Relazione Agcom: cresce in Italia il pluralismo, grazie a digitale terrestre e Pay TV. Calabrò conferma accelerazione dello switch-off

di Raffaella Natale |

Italia


Mercato Tv

Tre sono i principali fatti dell’ultimo anno che fanno dire al presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, che l’Italia non si sottrae alla dinamica che sta caratterizzando l’evoluzione del settore audiovisivo nei paesi avanzati.

Innanzitutto un consolidamento del peso della Pay TV rispetto all’ammontare complessivo delle risorse del settore; un rafforzamento delle nuove piattaforme trasmissive digitali (satellite e digitale terrestre in particolare) a scapito dell’analogico; l’emergere di nuove forme di televisione (nei contenuti, nelle modalità di fruizione da parte del pubblico, nonché nelle forme di pagamento).

In un quadro che ancora manifesta fattori di criticità, dalla relazione annuale dell’Autorità, presentata oggi al Parlamento, emerge una maggiore competitività nei mercati che costituiscono la filiera del settore televisivo (raccolta pubblicitaria e Pay TV): le Tv commerciali, con il loro ingresso nella televisione a pagamento, hanno introdotto un significativo elemento di pressione competitiva e, viceversa, gli operatori di Pay TV stanno acquisendo crescenti quote di mercato nella raccolta pubblicitaria.

 

Si avvertono di conseguenza positivi effetti sul benessere sociale ed il grado di concorrenza del mercato, con riflessi anche sul pluralismo dell’informazione.

Calabrò non tralascia di ricordare però che permangono elementi di criticità ereditati dal passato, a cui si aggiungono nuove problematiche dettate dai recenti sviluppi tecnologici e di mercato.

La concentrazione risulta infatti ancora assai elevata (più che negli altri Paesi avanzati), anche se si è ormai affermato un assetto competitivo che vede tre soggetti in posizione di rilievo, per via del ruolo crescente assunto da Sky Italia.

Il presidente ha quindi evidenziato che gli interventi hanno mirato ad assicurare un adeguato spazio alle nuove piattaforme trasmissive e ad aprire i mercati televisivi a nuovi operatori di rete e fornitori di contenuti indipendenti, con particolare enfasi sulle forme trasmissive in chiaro.

 

Nel 2007, le risorse complessive del settore hanno superato gli 8 miliardi di euro, con una crescita complessiva che ha sfiorato il 6%. Con riguardo alle diverse componenti di ricavo, la pubblicità, pur rimanendo di gran lunga la maggiore fonte di introiti, per la prima volta scende al di sotto della soglia del 50%, con una crescita inferiore alla metà di quella fatta registrare dal settore nel suo complesso. I ricavi derivanti dalla fornitura di contenuti ad altri operatori broadcasting e di telecomunicazioni su reti fisse e mobili, anche se con dimensioni ancora poco significative (circa il 3% del mercato), mostrano un consistente dinamismo, sebbene, a ritmi più contenuti, continua ad aumentare il peso della componente televisiva a pagamento, ormai non lontana dal 30% dei ricavi complessivi.

Nonostante ciò, si segnala che nel 2007, a seguito anche del progressivo aumento dell’audience (che ormai, in prima serata, si colloca stabilmente intorno ai 2 milioni di spettatori) il mezzo satellitare ha sfiorato i 200 milioni di ricavi, con una crescita di oltre il 40%.

Il tema della rilevazione dell’audience sulle diverse piattaforme risulta, di conseguenza, sempre più centrale nell’ambito dell’allocazione delle risorse pubblicitarie. Da questo punto di vista, come già sottolineato nella Relazione dello scorso anno, la società di rilevazione degli ascolti televisivi, a seguito di un intervento dell’Autorità, è intervenuta modificando significativamente i criteri di controllo e ponderazione del proprio campione (panel control).

 

Passando ad analizzare l’evoluzione della posizione dei singoli operatori nel settore, la Rai si conferma la principale media company, con oltre 2,7 miliardi di euro di ricavi. La crescita mostrata, è dovuta principalmente all’andamento degli introiti del canone di abbonamento, il cui importo unitario è passato dai 99,6 euro del 2006 ai 104 euro del 2007. I ricavi pubblicitari della concessionaria pubblica rimangono sostanzialmente costanti, mentre i corrispondenti introiti di RTI mostrano una dinamica solo di poco superiore (+1,1%).

