Spam: 4 anni di prigione al ‘Re’ Soloway. Il giudice, ‘Crimine paragonabile all’inquinamento’

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


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Il ‘Re dello spam’, Robert Soloway, è stato condannato a quasi 4 anni di prigione per aver inondato la rete con milioni di messaggi spazzatura reclamizzanti la sua società.

 

La condanna a 47 mesi di carcere è esattamente la metà di quanto era stato richiesto dall’accusa.

 

Soloway, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, utilizzava un software chiamato Dark Mailer per introdursi in una reti ‘zombie’ – formate cioè da computer privati controllati e sfruttati all’insaputa dei proprietari – e inviare messaggi usando, tra l’altro, indirizzi reali senza il permesso dei legittimi intestatari.

 

Lo spam è un fenomeno che non conosce crisi: nonostante il lancio di sistemi per contrastarlo sempre più sofisticati, gli spammer riescono comunque a reinventarsi, virando su sempre nuovi canali di distribuzione attraverso cui diffondere messaggi indesiderati contenenti collegamenti a negozi online, lotterie fittizie e operazioni finanziarie fraudolente.

 

Soloway è stato giudicato sulla base della legge Usa ‘Can Spam act‘, che prevede fino a 5 anni di prigione e multe fino a 6 milioni di dollari per il mancato rispetto dei suoi principi fondamentali.

 

Tra le altre cose, la legge punisce i mittenti che non forniscono dati corretti ai destinatari del messaggio; quelli che inviano un oggetto falso per ingannare il destinatario (ad esempio facendo credere che il messaggio sia una risposta o una mail di un amico) o ancora chi usa dei software per inondare le caselle di posta degli utenti di messaggi pubblicitari non richiesti.

 

Il giudice Marsha Pechman, che ha definito “immensi” i costi sociali e finanziari del crimine di Soloway, ha anche paragonato lo spam all’inquinamento per il suo impatto ubiquo su chiunque abbia un computer, sottolineando che il world wide web – dando campo libero a nuovi criminali, alcuni dotati di arguzia, altri semplicemente folli – sta facendo emergere un nuovo problema sociale.

 

Soloway, che tra l’altro è accusato anche di evasione fiscale, ha ammesso la piena responsabilità per l’accaduto e si è scusato “con tutte le persone che hanno ricevuto le email”, ma si è giustificato dicendo di aver continuato a diffondere spam anche dopo una precedente condanna in sede civile perché ormai abituato “a un certo di stile di vita” al di là dei propri mezzi.

 

Per farci un’idea, Soloway avrebbe inviato 1 milione di email al giorno per 3 mesi attraverso due server, guadagnando nel 2005 fino a 120 mila dollari.