Riforma tlc: per ETNO positiva l’attenzione verso le NGN. Preoccupazione per le misure sulla ‘net neutrality’

di Alessandra Talarico |

Italia


NGN

Non si è fatta attendere la reazione dell’ETNO – l’associazione industriale che riunisce gli ex monopolisti delle tlc europee – al voto delle Commissioni ITRE e IMCO del Parlamento europeo sulle proposte di riforma delle norme comunitarie del settore.

 

Pur riconoscendo che il lavoro dei relatori Catherine Trautmann, Pilar del Castillo e Malcolm Harbour è stato svolto in un lasso di tempo particolarmente breve, l’associazione accoglie con favore l’attenzione prestata ai problemi del settore, ma si dice altresì preoccupata per l’adozione di alcuni emendamenti che permetterebbero di scavalcare l’attuale sistema di regolamentazione ex ante, aprendo la strada a interventi legislativi anche sui mercati competitivi, dove nessun operatore ricopre una posizione dominante.

 

Le commissioni, spiega ETNO, “hanno svolto un lavoro molto importante cercando le soluzioni appropriate alle problematiche del settore e impostando le giuste condizioni per gli investimenti, al fine di garantire che i consumatori e le imprese possano beneficiare di reti ad alta velocità, pur mantenendo i mercati altamente competitivi”.

 

“ETNO – ha dichiarato il direttore Etno Michael Bartholomew – accoglie con favore il riconoscimento, da parte della commissione ITRE,  del potenziale delle NGN termine per la concorrenza sostenibile tra le reti sul lungo periodo, ove possibile, con un approccio normativo più mirato in grado di concentrarsi sui problemi di concorrenza reale, tra l’altro attraverso una segmentazione geografica dei mercati”.

“Gli operatori con una forte posizione – ha aggiunto – non devono essere gli unici ad accollarsi i rischi legati agli investimenti. L’accesso dovrebbe essere basato su una equa ripartizione del rischio tra gli investitori e chi necessita  accesso alle infrastrutture”.

 

“Tuttavia – ha concluso Bartolomew – queste misure per favorire la diffusione di nuove reti sono in contraddizione con l’adozione di emendamenti che consentirebbero la regolamentazione dei mercati già competitivi ed estenderebbero sistematicamente l’accesso obbligatorio alle reti in fibra ottica”.

 

ETNO ha quindi ribadito la propria contrarietà al rimedio della separazione funzionale, definita soltanto un “deterrente per gli investimenti e non il giusto approccio per favorire una concorrenza basata sulle infrastrutture”.

 

L’associazione si dice “particolarmente preoccupata” per l’adozione di emendamenti che imporrebbero l’obbligo di accesso alle reti NGN.

 

“La regolamentazione dell’accesso – secondo ETNO – dovrebbe essere mirata a casi in cui la concorrenza basata sulle infrastrutture non è possibile, e dovrebbe essere decisa caso per caso dalle autorità nazionali di regolazione”.

 

L’imposizione automatica di una regolamentazione di accesso alle nuove reti finirebbe, insomma, a giudizio di ETNO, “per scoraggiare gli operatori del mercato e la realizzazione di nuove piattaforme”.

ETNO deplora anche vivamente l’introduzione di una serie di disposizioni che consentano di scavalcare l’attuale sistema imponendo la regolamentazione anche a un operatore senza significativo potere di mercato.

Un intervento indebito su mercati già competitivi “porta a distorsioni della concorrenza e limita la capacità degli operatori di investire e innovare”.

 

“L’inserimento di un meccanismo di revisione – continua la nota ETNOinvia un segnale importante in quanto rafforza il carattere transitorio della regolamentazione ex ante e accelera la transizione verso il diritto della concorrenza, uno dei pilastri fondamentali della politica Ue sulle telecomunicazioni”.

 

ETNO si dice infine preoccupato per il fatto che le misure sulla ‘Net Neutrality’ adottate dalla commissione IMCO, anche se migliori rispetto alle precedenti proposte, “rischiano di limitare l’innovazione e gli investimenti nella qualità del servizio nelle nuove reti”.

“In un contesto competitivo, ai fornitori di comunicazioni elettroniche non dovrebbe essere impedito di offrire diversi livelli di qualità e velocità su misura per le esigenze dei consumatori, finché sono comunque garantiti all’utente finale sia un mercato competitivo che la trasparenza”.

 

Anche l’introduzione di disposizioni relative ai contenuti che non rientrano nel campo di applicazione del quadro normativo, preoccupa gli operatori, attivamente impegnati nella lotta contro la pirateria, che rappresenta un onere significativo per le reti.

Ma agli operatori, conclude ETNO, non può essere chiesto di prendere provvedimenti nei confronti degli utenti o di giudicare la validità di una denuncia del titolare del diritto al di fuori di un tribunale.