Allo stesso tempo, gli introiti di RTI dall’offerta di servizi a pagamento sulla piattaforma digitale terrestre, e quelli derivanti dalla vendita di contenuti ad altri broadcaster ed agli operatori di telecomunicazioni fisse e mobili, crescono di circa 100 milioni di euro, arrivando a rappresentare, nel complesso, circa il 10% del fatturato complessivo.

La proprietà di Taodue, Medusa ed Endemol (quest’ultima assieme ad altri soggetti) testimoniano, inoltre, la strategia di RTI di concentrarsi sempre più sulla produzione e distribuzione di contenuti audiovisivi sulle diverse piattaforme.

 

La struttura concorrenziale del mercato della raccolta pubblicitaria vede confermare – anche se in misura contenuta – la riduzione del peso di Rai e RTI, a favore di Telecom Italia Media e Sky Italia.

Sky Italia continua a dominare il mercato della televisione a pagamento, ma è da segnalare come RTI, nel digitale terrestre, ed i carrier, nelle reti di telecomunicazioni, abbiano guadagnato, nel 2007, nel complesso, oltre 2,5 punti percentuali, con un sostanziale calo dell’HHI, che in ogni caso rimane estremamente elevato.

 

Il sistema televisivo italiano sta affrontando un cambiamento radicale, anche in ragione della progressiva affermazione delle nuove piattaforme di accesso. Nel corso del 2007, vi è stato un significativo incremento dei decoder digitali terrestri venduti (da soli o integrati all’intero dei televisori), con 2,4 milioni di unità vendute, contro poco più della metà del 2006. Allo stesso tempo, a partire dal mese di settembre 2007, grazie anche ad una consistente riduzione dei prezzi degli apparecchi TV, la vendita mensile degli apparati integrati ha superato quella dei set top box.

Si stima che la consistenza di apparati DTT abbia ad oggi superato i 5 milioni, e di questi 2,4 milioni siano utilizzati anche per servizi di televisione a pagamento, la cui offerta si sta progressivamente ampliando, grazie a soluzioni innovative in termini di contenuti e di livelli di prezzo più accessibili ad una clientela ampia. Durante il 2007, si è osservata una crescita della consistenza delle carte prepagate offerte da Telecom Italia Media e Mediaset nell’ordine del 10%, mentre si stima che, nel mese di marzo di quest’anno, le carte in esercizio in grado di fruire di servizi pay avevano superato i 4 milioni.

 

In questo contesto tecnologico e di mercato, sono inoltre intervenute importanti novità normative. Con riguardo alla transizione dalla trasmissione televisiva in tecnica analogica a quella digitale, la legge n.222/07 di conversione con modificazioni del Decreto legge 1 ottobre 2007, n.159, ha introdotto alcune rilevanti misure. In primo luogo, la legge ha prorogato al 2012 la data per la cessazione delle trasmissioni in tecnica analogica terrestre. In secondo luogo, si sono introdotte misure per favorire la produzione di apparecchi televisivi digitali stabilendo, tra l’altro, l’obbligo di integrazione del sintonizzatore digitale per la ricezione dei servizi della televisione digitale negli apparecchi televisivi venduti ai consumatori sul territorio nazionale, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore del decreto (giugno 2009).

 

Come è noto – ha ricordato Calabrò – il processo di transizione dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali terrestri è in via di attuazione, a cominciare dalle regioni Sardegna e Valle d’Aosta.

Le prossime aree a realizzare lo switch-off saranno le province di Torino e Cuneo entro il 17 marzo 2009, la provincia autonoma di Trento il successivo 1° ottobre, il resto della Regione Piemonte entro il 17 marzo 2011.

 

Secondo quanto pubblicato nel secondo Rapporto sulla televisione digitale terrestre in Europa, realizzato dall’Associazione DGTVi, i dati di ascolto mostrano un effetto positivo della transizione al digitale.

