), che prevede la presenza del Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, del Governatore della Lombardia Roberto Formigoni e di Anti Peltomaki, Direttore Generale Information Society alla Commissione UE.

 

Nei quattro giorni di lavori si svolgeranno ben 13 conferenze scientifiche sui temi tecnici di punta dell’ICT, come la sicurezza, l’intelligenza artificiale, l’informatica per il gioco e l’apprendimento, le nuove architetture dei sistemi, l’interazione uomo-macchina, il knowledge management e 16 conferenze tematiche sulle sinergie tra istituzioni, mondo scientifico e imprese nell’uso dell’ICT per la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell’ambiente, lo  sport, lo sviluppo del turismo, l’innovazione nell’industria e nel sistema della moda, accanto alle conferenze “Donne e Tecnologie“  e sull'”eInclusion“.

 

Giunto alla sua ventesima edizione, il WCC è promosso da IFIP (la Federazione che riunisce le associazioni d’informatica di 60 paesi) con AICA e con il patrocinio delle Istituzioni italiane e Europee. Si avvale della partnership di Telecom Italia, che interviene con testimonianze di rilievo nel confronto sui temi più caldi della ricerca e delle prospettive dell’ICT nel business, nel lavoro e nella vita quotidiana ed organizzando direttamente due delle conferenze tematiche di maggior rilievo, dedicate alla Sanità e al Web 2.0.

 

Come ha osservato Giulio Occhini, presidente del comitato organizzativo e direttore generale di AICA che in Italia rappresenta IFIP e anima l’iniziativa con il supporto organizzativo di ITG, l’edizione milanese del WCC, che ogni due anni fa il punto sullo stato dell’arte dell’informatica, amplia i suoi orizzonti caratterizzandosi oltre come consueto momento di discussione e confronto per esperti e tecnici It, anche per la presenza di sessioni cross dove vengono presentate le applicazioni tecnologiche di alcuni settori industriali con particolare riferimento ad aziende italiane ed europee.

 

Tra i numerosi argomenti di discussione, merita attenzione il dibattito sulla globalizzazione. Il presidente di AICA, Bruno Lamborghini, ha sottolineato che non bisogna aver paura della globalizzazione, perché “la conoscenza condivisa moltiplica la cultura”.

 

Come superare la paura di essere ‘battuti’ da potenze come l’India o la Cina o peggio tutti i paesi emergenti?

 

Fare formazione continua, ha detto Lamborghini, “Se non si condivide la conoscenza non si fa ricerca. La conoscenza condivisa può costruire a livello planetario una cultura altissima. Si pensi solo alla possibilità di mettere a confronto la cultura asiatica con quella occidentale. Avere uno scambio di informazioni con l’oriente aiuterà molto anche l’occidente perché saranno loro a trainare la cultura digitale”.

 

“Senza globalizzazione – precisa Vivek Jacob, chairman Banyan Tree Holding – paesi come Cina e India sarebbero caduti in una povertà spaventosa e non c’è niente di peggio pensare a un popolo ultrapovero che può maneggiare testate nucleari. Non si deve aver paura del fatto che quei territori possano ‘farci le scarpe’ per superare questa paura, l’unica ricetta possibile è formazione continua”.

 

Al centro del dibattito anche il tema della privacy, sul quale si è soffermato il presidente dell’Autorità Garante Francesco Pizzetti, che ha dichiarato: “…L’importanza della sicurezza e della protezione dei dati personali è, infatti, cruciale per una società dell’informazione intesa come luogo di sviluppo e di promozione del benessere. Senza sicurezza e senza diritti non potrà esservi vera cittadinanza nella Rete, e ciascuno di noi sarà esposto, come un viandante indifeso in una città senza regole, all’uso delle tecnologie a proprio rischio e pericolo”.

 

“…Il tema del dualismo privacy-efficienza economica – ha aggiunto – è stato per anni alla ribalta, ma occorre superare questo dualismo e individuare nuovi tradeoffs che diventeranno ancora più determinanti per condizionare e orientare lo sviluppo della Rete”.

Per Pizzetti, una moderna protezione dei dati personali può oggi consistere in un preponderante maggiore impegno per la realizzazione di condizioni di sicurezza a garanzia degli individui, senza costituire argini artificiosi, e comunque fragili, alla forte spinta  verso la comunicazione delle informazioni che è generata e alimenta l’innovazione tecnologica.

 

“…Ciò non è in alcun modo in contraddizione con la creazione di un sistema di regole e di diritti che tutelino l’individuo, offrendo protezione giuridica alla sua identità personale. Tuttavia, occorre esser consci del fatto che la difesa a oltranza di alcuni principi non deve distogliere dalla realtà dello sviluppo continuo e rapido di sistemi e di tecnologie che continuamente sopravanzano, con le sfide che ci lanciano, gli schemi e le categorie del mondo non connesso”.  

Per il presidente dell’Authority “…è necessario accelerare la capacità di lavorare insieme anche perché sulla scena del mondo si affacciano realtà, come la Cina, che sempre di più raccolgono dati relativi a cittadini di tutto il mondo”.

 

 

   

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