Quali le strategie di France Télécom nel dopo TeliaSonera? Il gruppo ancora in fase di espansione, ma senza maxioperazioni

di Alessandra Talarico |

Francia


France Telecom

L’abbandono del progetto di acquisizione di TeliaSonera ha rassicurato i mercati, ma gli analisti ora si interrogano sulle future strategie di France Télécom.

Dopo il fallimento delle trattative col management dell’operatore scandinavo, il titolo dell’ex monopolista francese delle tlc ha guadagnato il 7,19% alla Borsa di Parigi, segnando la performance migliore dal 25 ottobre 2007.

 

Gli analisti ritengono infatti che l’offerta da 28 miliardi di euro (più altri 4,5 miliardi di debito) fosse troppo elevata alla luce dell’esposizione debitoria della società, già gravata da debiti per 38 miliardi di euro.

Una fusione paneuropea di tale portata non avrebbe inoltre prodotto, secondo gli investitori, le adeguate sinergie.

Per questo, dalla comparsa dei primi rumors, l’operatore ha visto il titolo perdere il 21% e, anche dopo la chiusura di ieri – a 18,71 euro – il valore delle azioni resta lontano dai 22 euro toccati prima del lancio dell’offerta.

 

La scelta di fare dietrofront di fronte alla richiesta di TeliaSonera di rivedere l’offerta al rialzo, testimonia dunque – secondo Credit Suisse – “la buona disciplina finanziaria di France Télécom, che ha rifiutato di pagare un pezzo eccessivo per l’asset”.

 

Ma se il dossier TeliaSonera è stato archiviato, verso quali mercati si dirigono ora le mire espansionistiche del gruppo di Didier Lombard, decisamente in fase di acquisizione?

Il direttore finanziario della società, Gervais Pellissier, ha dichiarato che non si prevedono al momento operazioni di portata comparabile a quella tentata su TeliaSonera.

Improbabile, secondo gli osservatori, il ripiegamento sull’operatore norvegese Telenor, il cui profilo è abbastanza simile a quello di TeliaSonera.

 

Smentite anche ipotesi che volevano il gruppo pronto a presentare offerte per l’olandese KPN o la sudafricana MTN.

 

Pellissier parla di una “strategia dei piccoli passi” e di alcuni progetti in corso in Algeria, Vietnam e Ghana.

 

Per quanto riguarda l’Europa, il messaggio è che il consolidamento potrebbe limitarsi sul breve periodo a mercati come il Belgio – dove France Télécom possiede il 50,2% di Mobistar – o la Svizzera.

 

Resta da sapere se questi piccoli passi serviranno a riconquistare la fiducia degli investitori, si interroga il quotidiano finanziario Les Echos, che cita il parere degli analisti di UBS secondo i quali soltanto la distribuzione di dividendi eccezionali agli azionisti potrebbe ridurre il profilo di rischio della società.