Digitale terrestre: Mannoni (Agcom) risponde alla Ue, ‘In Italia sistema aperto e non discriminatorio per i new entrant’

di Raffaella Natale |

Italia


Stefano Mannoni

Ok all’anticipo dello switch-off anche da parte dell’Autorità per le comunicazioni. Il commissario Stefano Mannoni, in una intervista al Giornale, ha dichiarato che l’Agcom sarebbe favorevole ad anticipare di due anni il passaggio dall’analogico alla Tv digitale terrestre.

Raccontando come sta evolvendo il piano per il passaggio alle nuove tecnologie di trasmissione – la prossima regione sarà il Piemonte – Mannoni ha detto “…se si vuole anticipare lo switch-off al 2010 anziché al 2112, l’Autorità è pronta a raccogliere la sfida”.

Secondo la newsletter dell’associazione DGTVi, in Sardegna si registra una quota di ascolto del 42,4 %, mentre in Valle d’Aosta è salita del 15,7% rispetto al mese di aprile.

 

Anche Mediaset sarebbe d’accordo, come ha fatto sapere il suo presidente Fedele Confalonieri che ha dichiarato: “…Prima è meglio è, già in Francia e in Spagna lo switch-off del segnale analogico è previsto al 2010. Sono certamente favorevole”.

 

Nell’intervista Mannoni ha spiegato il lavoro in atto per convincere la Commissione Ue dell’apertura del mercato radiotelevisivo italiano, chiarendo che da una parte governo e Authority lavorano insieme per il definitivo passaggio al digitale terrestre in Sardegna, dall’altra alla cessione del 40% della capacità trasmissiva di Rai, Mediaset e Telecom Italia.

 

Il commissario ha quindi chiarito che, riguardo alla procedura di infrazione aperta dalla Ue nei confronti dell’Italia per la Legge Gasparri, il governo dovrà spiegare ciò che è stato fatto con il “Tavolo della Sardegna” e che non è stato immediatamente compreso a Bruxelles.

Nell’ambito dello switch-off due reti di serie A nell’isola sono state riservate ai nuovi entranti. “E’questo – ha ribadito – una prova del fatto che il sistema non è chiuso”.

Per quanto concerne la cessione del 40% della capacità trasmissiva dei tre maggiori player, la risposta alla Ue è stata data in questi giorni, “…attestando un principio di forte effettività perché hanno partecipato competitori molto forti e perché sono state fornite garanzie che la selezione non avrà criteri discriminatori”.

 

Mannoni è tornato anche sui venti quesiti inviati dalla Commissione al governo per avere delucidazioni in merito al mercato radiotelevisivo e alle misure per assicurare il pluralismo ed evitare posizioni dominanti.

La Ue in questi giorni ha definito “non complete” le informazioni inviategli dall’esecutivo e resta quindi delle ulteriori delucidazioni.

“…Fermo restando che è ancora in corso un’interlocuzione con l’Ue, il decreto Romani ha cercato di rispondere al meglio alla Commissione. Consente di avere la certezza giuridica che mancava e ha tradotto in legge la normativa quadro sulla Sardegna perché così si ha un metodo per lo switch-off, un tavolo con Authority e ministero”.

Fa anche sapere che la prossima regione a diventare all digital sarà il Piemonte: “…siamo molto fiduciosi. Se si vuole anticipare lo switch-off totale al 2010 anziché al 2012, l’Autorità è pronta a raccogliere la sfida”.

 

Alcuni giorni fa Paolo Romani, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, ha annunciato che “…Entro il 9 settembre presenteremo un piano per la completa digitalizzazione del territorio nazionale come previsto dalla legge recentemente approvata dal Parlamento. In quel documento saranno definite le aree e la tempistica dei vari ‘step’ che porteranno al passaggio dall’analogico al digitale. Credo che dopo aver fatto questo lavoro si potrà decidere una data per lo switch-off che sia prima del 2012. In questo momento rischiamo di essere gli ultimi in Europa, posizionandoci alla fine della ‘forchetta’ temporale indicata dalla Ue”.

 

Un modo per definire date e luoghi, ma anche per individuare gli organismi che dovranno gestire tale complessa fase di transizione, per determinare le risorse finanziarie che da qui ai prossimi anni lo Stato dovrà impiegare per accompagnare tale processo e soprattutto per cercare di accelerare i tempi.

 

L’ipotesi potrebbe essere quella di “tagliare” due anni fissando il termine alla fine del 2010. Romani avvalora questa tesi, sottolineando che la Spagna ha fissato questa data per il suo switch-off e quindi “…se non vogliamo perdere anche su questo fronte, dopo averlo fatto calcisticamente, dobbiamo fare meglio di loro”. Anche per il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, “…il 2012 è una data troppo lontana. Se il 2006 era una data illusoria per lo switch-off e il 2008 era ancora troppo ravvicinato, il 2012 è troppo lontano. Stabilire una nuova data, comunque, spetta al governo”.

 

Per Calabrò, si potrà comunque fare “…una valutazione congrua quando buona parte del territorio sarà digitalizzata”. E’ certo che “…il sistema Sardegna à quello giusto e va applicato a tutta l’Italia. Una digitalizzazione per aree regionali che permetta un passaggio alla nuova tecnologia senza traumi”.

 

Anche per Romani il “modello” Sardegna è stato “…un esperimento assolutamente positivo, anche se dobbiamo attendere il 31 ottobre” data dello spegnimento dell’analogico in tutta l’Isola. Subito dopo toccherà alla Valle D’Aosta, poi alle province di Torino e Cuneo, al Trentino e all’Alto Adige, a cui in autunno si potrebbe aggiungere l’area urbana di Roma.

Romani ha annunciato che il passaggio successivo dovrebbe riguardare poi “… la grande Lombardia , quella macro-area – ha spiegato il sottosegretario – che va da Alessandria a Verona e che coinvolge 12 milioni di italiani”. Una volta digitalizzata un’area così vasta il resto d’Italia dovrebbe seguire senza problemi, permettendo quindi un’accelerazione dello switch-off rispetto ai tempi finora definiti.

 

La strada indicata dal sottosegretario è comunque quella seguita in Sardegna: “…un’intesa condivisa sulla ripartizione delle frequenze digitali raggiunta al tavolo con gli operatori con la mediazione dell’Autorità”.

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