Spettro radio: più risorse ai servizi wireless. Il Parlamento Ue promuove un uso ‘coordinato e armonizzato’ delle frequenze e presenta BERT

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Spettro radio

“L’uso dello spettro radio deve essere coordinato e armonizzato nella Ue per consentire ai cittadini di beneficiare di nuovi servizi quali l’accesso a internet in banda larga mobile”.

Lo dice la Commissione industria in una relazione approvata lunedì sera, nella quale gli europarlamentari esprimono anche il loro sostegno alla creazione di un nuovo organismo europeo, composto dalle autorità di regolamentazione nazionali, che assicuri l’applicazione coerente delle misure in tutta la Ue.

I deputati Ue chiedono inoltre incentivi per gli investimenti nelle nuove infrastrutture, tra cui le reti di accesso di prossima generazione.

 

Lo spettro radio di proprietà da parte degli Stati membri è una risorsa essenziale per molti servizi wireless, dalla radiodiffusione alla mobile Tv, dalle comunicazioni mobili a internet a banda larga, fino ai nuovi servizi elettronici quali l’eHealth o l’eGovernment.

 

Secondo la relazione dell’eurodeputata francese Catherine Trautmann (PSE), “…al fine di ottimizzare l’uso delle frequenze e di evitare interferenze dannose tra i servizi, gli Stati membri devono cooperare tra loro e con la Commissione nella pianificazione strategica, nel coordinamento e nell’armonizzazione dell’uso dello spettro radio”.

 

La direttiva quadro sulle comunicazioni elettroniche, così come modificata dalla commissione per l’industria, chiede pertanto alla Commissione di presentare una proposta legislativa volta a stabilire un ‘piano d’azione sullo spettro radio‘, nonché di mettere a punto un approccio più coerente e integrato nella ripartizione del ‘dividendo digitale‘, ossia le frequenze che si libereranno al momento del passaggio dall’analogico al digitale, da completare entro il 2012.

 

In base alle modifiche attuate al progetto di direttiva, gli Stati membri sono tenuti a garantire che qualsiasi tecnologia o qualsiasi servizio possa usare qualsiasi frequenza disponibile per servizi di comunicazione elettronica, in linea con i piani assegnazione delle frequenze stabiliti a livello nazionale e con i regolamenti ITU.

Eventuali misure che richiedano l’allocazione di una specifica banda di frequenza per un determinato servizio, sostengono ancora gli eurodeputati, “dovranno essere giustificate da finalità di interesse generale come ad esempio garantire la sicurezza, la promozione della coesione sociale, regionale o territoriale, o di obiettivi culturali quali la diversità culturale e linguistica e il pluralismo dei media”.

 

La Commissione industria ha anche approvato un documento presentato da Pilar del Castillo (EPP-ED, ES), nel quale viene proposta la creazione di un organismo di regolazione europeo (Body of European Regulators in Telecommunications – BERT), composto dalle 27 Autorità di regolazione nazionali.

BERT sarebbe un’alternativa alla realizzazione della European Electronic Communications Market Authority (EECMA), nuova ‘Super Authority’ sostenuta dal commissario Viviane Reding.

Il Parlamento Ue propone quindi una “procedura di co-regolamentazione” che richiederebbe alle Autorità nazionali di consultare la Commissione e BERT prima di prendere decisioni normative.

La Commissione potrebbe chiedere ai regolatori nazionali di modificare la decisione se l’organismo europeo ritenesse la misura inadeguata o inefficace.

 

Nel progetto di direttiva approvato dal Parlamento, si parla anche di separazione della rete tlc.

Secondo i deputati, un regolatore nazionale potrebbe, come ‘misura eccezionale’, richiedere a un operatore tlc la separazione funzionale della rete telefonica dai servizi, creando una divisione business separata.  

Questa unità dovrebbe quindi fornire a tutte le altre società un accesso a prodotti e servizi a parità di condizioni.

 

Tuttavia, il regolatore nazionale potrà applicare questo rimedio soltanto nel caso in cui sia la Commissione che BERT ritengano che non ci siano altre misure atte a raggiungere una situazione realmente competitiva o che, senza la separazione, non ci siano che poche prospettive di una futura competizione basata sulle infrastrutture.

 

I deputati hanno anche richiesto “adeguati incentivi per gli investimenti in nuove reti ad alta velocità per sostenere l’innovazione nell’ambito dei servizi Internet content-rich e per rafforzare la competitività internazionale”.

Le reti NGN, attraverso la fibra ottica, garantiscono l’ubiquità e la convergenza delle infrastrutture per i servizi di comunicazione elettronica, l’informatica e i media.

 

Per queste infrastrutture, dicono i deputati, c’è bisogno “di promuovere gli investimenti spinti dal mercato e l’innovazione in infrastrutture nuove e migliori, incoraggiando per esempio la condivisione degli investimenti e assicurando un’adeguata condivisione dei rischi tra gli investitori e le imprese che vogliono accedere a nuovi impianti”.

 

Riguardo infine il finanziamento di BERT, in base alle proposte degli europarlamentari, i soldi arriverebbero per un terzo dalla Ue e per i due terzi da contributi diretti dei regolatori.

Si tratta comunque ancora di una proposta che sarà rivista prima della votazione in seduta plenaria.

 

BERT, infine, non dovrà assumere compiti relativi alla sicurezza delle reti e dell’informazione, come proposto originariamente dalla Commissione, che voleva accorpare il nuovo organismo all’ENISA.

Il Parlamento europeo, del resto, ha già prolungato il mandato ENISA fino al marzo 2012.