Alla luce delle prossime scadenze legislative, gli operatori del settore stanno investendo significative risorse nello sviluppo della piattaforma digitale terrestre, attraverso l’aggiornamento delle infrastrutture di rete. A fine 2007, i multiplex digitali terrestri operativi sul territorio nazionale erano 10, due dei quali risultavano essere dedicati alla trasmissione di contenuti in tecnica digitale terrestre per la ricezione su terminali mobili (DVB-H), rispettivamente di proprietà di RTI e dell’operatore mobile H3G. Vi sono, inoltre, più di 180 multiplex a copertura locale o regionale.

A ciò, si aggiunga poi che anche il numero e la qualità dei canali DTT sono destinati ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi, in virtù anche dei criteri e delle modalità imposte dall’Autorità in capo a Mediaset, Rai e Telecom Italia Media per la cessione del 40% della capacità trasmissiva dei rispettivi multiplex (cfr. delibera n. 645/07/CONS).

 

Passando all’analisi della televisione digitale nel suo complesso, il numero totale di accessi digitali ha raggiunto nel marzo scorso i circa 11 milioni, con un incremento di oltre 1 milione rispetto all’anno precedente. Tale crescita è da ascriversi prevalentemente all’affermazione della televisione digitale terrestre, mentre l’IPTV – pur registrando tassi di sviluppo in aumento rispetto all’anno precedente, – supera di poco i 300.000 abbonati. In ogni caso, l’offerta di servizi televisivi a pagamento su protocollo IP continua ad ampliarsi: accanto ai servizi proposti da Fastweb e da Telecom Italia, si affiancano ormai quelli di Wind – che ha avviato un servizio che offre i canali nazionali del digitale terrestre, alcuni canali satellitari e contenuti in modalità video on demand – e di Tiscali.

Complessivamente, a fine marzo 2008, il numero di famiglie italiane dotate di almeno un accesso digitale ha superato il 50%, con una netta prevalenza del satellite, sia free che pay (28%), e del digitale terrestre (23%).

 

La radio ha raggiunto, nel 2007, i 38,7 milioni di ascoltatori nel giorno medio, pari al 73,3% della popolazione italiana con età superiore agli undici anni.

Le principali emittenti radiofoniche nazionali hanno in questi ultimi due anni ampliato la propria offerta multimediale arricchendo la lista di programmi disponibili in podcast e creando nuovi siti per i cellulari. Vengono inoltre attivati collegamenti in modalità peer-to-peer che hanno la finalità di realizzare social network diffusi per la realizzazione di palinsesti personalizzati.

 

L’Autorità informa anche che, con l’obiettivo di fornire un quadro maggiormente esauriente dei mercati della comunicazione oggetto delle proprie competenze istituzionali, ed analogamente al percorso metodologico adottato già da tempo per i mercati delle telecomunicazioni fisse e mobili e per quello televisivo, ha richiesto alle principali imprese del settore dell’editoria quotidiana e periodica alcune specifiche informazioni riguardo alle dinamiche economiche ed all’andamento delle copie vendute, sia con riferimento all’editoria su tradizionale formato cartaceo che su quello elettronico.

 

“Ci sono molte cose positive nella relazione di oggi del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, Corrado Calabrò“, ha precisato il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani.

Per il sottosegretario è, infatti, importante che “per la prima volta dopo tanti anni in una relazione della Agcom viene approvato il lavoro sviluppato dal ministero competente in tema di comunicazioni”. In particolare Romani ha sottolineato come Calabrò abbia “condiviso con il ministero l’anticipo del digitale terrestre per aree territoriali secondo un calendario che è stato inserito nel decreto di recepimento delle normative europee”.

 

Riguardo all’anticipo dello switch-off, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha detto: “C’è qualcuno che pensa di poter fare prima del 2012. Calabrò ha accennato a una progressiva diffusione per aree regionali e questo può accelerare” il passaggio dalla tv analogica a quella digitale.

Per quanto concerne poi il passaggio della Relazione nel quale l’Agcom sostiene che Rai, Mediaset e Sky Italia “sono in posizioni comparabili“, Confalonieri ha risposto che “..Già da tempo è così. Da parte di Calabrò è una presa d’atto“.

 

“…Le relazioni delle Autorità non si commentano, si studiano“, è stato il commento del presidente della Rai, Claudio Petruccioli.

 

 

  

Presentazione del Presidente dell’Autorità

   

Relazione annuale sull’attività svolta e sui programmi di lavoro

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