Tariffe di terminazione, Altroconsumo all’Agcom: ‘Spezzare il duopolio TIM-Vodafone’

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Telefonia mobile

“Le tariffe di terminazione mobile devono essere ridotte più di quanto l’Autorità garante per le comunicazioni intenda fare”.

Lo dice l’associazione Altroconsumo, secondo cui “i costi sostenuti dagli operatori mobili non giustificano tariffe di terminazione superiori a 1-2 centesimi di euro; attualmente se ne pagano 8,85 ai due soggetti più forti sul mercato: decisamente troppo”.

La terminazione è il servizio grazie al quale un operatore “consegna” la chiamata a un proprio cliente quando questa arriva dalla rete di un altro operatore, fisso o mobile che sia.

 

Le tariffe di terminazione sono dunque le tariffe all’ingrosso che gli operatori si praticano l’un l’altro per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi finali dei sevizi.  

 

Secondo quanto previsto dall’Autorità, da qui al 2011, queste tariffe saranno di 7 centesimi. Una sforbiciata che per Altroconsumo non è abbastanza, “dato che già oggi, e non tra tre anni, in Inghilterra queste tariffe sono sotto la soglia dei 7 centesimi”.

 

Sui valori medi delle tariffe di terminazione (dati ERG, gennaio 2008) l’Italia è più cara non solo del Regno Unito – “dove il contesto di mercato e il grado di sviluppo delle tlc lo pongono come best practice in Europa – ma anche di Francia, Germania, Spagna”.

Con tagli alle tariffe così modesti, secondo Altroconsumo, “lo sviluppo di un mercato delle telecomunicazioni efficiente, moderno e concorrenziale rimarrà un miraggio”.

 

“Non è un mistero – aggiunge l’associazione – gli operatori con quote di mercato più ampie, TIM e Vodafone, esercitano la propria posizione dominante sulle condizioni economiche praticate per la fornitura del servizio di terminazione del traffico. Con effetti perversi: sulle chiamate on-net in media circa il 74% del traffico originato da ciascun operatore di rete mobile termina su clienti appartenenti allo stesso operatore”.

 

Secondo Altroconsumo,  “l’irrigidimento del mercato rafforza il duopolio e va a tutto svantaggio del consumatore”.

A esempio l’associazione porta l’arrivo in Italia dell’iPhone. Il nostro Paese è l’unico nel quale la rivendita è stata affidata a due operatori anziché uno, ma lo stesso i consumatore non sono stati affatto avvantaggiati in quanto il telefonino  è offerto da entrambi con piani tariffari  che “vincolano il consumatore per 24 mesi a tariffe molto meno convenienti rispetto alle offerte sul mercato. Risultato: scaricare una canzone di 5MB costa ben 30 euro!”.

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